COME DAGOANTICIPATO, VIVENDI E’ TENTATA DI PAREGGIARE ELLIOTT NEL CDA TIM CON LA NOMINA DI ALTRI QUATTRO CONSIGLIERI - NONOSTANTE LA SMENTITA DI RITO, IL PIANO DEI FRANCESI POTREBBE CONCRETIZZARSI SE L’AD AMOS GENISH DOVESSE LASCIARE LA SOCIETA’ PERCHE’ SFIDUCIATO DA ELLIOTT - IL PRIMO BANCO DI PROVA? IL CDA SUI CONTI TRIMESTRALI…

-

Condividi questo articolo


paul singer fondo elliott paul singer fondo elliott

1 - LA TENTAZIONE DI VIVENDI PER PAREGGIARE ELLIOTT IN TIM

Da “il Giornale”

 

Nell' assemblea Telecom Italia del 24 aprile scorso non sono stati nominati i revisori dei conti. Ora bisognerà, per quest, indire una nuova assise dove però potrebbero essere messi al vorto anche altri punti. Secondo una indiscrezione raccolta da Dagospia, Vivendi avrebbe infatti in mente di nominare altri 4 consiglieri del cda, dato che lo statuto lo consente. E quindi potrebbe portare alla prossima assemblea questa mossa.

 

Il blitz molto probabilmente passerebbe, dato che Vivendi ha il 23,9% di Telecom e che sarebbe difficile nella prossima assemblea riuscire a mobilitare un' altra volta i fondi di investimento italiani e sopratutto stranieri che hanno consentito ad Elliott di aggiudicarsi la governance di Tim, facendo passare la sua lista per il nuovo board, tutti italiani e indipendenti, mandando Vivendi in minoranza. Eleggendo altri 4 consiglieri Bolloré potrebbe quasi pareggiare il conto: 9 contro i 10 espressi da Elliott.

AMOS GENISH AMOS GENISH

 

C'è da ricordare che l' ad Amos Genish fa parte della lista presentata da Vivendi. Al momento l'indiscrezione è stata smentita dai francesi ma potrebbe riprendere forza se, per qualunque motivo, Genish dovesse lasciare la società perchè sfiduciato da Elliott. Il primo banco di prova sarà il cda sui conti trimestrali previsto mercoledì prossimo. Per il momento sono da registrare i buoni conti di Inwit, la società della torri di Telecom, con l' utile salito del 12,8%. Vivendi ha comunicato, come prescritto da Consob, di non detenere più il controllo indiretto sulla società.

 

2 - MEDIOBANCA CORRE, BOLLORÈ RESTA

Da “il Giornale”

 

Corre ancora Mediobanca, con risultati in crescita nei primi nove mesi dell' esercizio 2017-2018. «Sul piano siamo avanti di un anno», esulta l' ad Alberto Nagel. E da questo carro non sembra intenzionato a scendere il finanziere bretone, Vincent Bollorè, che è nel patto di sindacato ed è il secondo azionista di piazzetta Cuccia, con il 7,88% appena rivalutato in bilancio di 40 milioni di euro, a quota 659 milioni, per effetto della salita in Borsa del titolo. Da Bollorè, chiarisce Nagel in conference call, «non abbiamo avuto comunicazioni di uscita dal patto».

bollore de puyfontaine bollore de puyfontaine

 

Mediobanca è pronta «su entrambi gli scenari», ovvero sia al proseguimento del patto fino al 2019, sia a un eventuale scioglimento anticipato. Anche perché i risultati vanno bene, trainati dal Wealth Management e dal buon andamento di tutte le altre divisioni, in particolare del Consumer Banking. Nei nove mesi terminati a marzo, l' istituto di Piazzetta Cuccia registra un utile netto di 681,9 milioni, in aumento dell' 11,1% rispetto allo scorso anno, e ricavi del terzo trimestre che superano per la prima volta i 600 milioni, mentre nei nove mesi aumentano da 1,6 a 1,8 miliardi, con una crescita dell' 8,6%.

