MILANO TIENE (+0,6%) NONOSTANTE I MISSILI - BANKITALIA SVELA LE BUFALE DI RENZI (E LETTA): IL PIL CRESCE, FORSE, DELLO 0,2%. UN ALTRO MEZZO PUNTO TAGLIATO DALLE STIME - FIAT-VW: “HANDELSBLATT” RILANCIA LA VOCE DELLA FUSIONE

Eni: sciopero nelle raffinerie il 29 luglio - Weidmann (Bundesbank) bastona ancora la politica di Draghi - Lagarde: “La ripresa c’è in Europa, ma mercati troppo ottimisti” - Diritti TV della Serie A, parte la vendita-bis - Le banche italiane “prenotano” 34 miliardi alla BCE - Wind: 500 esuberi, ma contratti di solidarietà...

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  1. BORSA: MILANO TIENE NONOSTANTE LE TENSIONI INTERNAZIONALI, CHIUDE A +0,6%

RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

Radiocor - L'Europa dei mercati azionari chiude contrastata complice la tensione geopolitica sul fronte Ucraina-Russia e l'escalation in Medio Oriente. I deludenti dati Usa del pomeriggio (fiducia Michigan e superindice dell'economia) hanno contribuito alla cautela dei listini anche se l'allungo di Wall Street ha permesso almeno a Milano e a Parigi di chiudere sui massimi di giornata. Positiva Londra, in discesa gli altri listini. Il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,65% trainato da Ferragamo (+5,2% grazie alla raccomandazione di Exane) e da A2a (+4%). Riscatto parziale per Telecom (+1%). Sul fronte valutario, euro trattato a 1,3515 dollari (1,3520). Petrolio stabile a 103,17 dollari al barile.

 

  1. BANKITALIA: +0,2% STIMA PIL 2014 (DA +0,7%) CON 'RISCHI AL RIBASSO'

visco ignazio visco ignazio

Radiocor - La crescita economica in Italia 'stenta a riavviarsi' e il prodotto interno lordo crescera' al massimo dello 0,2% quest'anno. La Banca d'Italia nel Bollettino economico taglia nettamente al ribasso la sua stima precedente di gennaio di 'circa mezzo punto', soprattutto per l'andamento negativo del Pil nel primo trimestre e per quello del secondo, previsto 'stazionario' su base congiunturale.

 

Non solo: sullo scenario di previsione 2014 c'e' un 'rischio al ribasso' anche per le recenti tensioni geopolitiche. Il Bollettino rivede al rialzo, invece, la stima del Pil 2015: da +1% a +1,3%. In questo caso il miglioramento si deve 'principalmente' alle misure espansive della Bce.

 

  1. WIND:SINDACATI, 500 ESUBERI, AZIENDA EVITERA' TAGLI CON SOLIDARIETA'

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Radiocor - Wind Telecomunicazioni ha individuato 500 esuberi all'interno dei circa 7mila dipendenti, ma intende gestire la situazione senza tagli e utilizzando lo strumento della solidarieta'. Lo apprende Radiocor da fonti sindacali, dopo l'apertura del confronto tra l'azienda e le sigle di settore Slc Cgil, Uicom Uil e Fistel Cisl. Gli esuberi sono stati individuati in tutte le aree e l'intenzione di Wind, sempre secondo quanto spiegano i sindacati, e' quella, durante il periodo di solidarieta', di riqualificare i dipendenti in eccesso e utilizzarli poi nelle aree carenti e per riportare all'interno dell'azienda alcune attivita'. Positivi i commenti dei sindacato.

 

Per Salvo Ugliarolo, neo segretario generale Uilcom 'malgrado si parli di ammortizzatori sociali, l'azienda manterra' il perimetro invariato e gestira' la situazione in maniera costruttiva, con gli strumenti meno invasivi e traumatici'. Secondo Michele Azzola, segret ario nazionale della Slc Cgil, Wind e' 'un'azienda coraggiosa che accetta la sfida del sindacato a immaginare possibile la riallocazione del personale attraverso la formazione'. In piu' 'riconferma la volonta' perseguita con l'accordo del 2012 di dare garanzie ai dipendenti nonostante le difficolta' ingenerate dalla concorrenza e dalla crisi'.

