JACKPOT PER PONZELLINI - INDAGATI PETRONE E MONDANI, VERTICI DI SISAL E CAPGEMINI, PER CORRUZIONE PRIVATA ALL’EX CAPO DI BPM. PERQUISIZIONI DELLA GDF NELLE VARIE SEDI - I DUE MANAGER AVREBBERO PROMESSO O VERSATO 1,3 MLN € A PONZELLINI PER MANTENERE I FINANZIAMENTI DI BPM, GIÀ SOTTO INCHIESTA PER IL CREDITO ALLA ATLANTIS - SOSPETTI ANCHE PER IL CONSORZIO IMMOBILIARE DI PONZELLINI, CHE LO FINANZIAVA SEMPRE COI SOLDI DELLA BANCA MILANESE…

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1 - BPM: IN CORSO PERQUISIZIONI GDF A ROMA E MILANO
(ANSA) - I militari della guardia di finanza di Milano stanno effettuando a Roma e Milano una serie di perquisizioni, in particolare a carico degli amministratori delegati di due società nell'ambito dell'inchiesta su Banca Popolare di Milano che qualche tempo fa ha portato agli arresti domiciliari, fra gli altri, l'ex presidente Massimo Ponzellini.

ENZO CHIESA E MASSIMO PONZELLINIENZO CHIESA E MASSIMO PONZELLINI

2 - BPM: AD SISAL E CAPGEMINI INDAGATI PER CORRUZIONE
(ANSA) - Gli amministratori delegati di Sisal e Capgemini Emilio Petrone e Maurizio Mondani in seguito alle perquisizioni di oggi della Gdf sono indagati dalla Procura di Milano per corruzione privata per aver promesso o versato a vario titolo 1,3 milioni di euro all'ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, ora agli arresti domiciliari, quando era alla guida dell'istituto di credito. Delle presunte mazzette si parlava già nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Cristina Di Censo nei confronti del banchiere.

MASSIMO PONZELLINIMASSIMO PONZELLINI

In particolare, stando anche a quanto riportato nell'ordinanza di arresto per Ponzellini di alcune settimane fa, dall'ad di Sisal sarebbero stati promessi o versati circa 860 mila euro per l'allora presidente di Bpm, mentre le presunte mazzette da parte dell'ad di Capgemini, quasi tutte versate, ammonterebbero a circa 420 mila euro.

Nel decreto di perquisizione (l'attività è finalizzata alla ricerca di prove sulle presunte corruzioni), firmato dai pm di Milano Roberto Pellicano e Mauro Clerici, ci sono anche le dichiarazioni di un teste: in sostanza, il testimone avrebbe raccontato che le presunte mazzette versate da Capgemini erano finalizzate a favorire il business della società, che si occupa di servizi soprattutto telematici, e a promuovere un'azione di 'lobbismo' da parte di Ponzellini in questo senso. Capgemini, poi, da quanto si è saputo, ha già un rapporto come fornitore con Bpm, rapporto che gli porta un fatturato di circa un milione di euro all'anno. E lo stesso ex braccio destro di Ponzellini, Antonio Cannalire, agli arresti domiciliari, aveva avuto un ruolo in Capgemini in passato.

Le presunte tangenti dalla Sisal, invece, secondo gli inquirenti, si inserirebbero nella volontà della società, che si occupa di gioco d'azzardo legale, di mantenere forti 'relazioni' con il gruppo 'capeggiato' da Ponzellini e Cannalire, indagati anche per associazione per delinquere. I due, secondo l'accusa, avrebbero avuto, anche assieme al deputato Pdl Marco Milanese, un 'peso' fondamentale nel business dei giochi.

Inoltre, una delle perquisizioni (presso terzi) ha riguardato anche un professionista che, nell'ipotesi degli investigatori, avrebbe svolto un compito simile a quello di Cannalire nei rapporti tra imprenditori e Bpm per la concessione dei crediti. Il professionista 'intermediario', sempre 'uomo' di Ponzellini, veniva retribuito con un contratto per consulenze probabilmente fittizie da 220 mila euro all'anno, contratto firmato dall'ex dg della banca Enzo Chiesa, anche lui indagato per associazione per delinquere.

