PSICO-NOBEL: IL PREMIO ALL’ECONOMIA ALL’AMERICANO THALER (UNIVERSITÀ DI CHICAGO). COI SUOI ESPERIMENTI HA STUDIATO IL COMPORTAMENTO DEGLI UOMINI DI FRONTE A SCELTE ECONOMICHE: LE ‘SPINTE GENTILI’ (NUDGE) E IL DILEMMA DI TFR E PENSIONI INTEGRATIVE. MEGLIO AVERE L’UOVO OGGI O LA GALLINA DOMANI? IL PROBLEMA È CHE LA GALLINA PUO' ESSERE MORTA…

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1.NOBEL PER L'ECONOMIA A RICHARD H. THALER

 (ANSA) - Il premio Nobel per l'economia é stato assegnato all' economista statunitense Richard H. Thaler dell'università di Chicago.

 

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Thaler è stato premiato per i suoi contributi all'economia comportamentale. Thaler "ha inserito ipotesi psicologicamente realistiche nelle analisi del processo decisionale economico", si legge nella motivazione dell' Accademia Reale svedese delle Scienze in cui si sottolinea come "esplorando le conseguenze di una razionalità limitata, di preferenze sociali e di mancanza di autocontrollo" lo studioso abbia evidenziato "come questi tratti umani influenzino sistematicamente le decisioni individuali e gli esiti del mercato".

 

 

2.PERCHÉ CI SPAVENTA COSÌ TANTO SCEGLIERE DI FARE LA COSA GIUSTA

Marco lo Conte per ‘Il Sole 24 Ore

 

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Meglio l'uovo o la gallina? Meglio sicuramente non trovarsi a dover scegliere. Ma visto che buona parte di chi legge questo articolo qualche volta si sarà trovato almeno una volta nella situazione di dover compiere una scelta – tra soddisfare le necessità del presente oppure costruirsi un futuro sereno– è il caso di fare mente locale su come è possibile compiere la scelta migliore, quella più coerente con le nostre esigenze.

 

Il recente dibattito sul Tfr ha avuto il merito di focalizzare l'attenzione dei più sulla differenza tra gli orizzonti temporali di ciascuna allocazione temporale: chi ha bisogno di avere liquidità nell'immediato presente, potrà (vedremo come, secondo il progetto del governo) incassare una parte del proprio trattamento di fine rapporto subito; chi ha invece ha la possibilità di accantonare una parte del proprio reddito per il futuro è utile che lo faccia, in modo da far rivalutare nel tempo i risparmi accumulati.

 

Detta così sembra semplice. Eppure non sono poche le persone dal reddito o dal patrimonio ridotto che spendono più di quanto potrebbero, indebitandosi oltremisura. Al contrario, tra le persone dalla ricchezza più pronunciata non è raro trovare persone particolarmente parsimoniose. La mente umana, infatti, di fronte al tema denaro ha reazioni spesso viziate da molti fattori che sarebbe riduttivo definire emotivi. Gli studiosi di finanza comportamentale da decenni studiano questi comportamenti. Prendete l'esperimento di Richard Thaler che ha analizzato le differenti reazioni di persone che si sono viste offrire 100 euro ogni mese, oppure 1200 mese ogni anno o 2400 euro ogni due anni. È all'incirca la stessa situazione in cui ci si trova di fronte al Tfr.

 

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Il punto è che non siamo abituati a “vedere” lungo un orizzonte di lungo termine: per secoli se non per millenni, il mondo è rimasto uguale o quasi di generazione in generazione. E oggi facciamo fatica ad abituarci a cambiamenti repentini e rivoluzionari, a un ritmo di anni crescente (quando ho iniziato a lavorare non esistevano i social media, internet o i cellulari: vi posso garantire che era un altro mondo). Questa è una “tara” da gestire: per chi oggi ha 30 anni non è semplice pensare – ossia immaginare un percorso e strutturarlo di conseguenza – a quando nel 2054 (all'incirca) andrà in pensione.

 

 Significherebbe decidere quanto mettere da parte oggi e quanto far rivalutare questi risparmi. Per questo in tutto il mondo industrializzato (e non) l'adesione alla previdenza è obbligatoria (in vari modi e quantità) e per questo anche in altri paesi, oltre all'Italia, esistono forme di “risparmio forzoso”, che inducono il soggetto a guardare nel futuro, come con un cannocchiale.