 

FOTO MARCHIONNE ELKANN FOTO MARCHIONNE ELKANN

Sulla stessa linea Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl che giudica positivamente 'l'utilizzo della solidarieta' come opportunita' per avere il tempo di riconvertire il personale in esuberi per altre attivita''. La Fistel chiede di 'ridurre l'impatto della solidarieta' sui lavoratori e un monitoraggio continuo per verificare il progetto di ricollocazione'. L'attenzione dei sindacati, intanto e' puntata anche sulla trattativa Wind-H3G e sui futuri sviluppi che potrebbe avere, qualora andasse in porto, sull'occupazione. Ma al momento l'obiettivo delle sigle e' mettere in sicurezza i lav oratori.

 

 

  1. FIAT-VOLKSWAGEN: HANDELSBLATT RILANCIA LA VOCE DI UNA POSSIBILE FUSIONE

Borsainside – Fiat e Volkswagen hanno smentito ieri le indiscrezioni riportate dal "Manager Magazin" secondo cui il gruppo tedesco starebbe studiando un'acquisizione parziale o totale del rivale italiano.

 

Tuttavia già ogggi "Handelsblatt" rilancia la voce di una possibile transazione tra i due costruttori di automobili. L'autorevole quotidiano finanziario scrive di aver ricevuto informazioni secondo cui la famiglia Agnelli sarebbe disposta a vendere almeno i marchi di massa, quindi Fiat e Chrysler .

RAFFINERIA RAFFINERIA

 

I maggiori azionisti del Lingotto avrebbero incaricato una banca d'investimento di trovare degli acquirenti e ci sarebbero stati già alcuni colloqui, non solo con Ferdinand Piëch, il numero uno di Volkswagen. Anche la società di consulenza Roland Berger sarebbe stata attivata.

 

A detta delle fonti citate da "Handelblatt" John Elkann si sarebbe stancato delle turbolenze nel settore dell'auto e considererebbe più attrattivi altri comparti, come i nuovi media. Nell'auto solamente la Ferrari avrebbe il suo favore. In caso di vendita il marchio di lusso dovrebbe perciò rimanere in possesso della famiglia Agnelli.

 

Anche il rapporto con Sergio Marchionne non sarebbe più idilliaco. Elkann avrebbe dei dubbi sulla strategia seguita dal top-manager. Ultimamente ci sarebbero state delle divergenze su come procedere con l' Alfa Romeo . "Handelsblatt" ricorda che proprio questo marchio è da anni nel mirino di Volkswagen. Un'acquisizione di Fiat Chrysler permetterebbe inoltre al gruppo di Wolfsburg di migliorare significativamente la sua posizione sul difficile mercato statunitense.

 

 

  1. ENI, CRISI RAFFINAZIONE, SINDACATI PROCLAMANO SCIOPERO GENERALE IL 29 LUGLIO

ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a d ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a d

 (Reuters) - I tre sindacati confederali del settore, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, hanno proclamato lo sciopero generale di tutti i dipendenti dell'Eni ENI.MI il prossimo 29 luglio, e di due ore nelle raffinerie di altre aziende per protestare contro la decisione della major petrolifera di mettere in discussione il settore della chimica e della raffinazione con la possibilità di chiusura di cinque raffinerie in Italia.

 

"Il coordinamento unitario dei tre sindacati ha deciso di proclamare lo sciopero generale il prossimo 29 luglio di tutti i dipendenti Eni e delle società collegate e per due ore nelle raffinerie di altre aziende", ha detto a Reuters il segretario generale Filctem-Cigl, Emilio Miceli. Alle 15,00 dello stesso giorno è prevista la manifestazione a Roma e un presidio davanti a Montecitorio.