3 - BPM: DA GDF PERQUISIZIONI IN UFFICI SISAL E CAPGEMINI
(ANSA) - Sono la Sisal e la Capgemini le due società al centro delle perquisizioni che le Fiamme Gialle stanno effettuando nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano su Bpm. L'operazione dei finanzieri riguarda anche le abitazioni degli amministratori delegati delle due società.

MAURIZIO MONDANIMAURIZIO MONDANI

Secondo le indagini gli amministratori delegati di Sisal e Capgemini avrebbero corrisposto o promesso circa 1,3 milioni di euro per favorire le società di cui sono alla guida nei procedimenti di concessione e di mantenimento di crediti da parte di Banca Popolare di Milano e nell'affidamento di incarichi di consulenza. La Guardia di Finanza su delega dei pm milanesi Roberto Pellicano e Mauro Clerici sta inoltre effettuando altre perquisizioni nei confronti di una persona sospettata di avere avuto un ruolo di intermediazione illecita tra l'istituto di credito e "soggetti economici" interessati ad ottenere crediti dalla banca, nonché nella sede di un consorzio che avrebbe ricevuto un finanziamento anomalo per la costruzione, alla periferia di Roma, di un complesso edilizio residenziale del valore di circa 170 milioni di euro.

L'operazione di oggi è un ulteriore sviluppo dell'inchiesta che lo scorso 29 maggio ha portato agli arresti domiciliari, tra gli altri, Massimo Ponzellini, l'ex presidente di Bpm accusato di associazione per delinquere e corruzione per una serie di finanziamenti sospetti e un giro di presunte tangenti versate o promesse da 5,7 milioni di euro. Ai domiciliari c'é anche Antonio Cannalire, l'ex braccio destro del banchiere che qualche settimana fa si è anche dimesso dalla presidenza di Impregilo.

4 - INDAGINI, FINANZIAMENTO SOSPETTO DA 60 MLN A CONSORZIO
(ANSA) - Spunta un altro finanziamento sospetto da oltre 60 milioni di euro nell'inchiesta sugli ex vertici della Bpm che oggi ha portato ad una serie di perquisizioni. Da quanto si è saputo, infatti, la banca nel 2010, quando era guidata da Massimo Ponzellini, avrebbe concesso un affidamento per 60 milioni al consorzio 'Parco dell'Aniené per un progetto edilizio nella periferia romana. Ponzellini, secondo le indagini, oltre ad essere presidente della banca che concesse il credito, avrebbe avuto quote nel consorzio e a lui sarebbe stata anche riconducibile la società che ha venduto il terreno per il progetto.

BPM BANCA POPOLARE DI MILANOBPM BANCA POPOLARE DI MILANO

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Gdf, infatti, si sono presentati oggi anche nella sede del consorzio a Roma per una perquisizione presso terzi (dunque un atto senza indagati né ipotesi di reato allo stato). Il nuovo 'filone' su un altro finanziamento sospetto - oltre a quello già concesso dalla Bpm guidata da Ponzellini ad Atlantis per circa 150 milioni e ad altri indicati nell'ordinanza d'arresto a carico dell'ex presidente - è nato da un 'audit interno' redatto dalla Pricewaterhousecooper per i nuovi vertici dell'istituto di credito. E' emerso che la banca ha finanziato per oltre 60 milioni in due tranche nel 2010 il consorzio romano per un progetto edilizio da realizzare nella periferia romana del valore di 170 milioni di euro.

Nel consorzio 'Parco dell'Aniene Scarl', però, Ponzellini deterrebbe il 20% delle quote attraverso una sua società e un'altra della sua famiglia, la Mb Sviluppo Industriale (mentre il 40% sarebbe in capo al gruppo Salini). Oltre a questa prima anomalia, che si aggiunge al fatto che fu la banca guidata sempre da Ponzellini a finanziare il consorzio, c'é da considerare anche che il terreno su cui doveva sorgere l'area residenziale apparteneva sempre alla Mb Sviluppo, riconducibile a Ponzellini. Terreno che è stato venduto al consorzio a un prezzo che gli investigatori stanno cercando di appurare.

 

 

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