 

Sia l' utile sia i ricavi battono le attese degli analisti, ferme rispettivamente a 660 milioni e 1,78 miliardi. Gli azionisti possono essere ottimisti sulla cedola. Secondo Nagel, l' andamento patrimoniale di Mediobanca «autorizza una interessante politica di remunerazione agli azionisti» ed «è legittimo attendersi un miglioramento del dividendo nella fascia alta della forchetta». Al termine del trimestre precedente Nagel aveva alzato il pay-out dal 40% al 40-50%.

 

vincent bollore vincent bollore

Alla domanda su Bollorè, impegnato in Italia nelle partite con Tim e Mediaset, oltre che interessato in Francia da un' inchiesta per presunta corruzione, il capo azienda di Piazzetta Cuccia ricorda che è anche grazie alla «autonomia e indipendenza» garantita dai pattisti che Mediobanca procede a vele spiegate. Nagel ribadisce la fiducia nel timone di Urbano Cairo su Rcs e non ha intenzione di dismettere la quota.

 

«Oggi - dichiara - è gestita da un imprenditore particolarmente capace e quindi non abbiamo alcuna fretta di vendere, né dal punto di vista economico, è di 1,20 il valore di libro, né per l' ammontare dell' investimento, che è di pochi milioni di euro. Abbiamo più interesse a sostenere e accompagnare Urbano in questo lavoro, che è appena iniziato».

mediobanca nagel mediobanca nagel

 

Non cambia inoltre la strategia su Generali. «Non condivido questa contrapposizione tra italiani ed esteri», spiega Nagel, che conferma l' intenzione di cedere il 3% del Leone del 13% detenuto «nel limite temporale che ci siamo dati». Intanto nei nove mesi il contributo delle partecipazioni aumenta a 204,9 milioni da 194,4 milioni, con un apporto della compagnia triestina di 84 milioni.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – È TUTTO MOLTO STRIANO: PERCHÉ LA COMMISSIONE ANTIMAFIA NON CONVOCA E INTERROGA IL LUOGOTENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, PROTAGONISTA DEL CASO DOSSIERAGGI? - PERCHÉ NELLE TRE INTERVISTE STRIANO HA CAMBIATO VERSIONE (PRIMA HA DETTO DI AVER AGITO SU MANDATO DEI PM, POI DI AVER FATTO TUTTO DA SOLO, PROTEGGENDO I MAGISTRATI - STRIANO È STATO AUTORIZZATO DA QUALCUNO A PARLARE CON I GIORNALISTI (COME VUOLE LA PRASSI) O SI È MOSSO IN AUTONOMIA? – COME MAI DOPO LO SCOPPIO DEL BUBBONE, NON È STATO SOSPESO, MA SOLO TRASFERITO IN UN ALTRO REPARTO. GODE DI PARTICOLARI PROTEZIONI? - DOPO IL SECCO NO DELLA DUCETTA A UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA PARLAMENTARE (RECLAMATA DA NORDIO E CROSETTO), IL SOSPETTO È CHE, GRAZIE ALL’INAZIONE DELL'ANTIMAFIA GUIDATA DALLA MELONIANA CHIARA COLOSIMO, SI VOGLIA “ADDORMENTARE” IL CASO, PER… - VIDEO DELLE IENE

FLASH! - ALLA FACCIA DI CHI LO VOLEVA MORTO! L’AUTOBIOGRAFIA DI PAPA BERGOGLIO, “LIFE”, SCRITTA DA PAPA FRANCESCO CON IL VATICANISTA DI MEDIASET, FABIO MARCHESE RAGONA, A UNA SETTIMANA DALL’USCITA NEGLI USA HA GIÀ CONQUISTATO UN POSTO NELLA PRESTIGIOSISSIMA CLASSIFICA DEI BEST SELLER DEL “NEW YORK TIMES”. LO STESSO IN GERMANIA, CON LA CLASSIFICA DELLO “SPIEGEL”. E IN ITALIA? I RITI VODOO E I MALOCCHI DEGLI ANTI-BERGOGLIANI NON SAREBBERO SERVITI A NIENTE: PARE CHE IL LIBRO SIA PRIMO IN TUTTE LE CLASSIFICHE LIBRARIE. SEGNO CHE LA GENTE, AL CONTRARIO DI TANTI SUOI COLLABORATORI, AMA BERGOGLIO. AMEN!

