EFFETTO GUBITOSI SU TIM: +4% IN BORSA. MA VIVENDI È PRONTA A DICHIARARE BATTAGLIA, CONVOCARE L'ASSEMBLEA E LOTTARE FINO ALL'ULTIMO VOTO. GENISH SBATTE LA PORTA CON 2,8 MILIONI DI BUONUSCITA IN TASCA PER UN ANNO DI LAVORO - IL GOVERNO VUOLE REPLICARE IL MODELLO TERNA: SCORPORARE LA RETE, CREARE UN POLO CON OPEN FIBER (ENEL+CDP)

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Tim: parte positiva in Piazza Affari, +4%

 (ANSA) - Primi scambi in rialzo per Tim in borsa a Milano dopo la nomina di Luigi Gubitosi amministratore delegato e direttore generale: il titolo in partenza sale del Tim: parte positiva in Piazza Affari, +4% a 0,55 euro.

 

 

1 – Tim, timone a Gubitosi ma Vivendi è pronta a dichiarare battaglia

luigi gubitosi luigi gubitosi

Rosario Dimito per “il Messaggero

 

La nomina scontata, a maggioranza, di Luigi Gubitosi ad amministratore delegato di Tim, decisa ieri sera dal cda presieduto da Fulvio Conti, tiene alta la tensione fra il gruppo Vivendi e il fondo americano Elliott. Non solo perché, come da copione, i cinque rappresentanti francesi hanno votato contro e lo avevano fatto in mattinata nel corso del Comitato nomine e remunerazione telefonico presieduto da Alfredo Altavilla che, sempre 3 a 2, ha raccomandato l' investitura dell' ormai ex commissario Alitalia.

 

Il fatto è che Parigi vuole rimettere subito tutto in discussione chiedendo la convocazione, dopo sei mesi, di un' altra assemblea per tornare alla conta. «E' stato un capitolo triste di Tim - ha dichiarato l' ex ad Amos Genish uscendo dal cda - per il risultato dell' ultima settimana. Questi cambi repentini di strategie e leadership stanno dividendo i due azionisti, chiedo subito un' assemblea al massimo entro i primi mesi del 2019, le decisioni degli ultimi giorni non sono nell' interesse degli investitori».

 

AMOS GENISH AMOS GENISH

Ma Gubitosi non si deprime, il nuovo amministratore delegato guarda avanti e si rivolge così a tutti gli stakeholder: «Tim ha una grande storia e un capitale umano da valorizzare per vincere la sfida del mercato, generare più cash flow per ridurre il debito ed esaminare con attenzione e velocità il progetto per la costruzione di una rete unica».

 

Quanto alla riunione di ieri, non vi è dubbio che si sia trattato di un cda combattuto, durato due ore e mezza, nel quale gli uomini di Vivendi hanno contestato la procedura seguita: il vulnus sarebbe stata la riunione di sabato pomeriggio organizzata da Conti solo tra i 10 consiglieri indipendenti indicati di Elliott che ha cementato l' unità attorno a Gubitosi con il passo indietro di Altavilla, escludendo i tre in quota francese: Giuseppina Capaldo, Marcella Moretti e Michele Valensise.

 

Esclusione che, secondo i francesi, sarebbe contraria alle regole. Sembra però che anche i sindaci l' abbiano rilevata e perciò non si esclude un ricorso alla Consob. Il cda che ha quindi confermato al presidente i poteri di legge, ha attribuito all' ad le deleghe gestionali e gli riconoscerà un trattamento economico corrispondente a quello di Genish.

 

I PRIMI PASSI

In cima all' agenda di Gubitosi c' è senza dubbio lo scorporo della rete e la sua successiva fusione con Open Fiber caldeggiata dal governo. Ma il manager deve gestire altri due dossier caldi: la cessione di Persidera e quella di Sparkle. Nel primo caso, la procedura di vendita, dopo la concessione dell' esclusiva al fondo ISquared, sembra rallentata, in quanto il fondo americano sarebbe poco propenso a migliorare l' offerta di 240 milioni.

paul singer paul singer

 

Questo in quanto Gedi (la holding di partecipazioni che fa capo alla famiglia De Benedetti) quale socio di Persidera al 30% eserciterà il diritto di prelazione previsto dai patti parasociali per rilevare il 70% posseduto da Tim al valore corrispondente l' offerta Usa per poi cedere l' infrastruttura a Rai Way, che avrebbe offerto circa 220 milioni. Per finalizzare l' operazione, Gedi avrebbe già organizzato un prestito ponte con un pool di banche guidate da Intesa Sp.

 

I DIRIGENTI

Ancor più delicata la cessione di Sparkle, fortemente voluta da Elliott: secondo il fondo attivista, i multipli cui cedere la società dei cavi sottomarini sarebbe 8 volte l' ebitda, che nel 2018 dovrebbe attestarsi sui 120 milioni. La valorizzazione sarebbe quindi di circa 1 miliardo, ma stime più prudenti, dato che sull' asset insiste il golden power, parlano di 780-800milioni.

 

Gubitosi dovrà inoltre decidere il destino delle torri Inwit di cui Tim vanta il 60%. Genish voleva dismetterla, salvo poi ripensarci. Gubitosi potrebbe optare per una cessione secca o un polo con il gruppo Cellnex. Da ultimo, c' è da decidere se acquistare Nextel, operazione che però sembra destinata ad arenarsi.

bollore de puyfontaine bollore de puyfontaine

 

Oggi è atteso il primo messaggio di Gubitosi ai 49.000 dipendenti del gruppo e l' incontro con le prime linee manageriali che quasi certamente saranno riorganizzate. Fra le figure commerciali è dato in ulteriore ascesa Stefano Azzi, responsabile della Divisione Consumer che Gubitosi ha conosciuto ai tempi di Wind. Potrebbero esserci novità anche sul fronte della direzione della Comunicazione, un ruolo strategico per una società come Tim. Scricchiolanti sarebbero inoltre tre poltrone volute da Vivendi: Agostino Nuzzolo, general counsel, Mario Di Mauro (capo delle Strategie) e Francesco Russo (Public affairs).

