DOPO 4 ANNI, UNA BOTTA DI VITA PER ALITALIA: TORNA A FAR PUBBLICITÀ TV - RENAULT E PEUGEOT «UNITE» DAI CINESI - MALACALZA (RI)CHIAMA FRANCESCO GORI

Dopo quattro anni di assenza la compagnia di bandiera dei capitani coraggiosi (essì, ci vuole coraggio per provocare certe voragini nei conti) torna a farsi pubblicità in tv ma non sulle reti del Biscione (se lo sa Silvio si incazza) - E punta su qualità, sicurezza e ampiezza dell'offerta...

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1. ALITALIA PER LO SPOT PREFERISCE LA RAI
Da "Il Giornale" - Alitalia torna in tv ma sceglie la Rai e snobba Mediaset. Dopo quattro anni di assenza, la compagnia si ripropone al pubblico televisivo con una campagna pubblicitaria prenatalizia. Si tratta di tre spot da 15 secondi che intendono sottolineare il meglio in termini di qualità, di offerta di collegamenti e di sicurezza; lo slogan è: «Alitalia, scegli come volare».

frame spot Alitaliaframe spot Alitalia

La campagna televisiva dà l'immagine di una compagnia giovane ed efficiente proprio mentre gli azionisti si stanno interrogando se partecipare alla seconda fase dell'aumento di capitale. La prima non è stata quel che si dice un successone.

RENAULTRENAULT


2. RENAULT E PEUGEOT «UNITE» DAI CINESI
Da "Il Giornale" - La casa automobilistica cinese Dongfeng sta mettendo alla prova i partner francesi con cui collabora da decenni. Da mesi si attende l'anuncio dell'ingresso di Dongfeng nel capitale di Psa Peugeot Citroën e arriva, invece, la comunicazione di una rafforzata joint venture con Renault Nissan.

Che fine fanno, in uno scenario come questo, i segreti industriali che i costruttori tengono così ben celati nei confronti dei rivali? Senza dimenticare il recente passaggio di Carlos Tavares ai vertici di Psa, una notizia che non sarà certo piaciuta a Carlos Ghosn, gran capo di Renault Nissan, e suo ex datore di lavoro.


2. MALACALZA (RI)CHIAMA FRANCESCO GORI
Marigia Mangano per "Il Sole 24 Ore" - Era uscito dal gruppo Pirelli a maggio dello scorso anno dopo oltre trent'anni di carriera e 21 milioni di euro tra premi, stipendi e buonuscita dal 2009. Ironia della sorte torna ad occuparsi proprio della Bicocca, questa volta da consulente esterno e per conto di un socio di Pirelli, i Malacalza, che più ha dato filo da torcere a Marco Tronchetti Provera negli ultimi anni.

Francesco Gori, ex direttore generale di Pirelli, è stato chiamato dalla famiglia genovese per gestire la partecipazione del 7% in Pirelli&C. In una nota il gruppo Malacalza ha comunicato che l'incarico di advisor è «nell'ottica della migliore gestione della partecipazione detenuta in Pirelli & C. e avrà ad oggetto l'analisi approfondita di dati del settore Tyre».

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Un mondo, quest'ultimo, che Gori conosce bene data la lunga carriera alla Bicocca. Il nome di Francesco Gori era stato già accostato in passato ai Malacalza all'inizio dello scontro dello scorso anno fra la famiglia genovese e Tronchetti Provera. Un legame, evidentemente, che ora è stato solo ufficializzato.

E che potrebbe avere sviluppi in primavera, quando scade il cda del gruppo degli pneumatici e Malacalza potrebbe pensare alla presentazione di una lista di minoranza. Intanto la famiglia genovese scommettendo sulla Pirelli di Tronchetti ha già incassato 60 milioni da Gpi e Camfin e altri 100 di guadagno potenziale da quando hanno acquisito il 7% della Bicocca.

4. LA BORSA È «SOLO» UN LUSSO, ANCHE PER SAVINO DEL BENE
Carlo Festa per il "Sole 24 Ore" - Piazza Affari resta meta privilegiata e quasi esclusiva del lusso e del fashion Made in Italy. Così sembrerebbe dopo la rinuncia alla quotazione della Savino Del Bene, il gruppo della logistica che proprio ieri ha deciso di cancellare l'Ipo, in quanto le adesioni ricevute sono risultate inferiori al quantitativo offerto: senza la garanzia, dunque, del successo dell'operazione.

VITTORIO MALACALZA E MARCO TRONCHETTI PROVERA IN TRIBUNA ALLO STADIO MEAZZAVITTORIO MALACALZA E MARCO TRONCHETTI PROVERA IN TRIBUNA ALLO STADIO MEAZZA

Il ritorno in Borsa del gruppo di Scandicci (che era stata delistato da Piazza Affari dieci anni fa) era previsto per oggi, ma la società e gli azionisti venditori (il presidente e Ad Paolo Nocentini e il vicepresidente Silvano Brandani), d'intesa con i coordinatori dell'offerta, hanno comunicato l'annullamento dell'Ipo malgrado una quota di prenotazioni di investitori istituzionali italiani ed esteri, ricevuta dopo il roadshow svolto presso le principali piazze finanziarie europee e americane.

FRANCESCO GORI AD PIRELLIFRANCESCO GORI AD PIRELLI

L'approdo in Borsa dell'azienda prevedeva la vendita di 31 milioni di azioni, per il 61% possedute dagli attuali azionisti e per la restante parte frutto di un aumento di capitale. La forchetta di prezzo era stata fissata tra i 2,55 e i 3,1 euro per azione con una valorizzazione della società tra i 287 milioni e i 348 milioni di euro. Fino all'ultimo gli azionisti di Savino Del Bene hanno tentato di salvare l'Ipo: hanno prima spostato di due giorni il termine per le adesioni e, poi, hanno abbassato il prezzo verso la parte bassa della forchetta.

Insomma, la storia recente di Piazza Affari dimostra che le quotazioni con i migliori risultati restano quelle nel lusso: un'autentica febbre per il settore, visto che gli investitori istituzionali esteri hanno accolto con favore Ferragamo e Brunello Cucinelli e ora guardano a Moncler. Il debutto dell'azienda dei piumini, che approderà in Borsa il 16 dicembre, sta andando a gonfie vele: la raccolta di ordini a soli tre giorni dall'avvio dell'offerta ha richieste pari a 12 volte il quantitativo di azioni in vendita.

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