E’ POSSIBILE CANCELLARE LA LEGGE FORNERO? SALVINI LO HA PROMESSO IN CAMPAGNA ELETTORALE MA IL PRESIDENTE DELL’INPS, TITO BOERI, LO RIPETE DA MESI: E’ IMPOSSIBILE - RIVEDERE LA RIFORMA PENSIONISTICA METTEREBBE A REPENTAGLIO LA SOSTENIBILITA’ DEI CONTI PUBBLICI. NON SOLO: FORSE SERVIRA’ UN ALTRO INTERVENTO… - E IL REDDITO DI CITTADINANZA? COSTEREBBE TRA I 35 E I 38 MILIARDI DI EURO

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matteo salvini al mare 6 matteo salvini al mare 6

BOERI, REDDITO CITTADINANZA M5S COSTEREBBE 35-38 MLD

(ANSA) - Il reddito di cittadinanza, così come previsto dal M5S nella sua proposta di legge nella scorsa legislatura potrebbe costare tra i 35 e i 38 miliardi di euro. Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, sottolineando che si tratta "di una cifra molto consistente". Boeri ha sottolineato che sono state affinate le stime sul costo di questa misura rispetto a quanto previsto nel 2015, quando si parlò di 29 miliardi.

 

Da http://www.adnkronos.com

 

Tito Boeri, presidente dell'Inps, lo ripete da mesi: cancellare la legge Fornero è impossibile. Sulle pensioni ancora oggi dalla politica arrivano "promesse da marinaio, insostenibili", aveva detto nel pieno della campagna elettorale, quando soprattutto Lega e M5S parlavano di mettere mano in modo pesante al sistema pensionistico.

Mario Monti Elsa Fornero Mario Monti Elsa Fornero

 

Proprio ieri la Bce ha lanciato l'alert: no a passi indietro sulle riforme pensionistiche nella zona euro o si metterebbe a repentaglio la sostenibilità dei conti pubblici. In un articolo contenuto nell'ultimo Bollettino economico, la Banca centrale europea ha ribadito il monito ai Paesi della moneta unica affinché attuino con efficacia le riforme del sistema previdenziale adottate negli ultimi anni.

 

TITO BOERI TITO BOERI

Ma non solo. Secondo gli esperti prudenza nel mettere mano alla Fornero, facendo un passo indietro, non basta. Perché, la situazione attuale, fa pensare che sia addirittura necessaria una riforma bis.

 

"Nelle previsioni della Ue vi sono dei notevoli scostamenti rispetto a quelle della Ragioneria dello Stato - dice all'Adnkronos Giuliano Cazzola, economista ed esperto di previdenza - Per farla breve, nel picco dell’incidenza della spesa sul pil vi sono ben due punti di differenza in più (il 18% anziché il 16%)".

 

ELSA FORNERO IN LACRIME ELSA FORNERO IN LACRIME

"La valutazione più severa deriva in primo luogo dal peggioramento dei trend demografici: l’attesa di vita si allunga più del previsto mentre le nascite continuano il loro ciclo al ribasso, così la quota degli over 65 arriverà ad oltre un terzo della popolazione - spiega l'esperto - Ciò dovrebbe far comprendere a tutti come sarebbe sbagliato abolire o manomettere l’aggancio automatico dell’età e dell’anzianità all’incremento dell’aspettativa di vita".

CAZZOLA MERLINO CAZZOLA MERLINO

 

"Ma l’elemento più importante alla base dello scostamento nelle previsioni risiede nella differente valutazione dei tassi di crescita - sottolinea Cazzola - in quanto la Ue, come del resto anche il Fmi nel suo recente working paper, ritiene che le nostre stime siano troppo generose. Questo è l’aspetto opinabile delle previsioni della Ue: sta a noi dimostrare di saper affrontare la sfida di una crescita sostenuta". "Certo, a fronte di tali scenari solo degli irresponsabili potrebbero dare corso a promesse elettorali sulle pensioni, totalmente insostenibili", afferma.

reddito per tutti 2 reddito per tutti 2

 

Quanto a una seconda riforma, "posso solo dire che il cantiere delle pensioni è per definizione sempre aperto perché l’equilibrio del sistema, sarebbe più corretto parlare di un disequilibrio accettabile, - sottolinea Cazzola - dipende da tanti fattori economici, demografici ed occupazionali, che possono rapidamente mutare, mandando al macero interi volumi di previsioni".

 

pensioni pensioni

"Personalmente penso che, se si presentasse la necessità, basterebbe ripristinare la riforma del 2011 al netto delle correzioni dirette o indirette che vi sono state apportate nella trascorsa legislatura - afferma l'esperto - in particolare abolendo le norme sui cosiddetti quarantunisti e la cosiddetta 14esima, evitando accuratamente di aggiungere nuove categorie di lavoro disagiato con le relative deroghe, ripristinando il limite dei 62 anni per andare in quiescenza anticipata senza penalizzazioni economiche". "Non si dimentichi poi - conclude - che tutto il pacchetto dell’Ape è di carattere sperimentale fino alla fine del 2019. Ma la prima cosa da fare è impedire che vadano avanti i progetti di abolizione della riforma Fornero".

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