DUE SCARPATE IN FACCIA ALLO SCARPARO - LA PRIMA: I SOCI RCS, GUIDATI DA BAZOLI, RISPONDONO PICCHE ALLA PROPOSTA DI DELLA VALLE DI FAR SCENDERE IL PATTO DI SINDACATO AL 51% (COSÌ POTREBBE ACQUISIRE QUOTE FUORI DALL’ACCORDO E TENTARE LA SCALATA) - LA SECONDA: I DIPIETRISTI CONTRO IL COLOSSEO PRIVATIZZATO E "REGALATO" DA ALE-DANNO A MR.TOD’S: “UNA SVENDITA, UNA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE”…

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1 - RCS IL PATTO BLOCCA ANCORA DELLA VALLE. NON PASSA LA PROPOSTA DI PORTARE L'ACCORDO AL 51%
Francesco Manacorda per "la Stampa"

DIEGO DELLA VALLEDIEGO DELLA VALLE

Diego Della Valle tenta ancora l'assalto al patto Rcs, ma i grandi soci resistono sulle loro posizioni e bocciano la sua proposta di ridurre il peso dell'accordo dal 63,5 al 51% del capitale. Dalla riunione dell'accordo parasociali in programma oggi a Milano non si attendono clamorose novità o, detto in modo più chiaro, non ci si aspetta che l'imprenditore marchigiano che oggi possiede una quota sindacata pari al 5,4% del gruppo editoriale e che da qualche mese sta cercando in ogni modo di salire nell'azionariato, la spunti.

Di fronte alla voglia di Della Valle, assai pubblicizzata, di diventare primo azionista del gruppo editoriale che pubblica anche il Corriere della Sera c'è la volontà di molti altri soci - l'accordo Rcs è una multiproprietà dove convivono tredici diversi azionisti che vanno da Mediobanca a Intesa-Sanpaolo, passando per nomi come Fiat, Generali, Pirelli e FonSai, mentre altri tre nomi di peso come Giuseppe Rotelli, Benetton e il gruppo Toti sono fuori dall'accordo - di mantenere tutto fermo. Dalla loro hanno anche il fatto che l'accordo è stato rinnovato lo scorso marzo per i prossimi tre anni.

Giuseppe RotelliGiuseppe Rotelli

Non pare dunque destinata a passare la richiesta avanzata da Della Valle che il patto di sindacato scenda a un semplice 51% del capitale con una sorta di disarmo parziale multilaterale dei grandi soci, che a questo punto sarebbero liberi di mantenere altre quote fuori dal patto stesso.

Di fronte alla sua richiesta, il 10 giugno scorso, il patto aveva dato mandato a Piergaetano Marchetti - presidente di Rcs e grande esperto di diritto societario - per quella che lo stesso Marchetti aveva definito «una ricognizione della disciplina giuridica, che non riguarda alcuna operazione concreta». Adesso, a quel che si apprende, la «ricognizione» è giunta al termine.

Ma gli esiti non sono positivi per la proposta di Della Valle, in primo luogo per un motivo sostanziale. Per portare il patto dal 63,5 al 51% ci vuole infatti l'unanimità di tutti gli aderenti all'accordo parasociale. Unanimità che non risulta visto che, tra gli altri, si oppongono alla proposta sia la Mittel, rappresentata nell'accordo dal presidente di IntesaSanpaolo Giovanni Bazoli, sia il gruppo Pesenti.

BAZOLIBAZOLI

La rimodulazione del patto con il 51% rischierebbe poi costituire di fatto un nuovo accordo parasociale, sebbene composto dagli stessi membri del precedente. E di fronte a un nuovo accordo che controlli più del 30% del capitale di Rcs potrebbe scattare l'obbligo d'Opa imposto dalla Consob, che non ha comunque ricevuto alcun quesito in merito.

L'industriale marchigiano, che ha anche una posizione nel patto di sindacato Mediobanca ed è consigliere indipendente in Generali - entrambi soci del sindacato Rcs - aveva già provato nei mesi scorsi a chiedere un'esenzione dalle regole del patto che permettono ai suoi membri di poter acquistare fuori dall'accordo azioni fino a un massimo del 20% della quota sindacata.