 

Saldo in sella sembra invece Stefano Siragusa, già amministratore delegato di Ansaldo Sts, partecipata da Elliott. Sarebbero invece vagliate laicamente le posizioni di Elisabetta Romano, Chief Technology Officer e Piergiorgio Peluso, direttore finanziario che però Gubitosi ha conosciuto ai tempi del famoso prestito convertendo Fiat.

 

 

STEFANO BUFFAGNI LUIGI DI MAIO STEFANO BUFFAGNI LUIGI DI MAIO

2 – Il governo guarda al modello Terna per far crescere Cassa depositi e prestiti

Nicola Lillo e Ilario Lombardo per “la Stampa

 

Lo scorporo della rete di Tim per difendere l' interesse nazionale. Le parole d' ordine del governo Lega-Cinque Stelle arrivano a toccare anche le partite finanziarie più complesse: il sovranismo e il nazionalismo vengono usati come ariete per tentare quello che in vent' anni nessuno è riuscito a fare, separare l' infrastruttura della rete dall' ex Telecom, integrarla con Open Fiber e costituire così una nuova società a maggioranza pubblica. Che per il M5S significa avere il controllo della rete grazie a Cassa depositi e prestiti. Un piano tutt' altro che semplice, su cui però i due leader dei partiti di maggioranza sono allineati.

 

Per arrivare a questo punto il governo giallo-verde punta tutto su Cdp. L' intenzione è di aumentare la partecipazione della Cassa in Tim, che per ora sfiora il 5%, e che l' ente controllato dal ministero dell' Economia considera «strategica».

 

open fiber open fiber

Non verrà fatto subito, ma nei prossimi mesi. Solo tenendo la mano pubblica sull' operazione - è il ragionamento che fanno a Palazzo Chigi - è possibile portare a termine un' operazione di questo tipo. Cdp infatti ha anche il 50% di Open fiber. Le due partecipazioni la fanno diventare il perno del progetto per creare una «super rete», sul modello di Terna che gestisce quella dell' elettricità. Il piano è targato Cinque Stelle - ci lavora il sottosegretario Stefano Buffagni - e avrebbe ricevuto il via libera sia da Matteo Salvini («Dove passano dati sensibili italiani io preferisco che ci sia controllo pubblico», ha detto), che da Giancarlo Giorgetti.

 

Mentre il ministro dell' Economia Giovanni Tria, inizialmente contrario, è costretto a adeguarsi all' indirizzo politico dei due partiti. Nel governo parlano di un' operazione di «efficientamento - si spiega - così da rendere vantaggiosi per tutti l' esistenza di una rete unica e abbassare le tariffe per i consumatori» grazie al modello Rab (Regulatory asset base), che prevede tariffe a carico dei gestori che usano la rete.

STARACE ENEL STARACE ENEL

 

Posizione comunque non condivisa dagli esperti del settore, secondo i quali c' è il rischio che i costi maggiori vengano fatti scivolare sull' utente finale. Questo piano ha subito un' accelerazione nelle ultime settimane a causa di Iliad, l' operatore francese low cost che grazie a costi aziendali bassissimi (i dipendenti sono pochi) riesce ad abbassare le tariffe e sbaragliare la concorrenza, sfilando clienti alle società storiche.

 

Il M5S è convinto che la soluzione immaginata e la Rab «non favoriscono chi fa concorrenza sleale e chi usa la leva dell' occupazione per fare margini», spiegano. Per arrivare alla fusione tra la rete di Tim e Open Fiber occorre comunque superare l' ostacolo più grosso, e cioè Vivendi, gli azionisti di maggioranza in Tim contrari a perdere il controllo della rete. I francesi possono bloccare ogni decisione strategica in assemblea straordinaria, dove servono i due terzi.

 

«Dobbiamo convincerli», spiega una fonte di governo, che parla di «scissione» e non di scorporo della rete. E anche per questo a Palazzo Chigi c' è la volontà di prendere le distanze dai nemici dei francesi, gli americani di Elliott, che secondo il governo punta a tagli interni e ad una società molto più leggera. L' unica raccomandazione su questa partita da parte di Salvini è infatti quella di «far capire ai francesi che non stiamo con Elliott, un fondo che fa speculazione sui titoli italiani».

fabrizio palermo fabrizio palermo

 

Ora comunque c' è un nuovo amministratore delegato, Luigi Gubitosi, indicato proprio dagli americani. I dialoghi con il manager che lascia Alitalia inizieranno presto, anche se nel governo scommettono sul fatto che la sua poltrona potrebbe presto saltare. Ai 5 Stelle di sicuro il suo nome non piace e non credono sarà lui ad agevolare il loro piano. L' esecutivo si aspetta un altro ribaltone in Tim e un ulteriore cambio di governance, con Vivendi che riprende il controllo dell' azienda.

 

La strategia dunque è delineata: avere un buon quadro normativo grazie all' emendamento presentato al Senato che semplifica l' integrazione delle reti, trovare la quadra con i francesi e aumentare la partecipazione di Cdp in Tim per avviare un progetto che si prevede complesso e particolarmente lungo.

 

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