BOTTINO MPS - I PM INTERROGHERANNO BOTIN CHE RIFILÒ IL PACCO ANTONVENETA E INCASSÒ (DA SOLO?) UNA PLUSVALENZA DA 3 MLD

Il capo di Santander vendette Antonveneta a Mps a una cifra folle (9,3 mld più 10 mld di debiti) - Per quella transazione sono indagati Mussari e Vigni - Nuove prove tra S.Marino, Vanuatu e paradisi fiscali sui milioni della “banda del 5%” - E i pm riprovano a sequestrare 1,8 mld alla banca Nomura per la truffa derivati… - -

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Sara Monaci per il "Sole 24 Ore"

EMILIO BOTINEMILIO BOTIN

I procuratori di Siena, titolari dell'inchiesta su Mps, entro fine giugno andranno a Madrid per ascoltare la testimonianza di Emilio Botin, numero uno del Santander, da cui la banca senese ha acquistato nel 2008 Antonveneta per 9,3 miliardi (accollandosi anche circa 10 miliardi di debiti senza una due diligence). La rogatoria internazionale è già stata inviata, e la procura senese ha proposto tre date alle autorità giudiziarie di Madrid. Possibile che il giorno in cui Botin verrà interrogato come persona informata dei fatti sarà il 24 giugno.

L'acquisizione della banca padovana è al centro della maxi indagine sul Monte, e i magistrati Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso sono intenzionati a vederci più chiaro nel modo e nei tempi in cui si sono sviluppati i contatti tra l'istituto senese e quello spagnolo, e nelle modalità in cui l'accordo finanziario è stato raggiunto.

LOGO ANTONVENETALOGO ANTONVENETA

Intanto a Siena prosegue l'indagine sull'operazione finanziaria messa in piedi per realizzare l'acquisto, per il quale sono stati commessi i reati di ostacolo alla vigilanza, manipolazione del mercato e falso in bilancio, di cui sono accusati l'ex presidente del Monte Giuseppe Mussari e l'ex dg Antonio Vigni. Tra fine giugno e inizio luglio il dossier dovrebbe essere completato. Poi i pm si prepareranno per la richiesta di rinvio a giudizio.

mussari vignimussari vigni

Nuovi sviluppi anche per quanto riguarda il secondo filone di indagine, quello sui derivati e sulla cosiddetta "banda del 5%", un gruppo di manager che avrebbe ricavato commissioni illecite sui prodotti derivati e strutturati da triangolare con società straniere. In Svizzera e a San Marino sono state aperte indagini per riciclaggio dalle autorità giudiziarie locali, con cui i procuratori senesi stanno collaborando.

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Le ultime novità arrivano da San Marino. Secondo gli inquirenti c'è una società che ha sede nel Lussemburgo e nel Liechtenstein che avrebbe schermato e raccolto le retrocessioni dei manager, depositate in un conto della banca della Repubblica di Vanuatu, dove il denaro veniva spedito da San Marino. Poi, da Vanuatu, le commissioni tornavano a San Marino, protette da altra identità. La società all'attenzione degli inquirenti ha sede legale nei paradisi fiscali europei, ma avrebbe anche un conto in Belgio.

monte dei paschi di sienamonte dei paschi di siena

I procuratori hanno dunque inoltrato una serie di rogatorie internazionali per ricostruire il giro d'affari, chiedendo atti e documenti alle autorità locali. Non si esclude che questa società abbia anche altre controllate, utilizzate per gli stessi scopi.

Intanto i pm senesi sono in attesa dell'udienza del tribunale del Riesame relativamente al sequestro da 1,8 miliardi ai danni della banca Nomura, voluto dalla procura ma non convalidato dal gip. Probabilmente la data verrà fissata tra la fine di giugno e i primi di luglio.

NOMURANOMURA

La tesi degli inquirenti è che sia stata commessa usura aggravata e truffa aggravata tra banche, ai danni di Mps. Per questa vicenda risultano indagati Raffaele Ricci, autore del derivato "Alexandria", finito nelle indagini, e Sadeq Sayeed, ex amministratore delegato del mercato europeo di Nomura. L'usura fra istituti bancari (peraltro per una cifra così consistente) è un caso inedito per le procure italiane.

 

 

 

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