ARCORE MORMORA, MILANO CONFERMA: MARTA FASCINA SI È FIDANZATA! A RUBARE IL CUORE DELLA FU VEDOVA INCONSOLABILE DI SILVIO BERLUSCONI NON SAREBBE UN POLITICO, NÉ UN PERSONAGGIO PUBBLICO - LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON VEDE L’ORA DI SBULLONARLA DA VILLA SAN MARTINO, AVREBBE PERSINO PRESO UN APPARTAMENTO A MILANO PER LEI E IL SUO NUOVO AMORE. SI VOCIFERA CHE IN QUESTI GIORNI SI STIA LAVORANDO ALL’ARREDAMENTO… - MARTA FASCINA: "LA NOTIZIA È TOTALMENTE INFONDATA. QUANTO ALL'ACQUISTO DI UN NUOVO APPARTAMENTO, SI TRATTA SEMPLICEMENTE DI UNA VALUTAZIONE CHE STO FACENDO PER UN MEMBRO DELLA MIA FAMIGLIA..."

DAGOREPORT – “SANTA” E VOLUBILE: LE MILLE VERSIONI DELLA  SANTADECHÈ SULLE SUE DIMISSIONI DA MINISTRO IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO. ALL’INIZIO SI È DIFESA SENZA ESITAZIONI, POI HA IPOTIZZATO UN PASSO INDIETRO (“FARÒ UNA SERIA E COSCIENTE VALUTAZIONE”) E OGGI, DI NUOVO, CAMBIA SPARTITO: “NESSUNO MI HA CHIESTO DI DIMETTERMI” - PERCHÉ ONDEGGIA COSÌ TANTO? QUALI ASSI NELLA MANICA È CONVINTA DI AVERE? – NESSUN COMMENTO DALLA MELONA CHE SA BENE CHE FDI NON VEDE L'ORA DI RISPEDIRLA A CUNEO (A PARTE IL SODALE LA RUSSA) - NEL CASO IN CUI LA PITONESSA NON SI RASSEGNASSE A DIMETTERSI, E' GIA' PRONTO UN RIMPASTO DI GOVERNO DOPO LE EUROPEE: DATI IN USCITA ANCHE DELMASTRO E ZANGRILLO…- VIDEO 

DAGOREPORT – PER NON PERDERE LA FACCIA CON I RUSSI, PUTIN ACCUSA L’UCRAINA PER LA STRAGE DI MOSCA, MA LA TRATTATIVA CON LA CIA PER EVITARE L’ESCALATION VA AVANTI - LO SCHEMA È “DUE PASSI IN AVANTI E UNO INDIETRO”: I RUSSI AVANZERANNO, KIEV ACCETTERA' UNA TREGUA E LE NUOVE CONQUISTE SARANNO “OFFERTE” SUL TAVOLO DEL NEGOZIATO – ALLA FINE SI TORNEREBBE INDIETRO DI 10 ANNI, AGLI ACCORDI DI MINSK CHE PREVEDEVANO UN’AUTONOMIA SPECIALE PER LE REPUBBLICHE DI DONETSK E LUGANSK E L’ASSICURAZIONE CHE L’UCRAINA NON ENTRERÀ MAI NELLA NATO – IL MESSAGGIO DI BIDEN A ZELENSKY: RESISTI FINO ALLO SBLOCCO DEI 60 MILIARDI DI AIUTI DAL CONGRESSO MA NON SOFFIARE SUL FUOCO ORA CHE NELLA PARTITA SI SONO INFILATI ANCHE I JIHADISTI (MONITORATI DALLA CIA)...