Gian Antonio Orighi per "la Stampa"
Zapatero e la croceEra il 10 settembre scorso, vertice italo-spagnolo nell'isola della Maddalena. A tavola il fior fiore degli imprenditori del Belpaese e della Piel de Toro (tranne Cesar Alierta, presidente di Telefónica) con le delegazioni politiche dei due paesi. A un certo punto, poco prima del pasto, i premier Josè Luis Zapatero e Silvio Berlusconi si sono appartati per pochi minuti con un commensale molto importante anche se sconosciuto al grande pubblico: Borja Prado Eulate.
berlusconi-zapatero-reyL'uomo, 52 anni, madrileno, Borjita per gli amici, è presidente del gruppo elettrico Endesa (il cui primo azionista è l'Enel, controllato al 30% dallo Stato italiano), presidente della filiale spagnola di Mediobanca (che ha l'11,6% di Telco, il maggior azionista di Telecom Italia di cui Telefónica a sua volta possiede il 46%) ed è membro del cda di Telecinco, la tv commerciale al 50,1% di Mediaset (che lo scorso dicembre ha comprato per 1,05 miliardi di euro l'81,7% della tv Cuattro e il 22% della pay-tv Digital Plus, entrambe del gruppo multimediale Prisa, editore del quotidiano filo-socialista El Pais).
Un tris di cariche che permette a questo avvocato, ex vicepresidente di quella banca Lazard madrilena che ha pilotato tutti i business della società di costruzioni Acs di Florentino Pérez e lo sbarco di Enel in Endesa, di godere di un potere eccezionale.
Cesar AliertaNessuno ha mai saputo di cosa abbiano parlato Zapatero, Berlusconi e Prado, ma El Mundo ha scritto: «I due premier si sono dichiarati d'accordo che in un Europa cosí orientata a Nord e a Est, era di interesse strategico stringere ancora di più le relazioni economiche tra i due Paesi». Interesse strategico che ruota anche sulla fusione tra Telefónica e Telecom Italia. E Prado gioca una parte di assoluto rilievo. La ragione? I più stretti collaboratori di Alierta sostengono che il presidente di Telefónica considera l'Italia «molto complicata». Il presidente di Mediobanca España, amico di tutti i potenti dei due Paesi e pure del re Juan Carlos (il padre è stato suo ambasciatore personale), è l'uomo giusto al posto giusto.
Borja Prado EulateMa c'è anche un'altra ragione. A Madrid l'hanno battezzata "endesación", modello Endesa. Il punto di riferimento è sempre Prado, grande amante del golf, della caccia e con fama di abilissimo negoziatore. Endesa ha infatti aperto la strada. L'Enel, dopo aver acquisito nel 2009 dal suo ex socio Acciona il 25% di Endesa, ha lasciato uno spagnolo come suo presidente, la sede principale è rimasta Madrid, il marchio è rimasto. Il segnale per il management italiano che viene dal modello di Prado è chiarissimo. E proprio la "endesación" è ció che, stando ad attendibilissime fonti, sta studiando Alierta per facilitare la conquista di Telecom: mantenimento dell'identità aziendale, autonomia e management italiano.
MEDIOBANCAMa la consulenza richiesta da Zapatero e Berlusconi a Prado potrebbe avere anche una terza ragione. Clamorosa e avanzata dal finora attentibile giornale online Hispanidad. Gli appetiti di Mediaset non si sarebbero esauriti con lo shopping di Cuattro. E puntano molto piú in alto.
Il gruppo Prisa ha un debito di 1,95 miliardi di euro da soddisfare entro il prossimo marzo. Con le dismissioni di Cuattro e della quota in Digital Plus, la multinazionale ha racimolato circa 1,2 miliardi di euro. Dove trovare il resto per un già annunciato aumento di capitale? «Il socio più gettonato torna a essere Berlusconi, che vuole comprare il 57% di Digital Plus (un altro 21% è di Telefónica). In cambio, potrebbe anche entrare nel capitale di Prisa», spara Hispanidad. «Mediobanca è molto potente», confidava ancora recentemente l'ad di Prisa, Cebrían. E riecco che torna in pista Prado.
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