DRAGHI NON SOTTERRA IL “BAZOOKA”: “A DICEMBRE RIVALUTEREMO IL QUANTITATIVE EASING” -  LA BCE CI BACCHETTA SUL DEBITO, MA L'ECONOMIA STAGNANTE E L'INFLAZIONE BASSA POSSONO SPINGERE FRANCOFORTE A RICOMPRARE BTP - COME INVOCATO DA PAOLO SAVONA (E FA COMODO ANCHE ALLA GERMANIA)

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Claudio Antonelli per “la Verità”

 

mario draghi bazooka mario draghi bazooka

A distanza di tre settimane dagli appelli lanciati dal ministro Paolo Savona («La Bce prenda una posizione da banca centrale, il contesto economico è cambiato») Mario Draghi risponde con un messaggio bifronte tutto dedicato all'Italia.

 

Il presidente della Bce avverte nuovamente i Paesi «ad alto debito»: non devono aumentarlo ulteriormente, e lo spread in alcuni Paesi riflette lo sfida alle regole di bilancio comuni. «La mancanza di consolidamento fiscale nei Paesi ad alto debito aumenta la loro vulnerabilità agli choc, che siano auto prodotti mettendo in forse le regole dell' Unione monetaria, o importati tramite il contagio. Finora, l'aumento degli spread è stato in gran parte limitato al primo caso e il contagio è stato limitato».

 

banca centrale europea banca centrale europea

Anche se i rischi appaiono ancora «bilanciati», e la frenata della crescita nell'Eurozona «è normale e non prelude a una improvvisa interruzione, la Bce», ha detto Draghi, «dovrà monitorare attentamente» i rischi posti dalla guerra dei dazi e l'inflazione di base «deve ancora mostrare una tendenza al rialzo convincente». Un cambio di tono del presidente della Bce che potrebbe avere ripercussioni sulle prossime mosse di politica monetaria, come l'uscita dal Qe programmata a fine dicembre e un rialzo dei tassi atteso per il prossimo autunno.

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

Se i dati in arrivo confermeranno la convergenza verso gli obiettivi, la Bce procederà come stabilito. Ma «il consiglio ha anche notato che le incertezze sono aumentate» e dunque, ha detto il presidente della Bce allo European banking congress a Francoforte, «a dicembre, con le nuove previsioni disponibili, saremo più in grado di fare una piena valutazione». Traduzione? Siamo pronti a rivedere la politica monetaria se la congiuntura cambia, e ad acquistare con più intensità Btp.

 

A partire dallo scorso marzo l'intera eurozona si è concentrata sull'Italia. Prima la campagna elettorale, poi il voto, le lunghe trattative su e giù dal Colle e infine la nomina definitiva di Giuseppe Conte a premier. Il tira e molla all'interno dell'esecutivo e il difficile parto di una manovra che è ancora tutta da definire.

il ministro giovanni tria (1) il ministro giovanni tria (1)

 

Basti pensare che i due pilastri (quota 100 e reddito di cittadinanza) si faranno con una legge delega e quindi si potranno valutare nero su bianco non prima di aprile. Incertezze e incongruenze che hanno penalizzato l'andamento dei titoli di Stato al di là di ogni valutazione sui fondamentali.

 

Mentre l'Italia è stata in tutte queste settimane al centro delle attenzioni dei mercati e della morbosità politica dei rappresentanti dell'Unione europea, la Germania ha avviato un drastico cambio di passo. Già a maggio i segnali erano finiti al vaglio degli analisti.

«La stabilizzazione della fiducia a maggio è moderatamente incoraggiante dopo diversi mesi di cali consecutivi anche se va rilevato che in quasi tutti i settori le imprese si aspettano un ulteriore moderazione della crescita nei prossimi mesi», scriveva Anna Maria Grimaldi, economista di Intesa Sanpaolo, nelle consuete indicazioni sull' indice della fiducia tedesco.

paolo savona paolo savona

 

«Il picco di questo ciclo», proseguiva l'esperta, «è chiaramente alle spalle, l' economia tedesca continuerà a crescere al di sopra del potenziale ma il rallentamento è arrivato prima delle attese ed è marginalmente più pronunciato del previsto». La crescita tedesca, sempre a maggio, era attesa in media a 1,9% nel 2018 da un precedente 2,2%, ancora al di sopra del trend Ue. Ma dopo agosto le cose non sono cambiate. A ottobre l' indice Ifo è sceso a 102,8 punti dai 103,7 del mese precedente.

 

Tutto spinge la Germania a un drastico cambio di prospettiva. Se fino a un anno fa le pressioni di Berlino e della Bundesbank erano tutte mirate a una fine brusca del Quantitative easing, adesso il vangelo sembra cambiare. Quando l'economia è in espansione i tassi in risalita servono per iniettare benzina nella locomotiva, quando fiducia delle imprese e i dati di produzione industriale si afflosciano allora il bazooka di Draghi torna a essere appetitoso.

 

angela merkel 3 angela merkel 3

Non sappiamo se la svolta di dicembre si realizzerà, né se a goderne sarà di più l' Italia o la Germania. Ma il tema sollevato da Savona per primo e dal ministro dell' Economia, Giovanni Tria, per secondo, è destinato a diventare il must del Natale in arrivo. «Il problema della crescita è europeo, andrebbe affrontato insieme e non in modo separato e conflittuale.

 

“L'Europa non ci sembra consapevole della situazione e sembra incapace di adottare politiche macroeconomiche di stabilizzazione e di contrasto al rallentamento economico a livello europeo», ha detto Tria. Ma a segnare il cambio di passo ulteriore nei rapporti tra Francoforte e Roma è la frase di Matteo Salvini. Una esternazione sintetica che seppellisce le decine di commenti da parte del collega di governo Luigi Di Maio: «Draghi da presidente della Bce in questi anni per l'Italia, per i risparmi degli italiani, si è impegnato», ha detto il numero uno del Carroccio.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti 2 matteo salvini giancarlo giorgetti 2

Qualche settimana fa, il grillino aveva detto che Draghi «avvelena i pozzi» nel dibattito sulla manovra economica italiana bocciata dall' Europa. Nella bandierina piantata ieri da Salvini non c' è solo il lavoro diplomatico svolto da Giancarlo Giorgetti, ma anche la normalizzazione dei rapporti tra un governo a maggiore trazione leghista, il Quirinale e la finanza cattolica, guidata dalla banca di sistema (Intesa) e dall' Acri.

 

Molti giornali nelle parole di Draghi hanno visto solo il bastone. In realtà contengono l'avvio di un 2019 completamente diverso dal 2017. L' anno che va a scadere segna infatti un cambio storico nelle logiche. Al di là delle tensioni politiche, lo schema del nazareno Ue (Juncker-Moscovici-Mogherini) ha i mesi contati. E questo segnerà nuovi rapporti con la Bce e in sede di discussioni di bilancio.

 

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