DALLA RETE AL MATERASSO - SI SALDA L’ASSE BERNEBÈ(TIM)-BASSANINI(OPEN FIBER) PER LA CREAZIONE DI UNA RETE UNICA - TUTTI SAREBBERO D'ACCORDO: GOVERNO, BOLLORE', BERLUSCONI, RENZI, OPEN FIBER E TELECOM - ANCHE DA LÌ PASSA IL NUOVO GRANDE ACCORDO POLITICO-INDUSTRIALE PRE E POST ELETTORALE

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DAGONOTA

L'intervista di Bassanini oggi sulla Stampa corrisponde ai pensieri di Franco Bernabe' (consigliere di Telecom Italia che per conto di Bollorè cura i rapporti con Palazzo Chigi) che nei giorni scorsi hanno prospettato, di comune accordo, al Governo.

linda lanzillotta col marito franco bassanini linda lanzillotta col marito franco bassanini

I loro pensieri vanno nella direzione identica della creazione di una rete unica (una unica società delle reti, anticipata da una joint venture delle due reti, preludio di una quotazione della società unica). Tutti sarebbero d'accordo: Governo, Bollore', Berlusconi, Renzi, Open Fiber e Telecom: anche da lì passa il nuovo grande accordo politico-industriale pre e post elettorale.

 

 

2. "LA RETE TELECOM? A NOI DI OPEN FIBER OPPURE SEPARATA DALLA CASA MADRE"

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

Il futuro della rete Telecom?

Franco Bernabè Franco Bernabè

Sul tavolo oggi le opzioni sono due: o conferire tutto a Open Fiber, la società mista Cassa depositi-Enel impegnata a diffondere la banda ultralarga in tutto il Paese, oppure staccare l' infrastruttura dalla casa madre, come è avvenuto in passato nel gas e nell' energia, e quindi lasciare che le due società si facciano concorrenza. «L' impressione - spiega Franco Bassanini, ex presidente di Cdp ed oggi numero uno di Open Fiber - è che l' accelerazione che c' è stata negli scenari tecnologici e di mercato spingerà a decisioni rapide. Decisioni del mercato, dunque di Telecom e di suoi azionisti, o dello Stato, anche se le elezioni imminenti non favoriscono una decisione delle istituzioni».

 

Di scorporo si parla ormai da vent' anni. Oggi ha ancora senso?

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

«Premesso che ha ragione il ministro Padoan a sostenere che nelle utilities è buona regola separare la proprietà delle reti da quelle dei servizi, soprattutto quando le infrastrutture di rete non sono moltiplicabili a piacere, bisogna chiedersi se questa regola valga ancora oggi».

 

La sua risposta qual è?

«Che valga più che mai, perché negli ultimi anni nel mondo delle tlc stanno cambiando molte cose. Penso innanzitutto all' arrivo della fibra, incentivato altrove anche dal passaggio delle reti Tv cavo allo standard Docsis 3.1 che offrirà agli utenti finali 10 gigabit al secondo. Le reti tlc tradizionali possono competere con loro solo passando alla fibra fino a casa.

TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA

Nei Paesi più avanzati, Usa in testa, ciò spingerà il mercato a produrre sempre di più prodotti, dalle app, ai video, ai programmi di medicina a distanza che richiedono grande capacità di banda, la stessa che richiede (anche per una questione di affidabilità e di latenza) la rivoluzione 4.0. E poi c' è la telefonia mobile 5G che a sua volta richiederà una infrastruttura molto più capillare di quella attuale a partire da una moltiplicazione dei ripetitori 15 volte superiore a quelle attuali. Celle che devono essere collegate tra di loro con la fibra, che è la stessa fibra che si posa per arrivare in tutte le case e gli uffici.

 

E' un' operazione che richiede investimenti molto più costosi di quelli tradizionali. La rete tlc diventerà come gli aeroporti, non conviene a ogni compagnia aerea farsi il suo. O come le autostrade. Un' infrastruttura al servizio di tutti evita il rischio che questi investimenti non siano sostenibili, oppure che vengano fatti col contagocce e l' Italia resti indietro rispetto alla concorrenza internazionale. Insomma oggi ci sono ragioni che non c' erano venticinque anni fa quando venne privatizzata Telecom».

alberto nagel bollore alberto nagel bollore

 

Ma oggetto dello scorporo è soprattutto la rete di rame di Telecom. Roba vecchia, superata?

«Mettiamola così: se metto in una bottiglia 30% di olio di oliva e 70% di olio di semi lo posso vendere come olio d' oliva? No, le regole europee e nazionali lo impediscono. Se uno mette la fibra fino all' armadio e poi a casa arriva col rame dicendo "ti porto la fibra o la superfibra" in Francia non lo può fare perché la legge lo vieta, in Italia invece lo può fare. E questo fa si che ci sia molta confusione sui servizi offerti. Detto ciò, la rete di Telecom non è un ferrovecchio come qualcuno dice, ma va rapidamente sostituita dalla rete in fibra. Ma ovviamente c' è un forte interesse aziendale di Telecom a prolungare per il tempo più lungo possibile la vita della rete in rame, perché è un asset iscritto a bilancio con una valutazione molto elevata, e poi va messo in conto che in gran parte d' Italia le consente (ancora, ma per poco) di essere in posizione monopolista».

BASSANINI BASSANINI

 

Open Fiber invece cosa offre?

«OF è nata per costruire una rete a prova di futuro, dunque tutta in fibra fino a casa. E per offrirla a tutti i 320 service providers italiani. Siamo anche un pungolo competitivo nei confronti di Telecom Italia, risultato che già si vede, perché Telecom è stata costretta ad accelerare sugli investimenti. Noi investiremo circa 7 miliardi di euro, compresi i contributi dello Stato, allo scopo di raggiungere 19 milioni di abitazioni, ovvero il 70% della popolazione nazionale. Il nostro modello è il "wholesale only", costruiamo una infrastruttura neutrale, che non vende ai clienti finali ma solo ai provider. Un modello che nel mondo è ancora raro, ma che si sta già affermando in Australia, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Singapore e da ultimo in Uk».

 

Che sbocco vede per la situazione italiana?

«Le strade sono due. La prima prevede che gli azionisti di Tim decidano che conviene a tutti, non solo al Paese ma anche a loro, liberarsi della rete, che comporta oggi investimenti molto costosi, soprattutto una volta che non saranno più monopolisti. Naturalmente cercando di valorizzare al massimo l' asset che hanno. Open Fiber, o i suoi azionisti, sono in questo caso ben posizionati per acquisire la rete Telecom, potendo sfruttare al meglio le sinergie tra le due reti e accelerare la migrazione di tutti dal rame alla fibra, con vantaggi importanti anche per i clienti finali».

 

Il presidente di Tim de Puyfontaine parlando con "La Stampa" si è detto disponibile a ragionare.

franco bassanini pier carlo padoan franco bassanini pier carlo padoan

«Intervista storica, perché è la prima volta che ufficialmente Telecom apre a questa ipotesi».

 

E se invece il progetto si arena?

«Continuerà la competizione infrastrutturale e vincerà il migliore. Sempreché le istituzioni non decidano di imporre la separazione societaria della rete come ora in Gran Bretagna (e come si fece in Italia per la rete gas Snam). La separazione societaria riduce i rischi di abuso di posizione dominante, e la competizione infrastrutturale continuerebbe tra due società whole sale only. Sarebbe più facile anche arrivare a qualche forma di accordo o di integrazione, che eviti la duplicazione di infrastrutture e consenta di accelerare la costruzione della rete di nuova generazione».

 

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