 

Ma quando si parla di denaro gli errori possono essere di diversa natura: troppo spesso i risparmiatori concentrano una parte eccessiva del proprio patrimonio in pochi strumenti, come gli immobili: “Le famiglie italiane, spesso molto attente ai riflessi delle loro scelte economiche, soprattutto in vista dei figli e delle future generazioni – dice Paolo Legrenzi, docente presso l'Università Ca’ Foscari di Venezia - si sarebbero trovate molto più benestanti se avessero applicato dei principi minimali ed elementari di diversificazione invece di legare, più o meno consapevolmente, il loro futuro ai destini di questo paese, di questa moneta e, soprattutto, all'immenso patrimonio immobiliare a cui si sono affidate credendo che fosse una scelta prudente.”

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Scrive Legrenzi nella sua prefazione all'e-book “I soldi in testa - Metti al sicuro i risparmi dalle emozioni”, che raccoglie le sue prime 100 lezioni e che è disponibile sul sito web di Swiss & Global Sgr. La società di gestione del risparmio ha realizzato una collaborazione con l'Università Ca' Foscari di Venezia e, in particolare, del professor Paolo Legrenzi, sui temi dell''educazione finanziaria e della finanza comportamentale.

 

«Due sono le forze che condizionano l'andamento dei nostri investimenti - dice Riccardo Cervellin, Direttore Generale di Swiss & Global Asset Management Sgr -: i mercati e i nostri pensieri, ma i processi mentali che conducono l'individuo a prendere decisioni spesso irrazionali nella gestione dei propri risparmi sono ambigui proprio perché inconsci. Non ci sono però molti modi per vaccinarsi da questi comportamenti dalle conseguenze talvolta esiziali, se non conoscerli, riconoscerli quando si presentano e opporvisi con la forza del pensiero razionale».

 

Anche per questo un ruolo fondamentale ce l'hanno i consulenti finanziari, cui è destinata la newsletter settimanale di Swiss & Global a.m. a cura del professor Legrenzi, che ha rappresentaot la base dell'e-book. L'attività relazionale di 8mila consulenti finanziari con i loro clienti e i numerosi incontri cui hanno partecipato, hanno rappresentato un'occasione unica per consentire a questi protagonisti chiave dell'industria finanziaria, chiamati a supportare i propri clienti in molte decisioni, di risparmio e di futuro. In particolare su “cosa fare del proprio Tfr”.

 

 

3.UNA «SPINTA GENTILE» CONTRO LA CRISI - LE TEORIE DEL NOBEL RICHARD THALER

Articolo di Massimo Gaggi per il ‘Corriere della Sera’ del 23 giugno 2009 dedicato al libro «Nudge, una spinta gentile» (Feltrinelli) di Richard Thaler e Cass Rustein

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«Quando, all’interno di ogni orinatoio dell’aeroporto di Amsterdam è stato messo un adesivo con l’immagine di una mosca, la quantità di pipì finita sul pavimento, sotto le latrine, è diminuita dell’80 per cento. Evidentemente, anche nei comportamenti più casuali, gli uomini sono motivati dalla possibilità di prendere di mira un bersaglio. È altrettanto evidente che è possibile spingerli ad un comportamento positivo in modo lieve», senza introdurre obblighi o minacciare sanzioni.

 

Quello delle mosche di Amsterdam è l’esempio preferito da Richard Thaler— docente dell’Università di Chicago, fondatore dell’economia comportamentale e autore, insieme al giurista di Harvard Cass Sunstein, di Nudge, un «bestseller» negli Usa—per spiegare la filosofia del «paternalismo libertario » che è alla base del loro lavoro: un libro, ora pubblicato anche in Italia da Feltrinelli, che dà alla parola «nudge » (pungolo) il significato di «spinta gentile».

 

Tutto un po’ minimalista, all’apparenza: nell’edizione americana il libro sembra un «vademecum» per vivere meglio prendendo decisioni più sagge, meno istintive, nei campi più disparati: dal modo di investire i risparmi per la pensione allo smaltimento ecologico dei rifiuti; dai disincentivi alle abitudini alimentari che portano all’obesità alle clausole matrimoniali «automatiche» per proteggere il coniuge debole in caso di divorzio.

