PERSIDERA ERA, E PERSIDERA È RIMASTA - DE BENEDETTI ROVINA I PIANI DI BOLLORÉ. IL GRUPPO GEDI, AZIONISTA AL 30%, SI OPPONE ALLA VENDITA DI PERSIDERA A RAIWAY-F2I: 250 MILIONI SONO TROPPO POCHI - MA VIVENDI HA SOLO UN MESE PER CEDERE LA CONTROLLATA (LO IMPONE L’ANTITRUST), E POTREBBE DOVERLA FICCARE IN UN TRUST. E POI CI SONO LE QUOTE MEDIASET…

-

Condividi questo articolo


Ugo Bertone per Libero Quotidiano

 

Riprende a suon di carte bollate il duello tra Vincent Bolloré ed il gruppo Berlusconi.

bollore1 bollore1

Sembra tramontata, salvo sorprese, la grande pace tra Vivendi e Mediaset che avrebbe dovuto coinvolgere Telecom Italia. I legali del Biscione si presenteranno lunedì alla Camera Arbitrale di Milano per prender atto ufficialmente che non è stato possibile raggiungere un accordo. Il giorno dopo le parti si presenteranno in tribunale per l' udienza civile davanti al giudice per la causa (richiesta 3 miliardi di euro) intestata dal gruppo Berlusconi per il mancato rispetto del contratto d' acquisto di Premium e per la scalata al network tv.

impero Bollore impero Bollore

 

E così, a meno di dieci giorni dalle elezioni, i duellanti tornano a scambiarsi fendenti che, per giunta, minacciano di provocar danni inattesi milionari pure in casa De Benedetti. Ma andiamo con ordine. Ieri mattina si è avuta notizia della convocazione per domani di un consiglio straordinario Telecom Italia che dovrà decidere sulla sorte di Persidera, la società dei multiplex al 70% controllata dal gruppo tlc, per il restante 30% da Gedi, il gruppo editoriale presieduto da Marco De Benedetti.

 

La vendita è richiesta dall' Antitrust Ue quale condizione necessaria per il via libera al controllo di Vivendi su Telecom. Ma dopo mesi di trattative l' unica offerta, ben inferiore alle attese, è arrivata dalla coppia Rai Way e F2i: 250 milioni, una cifra sufficiente a coprire il prezzo di carico di Telecom (che ha svalutato la propria quota a 137,6 milioni per una valutazione complessiva di 196,57 milioni) ma non quello di Gedi che valuta in bilancio 353 milioni la società.

paola ferrari marco de benedetti paola ferrari marco de benedetti

 

Insomma, Telecom potrebbe trovare conveniente liberarsi di uno dei tanti contenziosi che complicano l' attività dell' ad Amos Genish, ma deve fare i conti con l' editore di Repubblica: se venisse accettato il prezzo di vendita, il valore della somma parte di Gedi scenderebbe da 0,70 a 0,59 euro per azione. Che fare? Non è escluso che Telecom ceda la propria partecipazione ad un trust, come finora non ha inteso fare.

 

Le attenzioni di Genish, del resto, sono concentrate sul consiglio del 6 marzo, quello che dovrebbe dare il via libera al nuovo piano industriale del gruppo delle tlc tanto sospirato dal mercato. La notizia più attesa, in questa cornice, è senz' altro il via libera al progetto di separazione della rete che potrebbe innescare un ciclo virtuoso per l' ex monopolista, vuoi per le ricadute finanziarie che per le eventuali alleanze con Open Fiber (mica facili visto il contenzioso su Cassiopea). Ma, soprattutto, per la trasformazione del gestore tlc in una società con una forte presenza nei contenuti, come vorrebbe Bolloré.

SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI

Un sogno destinato per ora a restare nel cassetto.

 

Insomma, dopo due anni di tentativi di banche d' affari ed avvocati per trovare una quadra, la questione torna in alto mare. Ma il tempo stringe e comunque sembra giocare a favore di Berlusconi. Ad aprile infatti scade il termine imposto dall' Agcom a Vivendi per cedere il 19% di Mediaset e tenere per sé una quota inferiore al 10%.

In assenza di un accordo la quota sarà conferita in un trust, ipotesi che appare sempre più plausibile. Almeno fino al prossimo colpo di scena.

LILLI GRUBER E CARLO DE BENEDETTI LILLI GRUBER E CARLO DE BENEDETTI

 

 

TIM: VENERDÌ CDA DECIDE SU PERSIDERA, VENDITA O TRUST 

(ANSA) -  La partita su Persidera potrebbe decidersì venerdì con il cda di Tim, socio di maggioranza con il 70% della joint venture con Gedi nella società di infrastrutture per la diffusione di segnali televisivi. Per ottemperare agli impegni con l'Antitrust europeo Vivendi si è impegnata affinché Tim cedesse la sua partecipazione e in accordo con Gedi è stata affidata a Barclays e Lazard l'operazione di valorizzazione. Uno a uno i pretendenti si sono sfilati e ha presentato un'offerta vincolante solo Rai Way alleandosi con F2i. Sul piatto avrebbero messo 'solo' 250 milioni di euro, un prezzo ben al di sotto delle aspettative che erano di 300-350 milioni.

 

PIERSILVIO BERLUSCONI 3 PIERSILVIO BERLUSCONI 3

Un dejà vu: nell'ottobre 2014 era già stata tentata la valorizzazione sempre con una gara con l'aiuto degli advisor Mediobanca e Banca Imi. La valutazione era stata fatta tra i 450 e i 500 milioni di euro ma anche in quel caso le offerte che poi erano arrivate (era in corsa anche Clessidra) non erano in linea con le attese e l'operazione era stata messa in stand by qualche mese dopo. Allora come ora Gedi non ha motivo di accelerare il processo, viceversa Tim entro fine mese deve rendere conto alla Ue della strada che vuole intraprendere. Se non si troverà un compratore, Tim dovrà deferire la sua partecipazione a un trust.

 

Persidera gestisce cinque mux digitali terrestri (i multiplex televisivi che ospitano piu' di 60 canali) e ha chiuso il 2016 con ricavi per 80,8 milioni, un ebitda di 46,2 milioni e un debito finanziario netto di 48,8 milioni. Secondo Mediobanca il suo enterprise value e' di 375 milioni, 75 milioni a mux.

 

silvio piersilvio e marina berlusconi silvio piersilvio e marina berlusconi

 

marina berlusconi piersilvio e silvio marina berlusconi piersilvio e silvio

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…