LA POLITICA INDUSTRIALE LA FANNO I VESCOVI! BAGNASCO: “BASTA VENDERE I ‘GIOIELLI DI FAMIGLIA’, NON BISOGNA FAR SPOLPARE LE AZIENDE DI STATO A CHI NON HA A CUORE GLI INTERESSI DEL PAESE”

La nuova Seat Pagine Gialle riparte dalle cause ai vecchi amministratori, che cacciano solo 10 milioni per i danni fatti - Finisce il commissariamento del centro fiduciario di Banca Carige - Barbie è in crisi, le vendite vanno a picco, e Mattel licenzia l’amministratore delegato…

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1. PARTERRE 

Da “il Sole 24 Ore”

 

- LA NUOVA SEAT PAGINE GIALLE RIPARTE DALLE VECCHIE CONTESE 

Nuovi soci Seat Pagine Gialle al debutto oggi, in occasione dell’assemblea per la nomina del collegio sindacale e l’approvazione della proposta transattiva con gli ex amministratori della società, contro cui era stata presentata una causa per risarcimento.

 

Saranno presenti, probabilmente con rappresentanti legali, Goldentree Asset Management con 26,128% del capitale e Lasry Marc con il 23,87%. I due investitori istituzionali saranno chiamati da subito a votare sull’azione di responsabilità contro gli amministratori precedenti.

Seat Pagine Gialle Seat Pagine Gialle

 

La proposta transattiva prevede, a fronte del pagamento di 30 milioni di euro (20 milioni da parte di assicurazioni e 10 milioni messi a disposizione attraverso lo studio legale Clifford Chance dagli ex amministratori), la rinuncia da parte di Seat Pg ad azioni legali non solo nei confronti degli ex amministratori, ma anche del collegio sindacale e dei direttori generali della società dal 2003 all’apertura della procedura concordataria.

 

A riguardo, però, Stella D’Atri, rappresentante degli azionisti di risparmio di Seat Pg, ha presentato un esposto alla Consob per chiedere che la società fornisca maggiore documentazione sulla transazione.

 

BANCA CARIGE BANCA CARIGE

In particolare D’Atri sottolinea come venga chiesto di rinunciare a future azioni risarcitorie nei confronti di terze parti, ex soci e/o consulenti, verso cui però non sono ancora state avviate azioni. D’altra parte, fonti vicine alla società, fanno notare come viga il principio di solidarietà che permette di includere anche soggetti non attualmente coinvolti nella causa. Un debutto, comunque, non da poco. (Mo.D)

 

-  CENTRO FIDUCIARIO DI CARIGE FUORI DAL COMMISSARIAMENTO

Benché il titolo abbia chiuso con un -2,61% a 0,0634, nei piani alti di Banca Carige ieri si è tirato un sospiro di sollievo. Il gip Cinzia Perroni, su richiesta dei pm competenti, ha infatti dichiarato cessata la procedura di commissariamento del Centro fiduciario spa di Carige, a partire dal 17 gennaio. Il centro torna dunque alla piena operatività. Il commissariamento era stato disposto per un periodo di sei mesi, a metà del luglio 2014, ed è stato dichiarato cessato per decorrenza del termine.

LUCA REMMERT E SERGIO CHIAMPARINO LUCA REMMERT E SERGIO CHIAMPARINO

 

Secondo gli inquirenti ,il centro, durante la gestione Berneschi di Carige, sarebbe stato «un crocevia strategico per la gestione di pratiche finanziarie» definite «opache». Sempre ieri, il sindaco di Genova, Marco Doria, ha sottolineato che «si stanno individuando dei nuovi criteri per le erogazioni sul territorio di Fondazione Carige, in una fase in cui non esiste un euro erogabile.

 

C’è un dialogo tra la fondazione, momentaneamente azzerata nella sua capacità di erogazione, e la Compagnia San Paolo, che continua ad erogare». La fondazione, ha aggiunto, «è uno gnomo indebolito e sarà sempre più debole come azionista di Banca Carige». (R.d.F.)

 

- LA CEI CONTRO LA VENDITA DEI «GIOIELLI DI FAMIGLIA» 

cardinale angelo bagnasco cardinale angelo bagnasco

Non si vendono i “gioielli di famiglia” – le aziende perlopù “pubbliche” che rappresentano il patrimonio industriale del Paese - per tappare qualche debito. Torna alla carica il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei: «Non basta rincorrere i debiti vendendo i gioielli di casa frutto dell’intelligenza e della capacità dei nostri padri, perché, poi, si resta con niente in mano, né strutture né professionalità, in balia di chi guarda all’Italia come ad una preda succulenta e ambita da spolpare.

 

Alla fine di queste operazioni d’azzardo, si resta con pochi pezzi in mano, pezzi che scollati gli uni dagli altri diventeranno sempre più deboli, pronti per essere azzannati al momento opportuno da quanti non hanno certamente a cuore il bene del nostro Paese. Non saranno le garanzie scritte e firmate ad assicurare il nostro patrimonio industriale e lavorativo: si possono cambiare e disattendere in ogni momento!».

RENZI E PADOAN RENZI E PADOAN

 

Il cardinale, che è arcivescovo di Genova e forse pensa anche a operazioni che riguardano la sua città, va oltre: «A volte sembra che il discredito sia usato come un grimaldello per tali operazioni. Più si scredita, più il prezzo diminuisce». (Ca.Mar.)

 

 

2. BARBIE IN CRISI SI DIMETTE L’AD STOCKTON

Da “la Stampa” 

 

La Barbie è in crisi. Nonostante i ripetuti tentativi di rilancio, le vendite della bambola più famosa del mondo icona calano, penalizzate dai videogiochi. La produttrice Mattel ne risente e l’amministratore delegato Bryan Stockton dà le dimissioni.

la barbie "normale" 10 la barbie "normale" 10

 

Durante il terzo trimestre le vendite della Barbie sono scese del 21% e quelle dei marchi Mattel Girls e Boys dell’11%, contribuendo a un calo degli utili del 22%. Nel quarto trimestre l’utile netto è sceso del 59% a 149,9 milioni di dollari e i ricavi sono scesi del 6% a 1,99 miliardi di dollari.

 

I titoli Mattel risentono dei conti sotto le attese e perdono il 5%, portando al 14% le perdite di quest’anno. A sostituire Stockton è ora Christofer Sinclair, ma si tratta solo di un incarico a interim. Bryan Stockton ha provato a rilanciare la Barbie, che ha compiuto 55 anni. Secondo valutazioni interne la sua strategia non ha funzionato perché centrata sui numeri e sull’espansione all’estero a spese della creatività.

barbie e ken versione religiosa barbie e ken versione religiosa CASA VACANZE BARBIE CASA VACANZE BARBIE

 

Stockton ha cercato di velocizzare il processo decisionale ma i cambiamenti introdotti non sono bastati. In corsa per sostituirlo Stockton ci sarebbero, all’interno di Mattel, Dickson e Tim Kilpin. 

[r. e.]

 

 

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