LA RUSSIA SI COMPRA WIND - Sì ALLA FUSIONE DI VIMPELCOM COL GRUPPO DI SAWIRIS, CHE PUR DI VENDERE HA ACCETTATO UNA BASSA VALUTAZIONE E DI RIMANERE FUORI DAL CDA. NASCERà IL 5° GRUPPO TELEFONICO MONDIALE - I NORVEGESI DI TELENOR NON VOLEVANO AFFATTO ACCOLLARSI IL DEBITO MONSTRE DI WIND, MA DA MOSCA GLI HANNO PREPARATO UNO SGAMBETTO “LEGALE” PER BLOCCARE LE LORO FREGOLE. ORA, COL 34%, PROMETTONO BATTAGLIA IN ASSEMBLEA…

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Simone Filippetti per \"Il Sole 24 Ore\"

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1 - SÌ ALLE NOZZE WIND-VIMPELCOM...

Arriva il fatidico sì sul matrimonio più atteso nelle tlc: quello tra Wind e Vimpelcom. Dopo sei anni al cardiopalma, Naguib Sawiris lascia l\'Italia. Il suo impero, dall\'Algeria all\'Egitto fino al Pakistan, finirà in mano ai russi, tuttavia il magnate rimarrà comunque sullo sfondo come socio di minoranza. Mesi di trattative, ripensamenti e numerosi ostacoli, ma ora è (quasi) fatta per l\'aggregazione che mette insieme il gruppo delle tlc italo-egiziano (Wind-Orascom) con l\'operatore russo Beeline, una comproprietà Altimo (Alfa Group)-Telenor.

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Sulla maxi-fusione da 20 miliardi dollari, e destinata a creare il quinto operatore al mondo nella telefonia mobile, l\'ultima parola non è ancora stata pronunciata: in assemblea, il 17 marzo, sarà guerra totale tra Altimo e Telenor che ha sempre contestato l\'unione.

Il via libera dei rispettivi management è arrivato dopo che Sawiris ha accettato uno sconto sul prezzo (da 1,8 a 1,5 miliardi di dollari), ma soprattutto l\'esclusione dal board del futuro colosso. Nella famiglia egiziana, dove rumors non confermati del fine settimane, riferivano di posizioni contrastanti, avrebbe prevalso la linea del patriarca Onsi Sawiris (il padre di Naguib), che spingeva per chiudere coi russi in ogni caso. Sawiris jr dunque accetta, ma in cambio ottiene ampi diritti di voto.

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Al miliardario andranno 325 milioni di nuove azioni Vimpelcom, il 20% del capitale, e 305 milioni di titoli privilegio (30% di diritti). Post-fusione il gruppo vedrà i russi di Altimo e Telenor entrambi al 31%. Insieme, però, l\'asse russo-egiziano potrà contare su una maggioranza schiacciante del 66%. Da qui a metà marzo ci sono due mesi in cui può succedere di tutto: di certo russi ed egiziani, ora che hanno trovato la quadra, lavoreranno per vincere le resistenze dei norvegesi. In ogni caso arriveranno in assemblea blindati, anche se l\'esito del voto rimane un\'incognita.

I primi rumors di contatti tra Sawiris e i russi erano circolati ad agosto, ma l\'esistenza di trattative era stata ammessa solo a ottobre dai due. Da lì in poi il fidanzamento è stato assai tormentato (per la spinosa questione Algeria di Orascom, soprattutto). Prima di Natale sembrava che tutto fosse finito in un binario morto. Domenica, invece, la svolta: sì di Sawiris alle condizioni, più penalizzanti, dei russi e via libera di Vimpelcom.

VimpelcomVimpelcom

A questi prezzi, il gruppo Sawiris viene valutato 6,1 volte il margine operativo lordo (l\'equity del gruppo di Sawiris è stata valutato 5 miliardi, il debito di Wind 11 miliardi, quello, pro quota, di Orascom 2,3 miliardi). Meno di quanto appena due mesi fa lo stesso Sawiris ha incassato per Tunisiana (un pezzo del suo impero): è la transazione più a buon mercato degli ultimi tempi.

