IL GIOCATTOLO S’È ROTTO: TOYS “R” US CHIUDE, A RISCHIO 33MILA POSTI DI LAVORO - LA STORICA CATENA, DOPO AVER SCHIACCIATO I GIOCATTOLAI INDIPENDENTI, È STATA A SUA VOLTA FATTA FUORI DA AMAZON, WALMART E TARGET, E DAL BOOM DI SMARTPHONE E VIDEOGIOCHI - L’AD AL VELENO: ‘I VENDITORI, I CONSUMATORI CHE HANNO SCELTO LA CONCORRENZA, I MEDIA CHE CI HANNO DERISO, VIVRANNO TUTTI NEL RIMORSO’. SIPARIO

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Dagonota - Il Wall Street Journal titola: “Con la morte di Toys “R” Us, i produttori di giocattoli si trovano davanti a un baratro da 11 miliardi”: questo era il fatturato annuale del gigante dei negozi di giocattoli, la cui fine mette a rischio 33mila posti di lavoro negli Stati Uniti e un canale di distribuzione un tempo fondamentale per le varie Mattel e Hasbro (che infatti oggi calano in borsa). I giochi ora si vendono su Amazon, ma anche nella grande distribuzione ‘generalista’ tipo Walmart e Target e su siti “piccoli” e specializzati.

 

Di sicuro, il settore dei giocattoli, che vale 27 miliardi l’anno, teme di aver perso per sempre la vetrina più importante, centinaia di negozi che permettevano di testare e lanciare anche prodotti “rischiosi”: la grande distribuzione vende solo i pezzi sicuri, quelli già in cima al mercato, e raramente scommette su produttori nuovi o minori. Come invece aveva fatto più volte Toys “R” Us, che ha inaugurato mode e spinto l’innovazione.

 

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Le equilibratissime frasi dell’amministratore delegato David Brandon nella sua conference call con lo staff? “Vi garantisco che i venditori che non ci hanno sostenuto durante il periodo natalizio, i consumatori che hanno fatto acquisti altrove e i media che hanno narrato senza sosta il tracollo della catena, beh mancheremo molto a tutte queste categorie. Chi ci ha preso a schiaffi per mesi vivrà nel rimorso per quello che sta succedendo”. Sipario.

 

 

Marco Valsania per www.ilsole24ore.com

 

Potremmo chiamarlo, letteralmente, un gioco al massacro. E' quello al quale da' il via Toys “R” Us, che ha annunciato la chiusura dei suoi quasi mille negozi statunitensi, fino all'ultimo. Certo il celebre e storico retailer ludico, che fa risalire le proprie origini a un piccolo negozio aperto a Washington nel 1948 agli albori del baby boom, e' gia' in amministrazione controllata dal settembre dell'anno scorso, schiacciato da debiti per cinque miliardi di dollari, perdite e crolli delle vendite.

 

Ma il nuovo capitolo della crisi, anzi il passo finale che dovrebbe vedere la liquidazione della societa' entro i prossimi giorni, e' di pessimo auspicio per molti altri protagonisti grandi e piccoli dell'intero settore dei giocattoli, distributori o produttori che siano. La catena, nonostante abbia portato i libri in tribunale, ha tuttora una quota d'un quinto del mercato statunitense.

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Investitori e analisti si sono ormai accorti della debacle annunciata e hanno smesso di divertirsi - ascrivendo il terremoto alla crescente concorrenza dell'entertainment digitale e hi-tech e alla pressione al ribasso sui prezzi generata dall'avanzata dell'e-commerce di Amazon.

 

Nei giorni scorsi i titoli dei due principali colossi statunitensi quotati in Borsa della produzione di giochi - il leader Hasbro e la Mattel di Barbie che dai negozi di Toys R Us derivano il 10% del fatturato - sono precipitati. A Hasbro non vale ormai piu' neppure aver collezionato quasi tutte le licenze legate ai personaggi di Disney e dei suoi molteplici e popolari Studios, da Marvel a Pixar e LucasFilm.

 

JEFF BEZOS JEFF BEZOS

Anche produttori statunitensi minori quali Jakks Pacific non sono stati risparmiati, subendo un tonfo del 5 per cento. Fuori dai confini americani ha sofferto in Canada la Spin Master, scivolata del 3 per cento. E in Europa il gigante non quotato Lego e' reduce dal primo declino delle entrate in tredici anni. La nuova crisi e' diventata tale che sono tornate in auge voci di potenziali acquisizioni o fusioni nel settore, a cominciare da una combinazione proprio tra Hasbro e Mattel.

 

 

BORSA: MATTEL PESANTE CON LIQUIDAZIONE TOYS R US, -2%

 (ANSA) - La richiesta di liquidazione di Toys 'R' Us pesa su Mattel, che cala in Borsa del 2% nelle contrattazioni che precedono l'apertura dei mercati. La probabile chiusura dei suoi punti vendita lascia infatti l'industria dei giocattoli, che vale 27 miliardi di dollari, senza un partner essenziale sul quale fare affidamento durante tutto l'anno per esporre e presentare le novita' del settore.

gente di walmart 10 gente di walmart 10 gente di walmart 11 gente di walmart 11 il sogno della famiglia mattel il sogno della famiglia mattel

 

MATTEL MATTEL

 

 

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