COME SI DICE PARACULI IN FRANCESE? - ARNAULT E PINAULT HANNO USUFRUITO DELLA CASSA INTEGRAZIONE IN ITALIA MA HANNO DISTRIBUITO DIVIDENDI MILIARDARI IN FRANCIA. ALLA CASSA HANNO RICORSO ANCHE SOCIETÀ COME PRADA, TOD' S, CUCINELLI, MONCLER, AEFFE, VALENTINO, LUXOTTICA, IN ALCUNI CASI INTEGRANDO GLI STIPENDI FINO AL 100%. EPPURE QUESTI ALTRI GRUPPI HANNO DECISO (SENZA OBBLIGO DI LEGGE) DI NON STACCARE CEDOLE NEL 2020

-

Condividi questo articolo


dakota johnson e francois henri pinault dakota johnson e francois henri pinault

 

Giovanni Pons per “la Repubblica

 

Il 27 marzo scorso il ministro dell' Economia francese, Bruno Le Maire, era stato categorico, molto più del suo collega italiano Roberto Gualtieri: «Le grandi aziende mostrino senso di responsabilità e di giustizia - aveva detto - non è il momento di versare dividendi. Gratificazioni ai propri azionisti verrebbero considerate dal governo come la prova che le società sono in ottima salute e non hanno alcun bisogno di aiuti da parte dello Stato».

 

Parole che hanno colto di sorpresa i grandi conglomerati del lusso, come Lvmh o Kering, che - secondo il Financial Times - avevano già comunicato ai dipendenti una riduzione di ore e il ricorso allo chomage partiel , la cassa integrazione d' Oltralpe. Poco dopo le parole di Le Maire, il blasonato brand Chanel, a controllo familiare, dichiarava di non volere aiuti pubblici per non gravare sui conti pubblici francesi e italiani e in modo che lo Stato potesse sostenere le aziende più fragili. Anche Hermès rinunciava cassa integrazione per tutta la durata della crisi.

salma hayek pinault salma hayek pinault

 

Di fronte a questo fuoco di sbarramento Lvmh e Kering, controllate dai due rivali del lusso Bernard Arnault e François Henri Pinault, il primo con 53 miliardi di fatturato e 7,3 miliardi di utili nel 2019 e il secondo con 15 miliardi di ricavi e 3,2 miliardi di profitti, si sono rivolti all' Italia.

 

A loro favore giocava il fatto che il Belpaese è la casa della manifattura di lusso, densa di distretti che sfornano pelletteria, calzature, occhialeria, tessuti. Sulle manifatture di Parabiago, Riviera del Brenta, Montegranaro nelle Marche, Montecatini Monsulmano, Firenze e provincia, Napoli e provincia si appoggiano quasi tutti i big del lusso mondiali. E in tutti questi insediamenti produttivi si è fatto ricorso alla Cig, le cui prime nove settimane sono scadute il 16 maggio e le seconde nove sono appena partite, seguendo i vari decreti del governo Conte.

bernard arnault e arnaud lagardere bernard arnault e arnaud lagardere

 

Lvmh e Kering operano con svariati marchi in Italia, occupano circa 11 mila addetti a testa, inclusi i negozi e il personale amministrativo, e negli ultimi anni hanno fatto corposi investimenti. E per i due gruppi la cassa integrazione italiana è stata un bell' aiuto, nonostante i loro bilanci non evidenziassero crisi di liquidità. Alla cassa hanno ricorso anche società come Prada, Tod' s, Cucinelli, Moncler, Aeffe, Valentino, Luxottica. Tutte hanno ritenuto opportuno attingere in questo modo ai soldi pubblici, anche se poi le maison hanno integrato gli stipendi dei propri dipendenti in alcuni casi fino al 100%.

 

Bernard Arnault Bernard Arnault

Tuttavia una differenza tra gruppi italiani e francesi è emersa: gli italiani, da Prada a Tod' s, da Cucinelli a Luxottica, hanno tutti deciso, seppur senza alcun obbligo di legge, di non distribuire il dividendo 2020 ai propri azionisti. Lvmh e Kering, invece, hanno deciso di ridurre solo del 30% il dividendo, confermando il 70% che sarà deliberato dalle assemblee di giugno. La rinuncia di Lvmh vale circa 600 milioni, quella di Kering 430 milioni, in più tutti i vertici si sono ridotti le remunerazioni per il 2020, così come hanno fatto anche i manager delle case italiane.

 

Tutte le società, poi, a vario titolo, hanno donato soldi a enti o istituzioni per combattere l' epidenia da Covid.

Interpellata al riguardo Lvmh sostiene che la scelta di distribuire comunque il 70% del dividendo è giustificata dal fatto di essere una public company con 70 marchi, diversificata anche al di fuori della moda.

 

Ma bisognerebbe sapere con certezza qual è il contributo delle sue 30 manifatture italiane, se superiore o inferiore al 30%. Un dato che dovrebbe interessare sia al contribuente italiano sia al ministro dell' Economia, che ha lasciato spazio all' arbitraggio italo-francese rendendo i titoli delle case italiane meno appetibili in Borsa rispetto a quelli delle francesi.

patrizio bertelli miuccia prada patrizio bertelli miuccia prada trump con arnault in texas allo stabilimento vuitton trump con arnault in texas allo stabilimento vuitton pinault pinault donald trump bernard arnault donald trump bernard arnault PINAULT FIGLIO E PADRE PINAULT FIGLIO E PADRE bernard arnault donald e ivanka trump bernard arnault donald e ivanka trump francois pinault borsa di commercio francois pinault borsa di commercio francois pinault borsa di commercio francois pinault borsa di commercio

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."