CARLO PESENTICARLO PESENTI

Ma in quell'occasione gli era stato risposto che una simile deroga non poteva valere solo per lui, mentre l'applicarla a tutti i soci avrebbe portato il rischio di una sostanziale riduzione del già scarso flottante di Rcs con la conseguente possibilità di un'uscita dal listino che nessuno dei soci si augura.

2 - RICAVI 6 MESI 1,02 MLD, PERDITA SALE A 19,5 MLN...
(ANSA) -
Sale a 19,5 milioni di euro la perdita dei primi 6 mesi di Rcs, contro i 9,8 milioni del primo semestre 2010. Lo si apprende da una nota secondo la quale i ricavi consolidati sono scesi da 1,04 a 1,02 miliardi di euro ed il margine operativo lordo ante oneri e proventi non ricorrenti é sceso da 69,8 a 56,5 milioni di euro.

Il margine operativo lordo dopo gli oneri e i proventi non ricorrenti è sceso invece dai 68,8 milioni a perimetro omogeneo del 2010 ai 47,3 milioni dello scorso 30 giugno, mentre l'indebitamento finanziario ha subito una contrazione di 134,7 milioni rispetto al 30 giugno 2010, portandosi a quota 967,6 milioni di euro. Sul fronte dei costi invece il gruppo, rispetto agli interventi previsti per il piano 2011-2013, ha "ampiamente superato" gli obiettivi realizzando in 24 mesi risparmi complessivi per 239 milioni di euro.

DELLA VALLE-COLOSSEODELLA VALLE-COLOSSEO

Il consiglio, poi, ha approvato la fusione delle società interamente controllate, per effetto della quale vengono incorporate dalla capogruppo: Rcs Quotidiani con Digital e Trovocasa, Rcs Periodici con Editrice Abitare Segesta, Pubblibaby, Rcs Direct, Rizzoli Publishing Italia e Sfera Editore ed Rcs Pubblicità.

Il diritto di recesso sull'operazione è stato esercitato, al termine dello scorso 22 luglio, da circa l'1,2% del capitale sociale ordinario e dal 10,9% di quello di risparmio, ma - viene indicato - sono ancora in corso verifiche sulle dichiarazioni pervenute e non sono escluse "ulteriori dichiarazioni di recesso validamente inviate entro il termine del 22 luglio e ulteriori certificazioni o comunicazioni degli intermediari, validamente inviate entro il termine del 27 luglio a corredo delle dichiarazioni di recesso".

3 - DA CDA RCS RISPARMI AGGIUNTIVI PER 50 MLN RISPETTO A PIANO...
(ANSA)
- Cinquanta milioni di risparmi aggiuntivi rispetto al piano triennale 2011-2013 di Rcs. E' quanto ha deciso oggi il consiglio di amministrazione che si è riunito per esaminare i conti semestrali. Lo si legge in una nota secondo la quale, "in relazione alle incertezze di mercato", il consiglio ha deciso di "non considerare terminate le azioni di efficientamento varate nel 2009, che ad oggi hanno avuto benefici complessivi per 239 milioni".

della valle striscionedella valle striscione

Per questo è stata programmata una "ulteriore e continua azione sui costi e sul miglioramento dei processi produttivi", un intervento che "riguarderà sia la Spagna sia l'Italia" e "comporterà ulteriori risparmi pari a circa 50 milioni, rispetto alle ipotesi sottese al piano triennale 2011-2013".

4 - L´IDV: "COLOSSEO NO ALLA SVENDITA A DELLA VALLE"...
Manuel Massimo per "la Repubblica - Roma"
- Militanti e dirigenti dell´Italia dei Valori schierati all´ombra del Colosseo, contro ogni tentativo di privatizzazione del monumento-simbolo di Roma. «Beni culturali = beni comuni»: questo lo slogan scelto dai dipietristi per protestare contro la sponsorizzazione dei lavori di restauro dell´Anfiteatro Flavio, considerata come «una svendita, una dismissione di competenze e una privatizzazione strisciante».

Nel mirino il patto siglato il 21 gennaio scorso con la Tod´s di Diego Della Valle, che potrebbe consentire la realizzazione di un´ampia struttura di rappresentanza all´interno del Colosseo. Ma il ministro ai Beni culturali, Giancarlo Galan, difende la scelta e rilancia: «Nell´accordo con Della Valle per il Colosseo non vedo controindicazioni: vedo solo cose di altissimo livello che non disturbano il monumento più noto dell´Italia nel mondo».

 

 

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