BONUS IMMAGINARIO – GLI 80 EURO SONO FINITI OVUNQUE MENO CHE NEI NEGOZI: RATE ARRETRATE, SPESE MEDICHE, PAGAMENTO DI TASSE OPPURE, SEMPLICEMENTE, RISPARMIATI

Nei saldi estivi si è registrato un calo medio del 4,35% rispetto al 2013. A metà agosto, nei supermarket, il fatturato della distribuzione organizzata ha perso quasi tre punti. Per Findomestic, il 20% di chi ha investito il bonus in consumi ha puntato su spese mediche. E molti lo hanno tenuto perché convinti che non sarà confermato…

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Giuseppe Bottero per “La Stampa

 

spesa al supermercato spesa al supermercato

Alla fine, per avere il polso della situazione, tocca affidarsi alla commessa dell’8 Gallery, cittadella dello shopping di Torino in cui passa sia chi fa la spesa da Eataly sia i cacciatori di sconti al Pam, campionissimo della convenienza: «Quei soldi? Non li ho visti. E pure se li avessi visti non me ne sarei accorta: stiamo parlando di 2 euro e mezzo al giorno...». Nell’estate senza giallo il vero enigma è dove siano finiti gli 80 euro del bonus Irpef e, come in un romanzo di Agatha Christie, tocca muoversi per esclusione. Sicuramente il tesoretto non è stato investito in vacanze: sostiene la Coldiretti che sei italiani su dieci non abbiano trascorso fuori neppure una notte.

 

SUPERMERCATO SUPERMERCATO

Sorrisi tiratissimi pure nei negozi di abbigliamento: presto per tirare le somme, ma basta un giro di telefonate tra le associazione provinciali di Federazione Moda Italia per capire che «l’effetto 80 euro», nei saldi estivi, non s’è visto: il calo medio, in confronto al 2013, è del 4,35%. Non va meglio al supermarket: scorrendo i dati raccolti da Nielsen si scopre che nella settimana dall’11 al 17 agosto il fatturato della distribuzione organizzata ha perso il 2,78% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. ?E dunque? Secondo l’economista Francesco Daveri «è possibile che le famiglie che hanno ricevuto il bonus avessero degli arretrati da saldare: dalle bollette alle rate del mutuo». ?

 

SPESA DOMICILIO SPESA DOMICILIO

Non è l’unica ipotesi. «Ci sono spese - spiega - che si fanno in determinati periodi dell’anno: le ferie d’agosto, per esempio. Oppure acquisti che si programmano per l’autunno. Ma in realtà è probabile che questi soldi siano stati risparmiati perché le famiglie temono che non vengano confermati». ?

 

È la stessa tesi di Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo: «Gli indici di fiducia si sono rimangiati i tre mesi di rialzo: le famiglie non ritengono possibile che il bonus diventi stabile. L’entusiasmo iniziale è sceso sulla base dei dati di crescita negativi: è un problema, perché non spinge a spendere neppure gli 80 euro che sono già arrivati». C’è pure il capitolo salute: elaborando i dati raccolti dall’osservatorio di Findomestic, la banca specializzata nel credito alla famiglia per l’acquisto di beni e servizi ad uso privato, si scopre che il 20% di chi ha investito il bonus in consumi ha puntato sulle spese mediche.

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È naturale: ogni anno sei milioni e trecentomila italiani rinunciano a prestazioni odontoiatriche per ragioni economiche, ragionano dall’Associazione Nazionale Dentisti Italiani. Di bocciare gli 80 euro, comunque, non se ne parla: «In generale - dice Sergio De Nardis di Nomisma - è difficile stabilire con le informazioni molto parziali a disposizione l’impatto del bonus. Una valutazione corretta dovrebbe poi essere fatta rispetto a un dato “controfattuale”: come sarebbero andati i consumi senza lo sgravio fiscale?

 

L’evoluzione infatti avrebbe potuto essere più negativa di quella osservata. La misura è andata nella direzione giusta - prosegue - anche se avrebbe potuto essere meglio mirata, in particolare concentrando l’intervento a favore della frazione di popolazione che si trova nelle condizioni più svantaggiate».?

saldi saldi

 

L’unica certezza, dice De Felice, «è che la ripresa della domanda non arriverà dai consumi ma deve passare prima dagli investimenti». Secondo l’analista, però, c’è un altro fattore da non sottovalutare: la recessione ha stravolto l’atteggiamento degli italiani. Anche in un momento in cui, dopo i mesi più complessi, le famiglie hanno ripreso il controllo del loro budget, aprire il portafoglio resta una sofferenza.

 

DENTISTA DA INCUBO DENTISTA DA INCUBO

?«Se il ciclo economico cambiasse, le esperienze innescate da almeno sei anni di ristrettezze e incertezze avrebbero ormai lasciato un segno forte», ragiona Marco Cuppini, direttore del Centro Studi di GS1 Italy, Indicod-Ecr, associazione che raggruppa 35mila aziende del settore dei beni di largo consumo. Luciano Mazzone, ad del sito Klikkapromo, portale che mette a confronto i prezzi nei supermercati e svela le offerte più convenienti, conferma: «La ricerca di opportunità di risparmio sulla spesa di tutti i giorni è diventata una voce chiave del bilancio famigliare. L’attenzione a sconti e offerte non risparmia i prodotti di prima necessità, come pasta e olio, tanto da incidere sui luoghi e sui momenti in cui i responsabili d’acquisto si recano a fare la spesa».

 

dentisti abilitati ed esperti dentisti abilitati ed esperti

Un cambio di paradigma. «I consumatori hanno vissuto la crisi in modo diverso rispetto agli altri Paesi europei: è stata una crisi esistenziale, che ha coinvolto tutti i campi della vita. Gli 80 euro sono un piccolo segnale di positività, ma per far salire la fiducia bisogna intervenire??su altri fattori», spiega lo psicologo dei consumi Vincenzo Russo.??

 

Tutti indizi che, però, non aiutano a risolvere il giallo: dove sono finiti quei soldi? Una risposta, semplice, arriva da uno dei pochi segni positivi sui bilanci: quello delle entrate. Gli ultimi mesi sono stati costellati da scadenze: Imu, Tari, Tares. Fardelli che, secondo «Voices from the Blogs», osservatorio digitale dell’Università degli Studi di Milano in grado di trasformare in dati tweet e post, hanno sbranato il bonus di quattro italiani su dieci.

 

 

 

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