 

weidmann draghi weidmann draghi

L'astensione dal lavoro, è stato poi precisato in un comunicato congiunto dei tre sindacati, coinvolgerà tutte le aziende del gruppo - impianti di raffinazione, produzione e perforazione, impianti chimici e petrolchimici, sedi direzionali, depositi, uffici commerciali e amministrativi, aziende territoriali - oltre allo sciopero di due ore, da definire a livello locale, di tutti gli impianti di raffinazione sul territorio nazionale. Complessivamente saranno oltre 30.000 i lavoratori interessati.

 

Il cuore del problema, spigano i sindacati, è la profonda crisi in atto nel sistema della raffinazione italiana, culminata con la chiusura di tre raffinerie – oltre alla drammatica situazione di Gela, dove rischiano il lavoro più di 3500 persone tra dipendenti diretti e indotto – e dalle posizioni recentemente rese note da Eni sul blocco degli investimenti.

 

Eni ha comunicato ai sindacati la volontà di garantire la continuità operativa solo per la raffineria di Sannazzaro (Pavia) e della propria quota (50%) del sito di Milazzo. In discussione invece le cinque raffinerie di Gela, Taranto e la seconda fase di Porto Marghera, oltre al petrolchimico di Priolo, a Siracusa. Relativamente a Gela sarebbero stati revocati 700 milioni di investimenti.

Draghi, Merkel e Monti Draghi, Merkel e Monti

 

Ieri, in un incontro al ministero allo Sviluppo economico, è stato deciso di avviare un tavolo tecnico che coinvolga anche i sindacati, l'Eni e il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta.

 

"La prossima settimana saranno aperti due tavoli tecnici: uno sul settore della raffinazione per l'Italia e l'altro per Gela con Eni e i sindacati. Si comincia a trattare, partendo dal fatto che Eni deve presentare un piano industriale che sia credibile e su questo c'è piena condivisione fra governo nazionale e regionale", ha ieri detto Crocetta al termine della riunione.

 

  1. BUNDESBANK: WEIDMANN, GOVERNI NON DEVONO UTILIZZARE STIMOLI MONETARI PER FINI FISCALI

Wind Wind

Finanza.com – Un Weidmann poco colomba e molto falco quello che ha parlato alla borsa di Madrid. Se da un lato il n.1 della BundesBank ha rimarcato che la politica monetaria espansiva “ha fatto la sua parte” nel mantenere la stabilità dei prezzi di Eurolandia, dall’altra ha citato una serie di effetti negativi che potrebbero essere innescati da questo tipo di politiche nel lungo termine . Evidenziando che un lungo periodo di bassa inflazione “potrebbe paralizzare l’economia della Zona Euro”, Weidmann ha ribadito che si tratta di politiche destinate a “creare rischi per la stabilità finanziaria”.

 

Pericoli che riguardano i prezzi degli asset finanziari e del comparto immobiliare, ma anche le finanze statali perché questo tipo di politiche tendono ad allentare “la pressione sui governi ad affrontare i problemi domestici” e potrebbero favorire “incrementi di spesa a scapito del consolidamento di bilancio”. “Gli stimoli monetari –ha detto il governatore della BuBa- non devono essere erroneamente utilizzati per motivazioni fiscali”.

 

  1. CRISI, LAGARDE: RIPRESA IN ATTO IN EUROPA, MA MERCATI TROPPO OTTIMISTI

HANDELSBLATT HANDELSBLATT

 (LaPresse) - "La buona notizia è che l'economia europea si sta riprendendo dalla crisi. La fiducia sta crescendo e i mercati finanziari sono ottimisti. Forse troppo ottimisti". Lo ha affermato il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, nel suo intervento 'Supporting the European Recovery in a Rapidly Changing World' alla Robert Schuman Foundation, a Parigi. Secondo Lagarde "c'è il rischio di un circolo vizioso per la persistentemente alta disoccupazione e gli elevati rapporti debito-Pil, che mettono in pericolo gli investimenti e la crescita futura".