Come influenzare le scelte?

 

Non con prescrizioni o divieti, dicono gli autori, ma con la «spinta gentile» di piccoli incentivi sufficienti a cambiare i comportamenti casuali della gente; lasciando, però, ognuno libero di fare le sue scelte. Così il manager di una mensa aziendale viene ribattezzato «architetto delle scelte» perché, decidendo di esporre frutta e verdura all’altezza degli occhi, può incentivare il consumo di cibi sani rispetto al «junk food».

 

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Piccoli sforzi, minimizzano gli autori, che possono avere conseguenze importanti, anche sul piano economico e su quello sociale. Ad esempio negli Usa, dove la pensione pagata dallo Stato e ben poca cosa e la previdenza è affidata soprattutto ai piani assicurativi individuali, il numero dei dipendenti con una copertura è raddoppiato da quando i datori di lavoro, anziché chiedere a ogni nuovo assunto di sottoscrivere una polizza, hanno adottato l’approccio opposto, ricorrendo al silenzio-assenso.

 

Nessun ordine calato dall’alto, solo un pungolo che funziona, sostengono i due «paternalisti libertari» le cui idee, però, non sono poi così poco ambiziose. Anzi: Nudge, pubblicato negli Usa un anno fa, è stato uno dei libri-guida della campagna elettorale di Obama che ha usato proprio il metodo di Thaler e Sunstein per interpretare la crisi del sistema finanziario e che si è portato Sunstein alla Casa Bianca come «zar delle regole»: il supervisore dei processi di riforma, soprattutto su energia e ambiente.

 

Anche se hanno conquistato il Nobel nel 2002 con Daniel Kahneman (seguace di Thaler), gli economisti comportamentali in passato non sono stati presi molto sul serio da quelli classici, abituati a basare le loro analisi sull’assunto del comportamento razionale dell «homo oeconomicus ». Per i comportamentalisti, invece, sono molti i fattori esterni, le influenze, i condizionamenti psicologici che alterano il profilo razionale delle scelte umani. Per questo è utile aiutare le scelte vantaggiose con piccoli incentivi.

 

Smentendo chi ha fin qui sostenuto che i mercati (e, quindi, i soggetti economici) sono perfettamente in grado di autoregolamentarsi e di trovare un punto di equilibrio, la crisi finanziaria ha improvvisamente dato grande popolarità alle tesi della scuola di Thaler e Kahneman. Quelle riprese in Nudge fanno venire qualche mal di pancia non solo a liberisti, ma anche ai guardiani dell’ideologia dei due schieramenti. La sinistra «liberal» ostenta diffidenza perché i due pensatori, centrando comunque la loro analisi sulle decisioni personali e sul modo di influenzarle, restano ancorati all’individualismo: non sposano la logica dell’intervento pubblico in economia, né sono disposti a sostenere che il benessere sociale va garantito con atti di governo vincolanti.

 

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Ma anche libertari e conservatori contrari allo statalismo sono in allarme: temono che, servendosi del «paternalismo libertario», i governi possano diventare persuasori occulti molto più insidiosi di un’amministrazione che, alla luce del sole, cerca di rafforzare la sua presa sulla società.

A tutte queste obiezioni Thaler risponde semplicemente che la filosofia del «pungolo» non è di destra né di sinistra. Una nuova versione della «terza via»? Sembra solo una battuta, ma la filosofia di Nudge non va nemmeno sottovalutata perché, così come ha nemici sia a destra che a sinistra, ha grandi sostenitori su tutti e due i fronti: uno, assolutamente entusiasta, è il leader conservatore inglese David Cameron che ha invitato i due autori a Londra per discutere le loro idee con la dirigenza «tory».

 

Intanto un’icona progressista come Obama, che all’università di Chicago ha frequentato per anni Thaler e Sunstein (marito di un’altra collaboratrice del presidente, Samantha Power), si prepara a ricorrere a qualche pungolo (più o meno) gentile per spingere gli americani a comprare auto più piccole e «risparmiose», anche ora che il prezzo della benzina negli Usa è sceso sotto l’equivalente di mezzo euro al litro. Una spinta che, probabilmente, assumerà la forma degli incentivi all’acquisto di veicoli più efficienti e della parallela tassazione di quelli più inquinanti.

 

 

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