RISANAMENTO LENTO – PREVALE LA LINEA DI UNICREDIT E LA SOCIETA’ IMMOBILIARE FA SPALLUCCE DAVANTI ALLA NUOVA OFFERTA DEL TANDEM BARRACK-ZUNINO. E GLI IMMOBILI FRANCESI SI VENDONO A CHELSFIELD

Cosa farà il socio di minoranza Zunino? Assistito da Guido Rossi, ha presentato alle banche azioniste nelle scorse settimana una perizia legale che attesterebbe che la cessione degli asset parigini non rientra nelle operazioni consentite. Sarà battaglia legale?....

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Laura Galvagni e Carlo Festa per ‘Il Sole 24 Ore'

Il parere del notaio Mario Notari è arrivato sul tavolo del vertice di Risanamento e, anche in questo caso come nei due precedenti, viene dato il via libera alla valorizzazione degli asset francesi. In particolare, si apprende, il documento di 22 pagine presentato da Notari specifica che l'accordo ex articolo 182 bis firmato a suo tempo da banche e società e depositato al Tribunale di Milano per evitare il fallimento del gruppo non impedisce la vendita degli asset.

Luigi zuninoLuigi zunino

Al contempo precisa che «l'esecuzione della valorizzazione» degli immobili parigini non richiede modifiche al vecchio accordo né impone una nuova intesa. Insomma, è un via libera pieno al proseguimento del processo di cessione. Un ok che giunge a poche ore dalla conferma, da parte di Chelsfield, della propria offerta su Parigi. Il fondo di Olayan Group ha terminato nelle scorse ore la due diligence sugli asset francesi e ha ribadito contenuti e numeri della proposta a suo tempo presentata: 1,225 miliardi per i nove palazzi.

Quindi tutto sembra concludersi come era nelle previsioni, anche se alla società e alle banche azioniste negli scorsi giorni era arrivata una nuova offerta da parte degli alleati Colony Capital e Luigi Zunino, l'ex-proprietario di Risanamento che sta provando da diversi mesi a rientrare in possesso della sua ex-azienda.

Barrack e Zunino avevano proposto, come alternativa all'acquisto del patrimonio francese da parte di Chelsfield, il lancio di un'Opa sull'azienda quotata a Piazza Affari. Con la perizia favorevole a Chelsfield, vince la posizione di alcune banche, in particolare Unicredit che si sarebbe opposta anche all'ultima versione dell'offerta di Barrack e Zunino di settimana scorsa. L'unico istituto che, invece, anche in virtù del suo ruolo di finanziatore di Sistema Holding, resta a favore dell'ex-patron del gruppo resta il Banco Popolare.

Tom Barrack con la moglie LaurelTom Barrack con la moglie Laurel guido rossiguido rossi

Ora resta da vedere cosa farà proprio Zunino, in qualità di socio di minoranza di Risanamento con Sistema Holding. L'imprenditore di Nizza Monferrato, assistito da Guido Rossi, ha presentato alle banche azioniste nelle scorse settimana una perizia legale del professor Gaetano Presti, alternativa a quella di Notari e che attesterebbe che la cessione degli immobili parigini non rientrerebbe all'interno delle operazioni consentite in una procedura tutelata dal tribunale con un 182 bis.

In particolare, per Zunino con la cessione del portafoglio francese verrebbero a mancare i presupposti della continuità aziendale in quanto l'incasso ottenuto da Chelsfield con la vendita di Parigi non andrebbe a coprire gli oltre 400 milioni di euro di debiti (fra esposizione verso le banche, vertenze fiscali e altro) e sarà quindi necessaria nuova finanza da parte degli istituti di credito per tenere in piedi l'operazione, con le banche che restano in parte divise.

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Ora la disputa sembra quindi spostarsi sul lato legale. Tuttavia la tabella di marcia è ormai stata scritta dalla società. In virtù della perizia positiva sulla vendita, Risanamento riunirà il consiglio di amministrazione il prossimo giovedì 27 febbraio per provare a chiudere il cerchio. In quella sede, verrà presentato, probabilmente, anche l'accordo raggiunto con Milanosesto sull'ex area Falck. Accordo che prevede il riconoscimento a Milanosesto, a fronte della rinuncia fatta dalla stessa al giudizio arbitrale e al giudizio cautelare, di 80 milioni per i costi di bonifica.

In ragione di ciò, il prezzo ultimo per la cessione dell'area si può calcolare in circa 325 milioni di euro, meno dei 405 milioni a suo tempo concordati nel momento in cui veniva predisposto l'accordo di ristrutturazione ex-articolo 182 bis.

 

 

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