 

"SERVONO RIFORME STRUTTURALI". Per evitare che la ripresa si inceppi, l'Europa deve "affrontare i blocchi strutturali che impediscono l'innovazione, la creazione di posti di lavoro e la produttività", ha detto Lagarde. "Ci sono stati progressi, ma c'è ancora da fare", ha affermato ancora la numero uno del Fondo. Per Lagarde se tutti i Paesi dell'eurozona riducessero il divario nei mercati dei prodotti e del lavoro con quelle che l'Ocse considera le 'best practices', "la nostra stima è che il Pil dell'area dell'euro potrebbe essere di 3,5 punti percentuali superiori nel 2019 rispetto alle nostre attuali previsioni".

 

thyssen krupp thyssen krupp

"RISCHI DA BASSA INFLAZIONE". Per Lagarde nell'eurozona "l'inflazione ostinatamente bassa può minare la ripresa". Secondo la numero uno del Fondo "la politica monetaria dovrebbe continuare a sostenere l'economia finché la domanda privata non avrà pienamente recuperato e la Bce non avrà raggiunto il suo obiettivo sui prezzi" sotto ma vicino al 2% annuo.

 

  1. UCRAINA, RUSSA ROSNEFT RISPETTERÀ ACCORDI NONOSTANTE SANZIONI

 (Reuters) - Il principale produttore di petrolio russo, Rosneft continuerà a lavorare sui progetti e sugli accordi esistenti e ad onorare gli impegni presi nonostante le sanzioni imposte dagli Usa alla società a seguito del ruolo di Mosca nella crisi in Ucraina.

Igor Sechin di rosneft Igor Sechin di rosneft

La società, di cui BP detiene il 19,75%, ha sufficiente liquidità per rimborsare i propri debiti e la posizione finanziaria consente di realizzare i principali punti della propria strategia e la politica dei dividendi.

"La società sta attualmente valutando gli aspetti legali delle annunciate sanzioni e si sta consultando con i partner internazionali", si legge nella nota.

Rosneft detiene il 21% del capitale di Saras ed è da poco entrata anche nel capitale di Pirelli con una quota del 13%.

 

 

  1. DIRITTI TV, LA SERIE A ALLA VENDITA-BIS

M.Bel. per il “Sole 24 Ore” - Dopo essersi già assicurato un assegno da 945 milioni all'anno (Sky si è aggiudicata tutte le partite dei campionati di Serie A per le stagioni 2015/18 sul satellite a un prezzo di 572 milioni mentre Mediaset premium pagherà 373 milioni per le gare delle migliori otto squadre sul digitale terrestre), la Lega (che ha anche dato l'ok al quarto sponsor di maglia) prova a incrementare gli incassi, rimettendo in vendita i pacchetti andati deserti nell'ultima asta.

 

Ieri è stata ufficialmente avviata la trattativa privata per la cessione dei diritti tv di interviste esclusive e immagini dagli spogliatoi e di quelli della piattaforma Internet (ossia i pacchetti C ed E che avevano una base d'asta, rispettivamente, di 67 e 109 milioni). Le manifestazioni di interesse dovranno arrivare entro il 24 luglio. Per il bando dei diritti internazionali (da cui finora si ricavano in media sui 120 milioni a stagione) se ne riparlerà a settembre.

maurizio beretta maurizio beretta

 

  1. SU SCREEN SERVICE L'OMBRA DEL FALLIMENTO

Fa.P. per il “Sole 24 Ore” - È ormai guerra in Tribunale per Screen Service. Ieri è stata presentata un'istanza di fallimento della società di apparati di radiotrasmissione, mentre dal canto suo il gruppo bresciano ha in atto un'azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori. Triste epilogo di una vicenda che pare avere poco spazio di sopravvivenza. I debiti tra banche e fornitori superano i 40 milioni e sono in buona parte scaduti.