AlexanderAlexander Izosimov di Vimpelcom

I russi si portano a casa, però, anche il debito, che non è poco, dell\'impero di Weather, oggi Wind Telecom Holding, ma il nuovo big avrà multipli sostenibili: il debito lordo di «VimpelWind» ammonterà a 25,7 miliardi di dollari. Una montagna in valore assoluto, ma 2,3 volte il margine operativo lordo (e in calo verso un multiplo di 2). Dalle agenzie di rating ci si aspetta un impatto contenuto (probabile il downgrade di Vimpelcom di un solo gradino, a BB).

LogoLogo Telenor


2 - LA CONTROMOSSA DI MOSCA PER DISINNESCARE OSLO...

L\'asso nella manica del miliardario Mikahil Fridman, l\'influente oligarca russo a capo della conglomerata Alfa Group, contro i riottosi soci di Telenor è spiegato in due righe a pagina dodici del documento riservato sulla fusione Wind-Vimpelcom. E si chiama \"diritto di prelazione\".

Domenica sera ad Amsterdam, sul tavolo del board di Vimpelcom, di cui i russi sono soci di maggioranza, un dossier di 25 pagine recante la dicitura «strictly private and confidential» è stato presentato ai consiglieri (tre in quota Altimo, tre in quota Telenor e tre indipendenti). Scopo? Convincerli della bontà della fusione con Wind (alla luce della nuova offerta riformulata da Vimpelcom).

JonJon Fredrik Baksaas CEO di Telenor

E lì dentro c\'è spiegata la mossa del cavallo, finora rimasta segreta, dei russi: Altimo ha comprato una manciata di azioni Orascom Telecom (l\'unico asset pubblico della galassia Sawiris visto che tutto il resto dell\'impero è non quotato) alla Borsa del Cairo. Un\'operazione condotta nel più stretto riserbo: 28 milioni di dollari di investimento, briciole rispetto ai 7 miliardi dell\'intera fusione, ma che però sono l\'arma con cui i russi hanno disinnescato la mina Telenor.

L\'acquisto, infatti, implica che Altimo è anche azionista della società che si appresta a comprare: dunque la fusione va considerata come una \"parte correlata\". Una fattispecie che fa decadere il diritto di prelazione dei vari soci sui titoli di Vimpelcom. Non è un mero tecnicismo da legulei perché tutta l\'operazione è sostanzialmente una fusione carta contro carta. E l\'assemblea che dovrà dare l\'ok alla maxi-aggregazione è tecnicamente convocata proprio per l\'emissione di nuove azioni.

Azioni sulle quali Telenor avrebbe potuto esercitare proprio il diritto di prelazione mettendo così a rischio tutta la fusione. Cosa che non è più possibile grazie alla piccola astuzia dei russi.

FondatoriFondatori di Vimpelcom Zimin e Fabela

Privata dunque del diritto di prelazione, che avrebbe permesso di bloccare le nuove azioni da assegnare a Sawiris, Telenor si gioca tutto in assemblea, sperando di convincere quanti più azionisti di minoranza possibile che dal matrimonio italo-egizio ci perdono. «È un\'operazione che distrugge valore perché alla fine le minoranze, che attualmente hanno il 18,6% dei diritti di voto, scenderanno infine al 12,9%» ha tuonato ieri da Oslo Telenor.

Ma sfortunatamente per i norvegesi, lo statuto prevede che in assemblea è sufficiente appena il 50% più uno dei voti per far approvare l\'operazione. Altimo parte già da un sostanzioso 40% (e un 44% dei diritti di voto) e ieri lo \"zar\" di Vimpelcom, Alexander Izosimov, ha fatto capire che i giochi sono quasi fatti. «Non abbiamo ancora identificato il terzo degli azionisti di minoranza per ottenere l\'ok, ma siamo molto vicini». Probabile che tanto sfoggio di certezza sia anche pre-tattica, ma di certo è più facile arrivare al 50% più uno dei voti partendo dal 44% che dal 36% dei norvegesi. Che hanno già preannunciato battaglia per il 17 di marzo: hanno due mesi di tempo per coalizzare un eventuale fronte del no.

 

 

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