ORA CHE DEL VECCHIO È MORTO, CHE NE SARÀ DELLA SCALATA A MEDIOBANCA? – SENZA IL CARISMA E LA CREDIBILITÀ DEL “PAPERONE DI AGORDO”, SARÀ DURA PER MILLERI CONTINUARE NEL TENTATIVO DI PRENDERSI PIAZZETTA CUCCIA – COME DAGO-ANTICIPATO, LA BCE HA STOPPATO “DELFIN”: O SI TRASFORMA IN UNA HOLDING BANCARIA, O NON POTRÀ SALIRE SOPRA AL 20%. L’ALTERNATIVA È COALIZZARSI CON UNA GRANDE BANCA (INTESA?). MA L’UNICO CHE POTEVA RIUSCIRE A METTERE AL TAVOLO TUTTI ERA IL FONDATORE DI LUXOTTICA…

-

Condividi questo articolo


Andrea Greco per www.repubblica.it

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

Con la scomparsa di Leonardo Del Vecchio, l'ultima grande escursione dell'imprenditore milanese - la scalata a Mediobanca per farne un polo nazionale della finanza in asse con Generali - rischia ancor più di prima di restare incompiuta.

 

Avviata quasi tre anni fa, con un blitz al 7% nel capitale di Piazzetta Cuccia, è stata portata avanti caparbiamente fin qui. Ma si è scontrata con diversi ostacoli e freni: la resistenza del management di Generali e di Mediobanca, un diffuso scetticismo degli azionisti del mercato sui due fronti, e la vigilanza severa della Bce, che ha di recente chiesto a Delfin (la scatola lussemburghese proprietaria del 19,5%) di attrezzarsi come capogruppo bancaria se intende ottenere l'ok a superare la soglia del 20% in Mediobanca.

FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK

 

Un anno per rivoluzionare Delfin in vista del rinnovo del cda Mediobanca

Le indiscrezioni filtrate dai colloqui tra la vigilanza e Delfin circa un mese fa costringono a ripensare la tecnica dell'accerchiamento al cda guidato da Alberto Nagel e Renato Pagliaro, con cui Del Vecchio ruppe i rapporti dopo il loro rifiuto, quattro anni fa, ad accettare la sua donazione da 500 milioni per rafforzare gli ospedali Ieo e Monzino e riorganizzarli in un polo internazionale.

AZIONISTI DELFIN AZIONISTI DELFIN

 

Come ha evidenziato l'assalto fallito ai vertici di Generali, dove nella scorsa assemblea del 29 aprile Del Vecchio e Caltagirone sono saliti al 9,9% ciascuno ma non hanno ottenuto un solo voto dagli investitori istituzionali esteri che hanno confermato compatti l'ad Donnet, servono più consensi, o più azioni, per cercare una rivincita su Mediobanca.

 

LEONARDO DEL VECCHIO LEONARDO DEL VECCHIO

Qui, il mercato ha circa il 50% dei titoli e finora ha sempre sostenuto Nagel & C. Il cda è in scadenza il 28 ottobre 2023. Ma per salire di quota in Mediobanca, Delfin dovrà rivoluzionare il proprio assetto facendosi capogruppo della banca d'affari italiana fondata da Enrico Cuccia.

 

L'ipotesi di vendita con "spezzatino" ad altre banche rivali

Finora questa ipotesi, che si porta gli obblighi di un capitale di vigilanza e controlli specifici, non è mai stata davvero considerata da Del Vecchio. Né, si racconta dietro le quinte, da Francesco Milleri, suo manager di fiducia come ad di EssilorLuxottica, che pur senza mandati formali si è spesso occupato anche delle partecipazioni strategiche di Delfin, cementando l'asse con Francesco Gaetano Caltagirone che a Trieste ha ancora un 7%, e in Mediobanca circa il 5,5%.

 

Milleri Del Vecchio Milleri Del Vecchio

L'ipotesi vista da Milleri con maggior favore fin qui sembra invece trovare sponde bancarie: un istituto pronto a unirsi alla cordata e a mettere a reddito le varie pedine della partita, dalla quota di controllo sulla governance della compagnia triestina che gestisce 700 miliardi di euro di masse alle disparate attività "collaterali" di Mediobanca, come il credito al consumo di Compass.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

Un disegno studiato da mesi e che non sembra poter avere altri esecutori se non le due big italiane Intesa Sanpaolo o Unicredit. Tuttavia, l'ad di Unicredit Andrea Orcel ha sempre negato ogni interesse a mescolare attività bancarie e assicurative in un polo unico. Mentre dal vertice di Ca' de Sass, dove pure l'ad Carlo Messina a inizio 2017 provò a valutare la fattibilità di un'offerta pubblica di scambio sui titoli del Leone, non sono più arrivati nuovi segnali a riguardo.

 

Da qui in avanti, senza il carisma di un capostipite inimitabile come Del Vecchio, Milleri dovrà trovare nuove forze per convincere tutti gli attori della complessa e intricata partita, se intende risolverla. A partire dai sei figli di Del Vecchio, eredi insieme alla moglie Nicoletta Zampillo e che la governance di Delfin prevede concordi nelle scelte importanti, dato che servono maggioranze molto alte per le deliberazioni.    

 

ARTICOLI CORRELATI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Milleri Del Vecchio Milleri Del Vecchio FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."