 

Non solo: il fatturato si è dimezzato tra il 2012 e il 2013 e vale solo 20 milioni con perdite archiviate per quasi 50 milioni. Ovvio che Screen Service, che ha visto di recente le banche indisponibili a un percorso di ristrutturazione del debito, messa così non può andare molto lontana. Quel -40% in borsa nell'ultimo mese è lì a testimoniare il fallimento. Una beffa per quegli azionisti che a fine dell'anno scorso a situazione già deteriorata erano corsi a comprare il titolo sperando in una resurrezione. Speranza infranta.

 

  1. IMPRESE NIPPONICHE E AZIONI DELLA BCE

S.Car. per il “Sole 24 Ore” - Oltre che scendere ai minimi da due anni sulla sterlina, l'euro di recente ha perso terreno nei confronti dello yen, avvicinandosi ieri ai minimi dell'anno di inizio febbraio. Una delle concause di questo recente trend, secondo alcuni analisti, è curiosa. Il 5 giugno la Bce ha deciso di applicare tassi negativi sui depositi che le banche tengono presso l'istituto di Francoforte, attraverso l'applicazione di commissioni, allo scopo di incoraggiarle ad erogare più crediti all'economia reale.

 

federico ghizzoni federico ghizzoni

Senonché le banche europee sembrano orientate piuttosto a depositare la liquidità nei bond governativi a breve dei Paesi europei più forti. Non solo: ci sarebbe anche un flusso di acquisti verso i titoli di stato giapponesi a breve, tanto che all'inizio di luglio gli acquisti netti di questi strumenti finanziari da parte di investitori stranieri sono aumentati. I relativi tassi si sono schiacciati. Si rischia quindi un paradosso: poiché i tassi sui discount bills a tre mesi fanno da benchmark per quelli dei commercial paper emessi dalle aziende, sono le imprese giapponesi a poter rastrellare fondi a costi ancora più bassi. Grazie alla Bce.

 

  1. LE BANCHE BUSSANO ALLA BCE - PRENOTATI 34 MILIARDI DI EURO

Da “La Stampa

 

Almeno 34 miliardi di euro. È questa la cifra minima che le banche italiane chiederanno alla Banca centrale europea in vista delle due aste da massimi 400 miliardi in programma a settembre e dicembre necessarie a immettere nel sistema bancario nuova liquidità per aiutare le imprese e le famiglie dell’Eurozona. Dopo le richieste informali arrivate dai Ceo di UniCredit e Mps, che avevano già manifestato l’intenzione di presentarsi allo sportello dell’Eurotower, rispettivamente, per 14-15 miliardi e 6 miliardi, anche il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, formula la richiesta per la propria banca per circa 13 miliardi di euro.

 

«Abbiamo intenzione di ricorrere ai TLtro della Bce per altri 13 miliardi e il beneficio di questi verrà parzialmente girato sui nostri clienti», ha detto il banchiere. Un’operazione che il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha salutato con favore definendola «di particolare rilievo».
[r. e.]
 

  1. IL GOVERNO RIFIUTA IL PIANO THYSSEN

Da “La Stampa

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

Il piano industriale per Ast (Acciai Speciali Terni) presentato ieri da Thyssen Krupp «proprio non va». Lo ha affermato il governo in una nota diffusa dal ministero dello Sviluppo economico che ha spiegato: «è da rivedere nei sui punti centrali perché manca di prospettiva, non lascia cioè intravedere, dopo tre anni di incertezze gestionali, quale possa essere il futuro delle Acciaierie di Terni». Il ministero ha annunciato anche che lunedì prossimo si terrà un primo incontro tra azienda e sindacati per aprire un confronto.

 

Il piano prevede il taglio di 550 lavoratori nel prossimo biennio (su quasi 2.500 dipendenti) e la decurtazione del 10 per cento degli stipendi del personale restante. Ulteriori incontri sono previsti per gli inizi di settembre e l’azienda si è detta disponibile a un approfondimento della situazione. Nel frattempo si va verso uno sciopero immediato di otto ore per oggi.

 

 

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