SCOPERCHIATA LA SÒLA DEL BANCO ESPIRITO SANTO: IL TITOLO PERDE IL 48% E SI PORTA DIETRO LE BORSE EUROPEE. MILANO -1,7% - SEAT PG: IL FALLIMENTO È DEFINITIVO, PASSA AI CREDITORI

La banca portoghese annuncia un buco da 3,5 miliardi nel trimestre - Greco e le frecciatine ai vecchi manager di Generali: “Abbiamo una posizione di capitale normale dopo molti anni” - Eni scopre mega giacimento in Gabon - Il fondo Clessidra compra il 35% di Harmont&Blaine - Suez punta l’acqua italiana...

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  1. BORSE EUROPEE IN ROSSO, PESANO CONTI BANCO ESPIRITO SANTO

Finanza.com – Le principali Borse europee sono in rosso, appesantite dall’andamento del comparto bancario che continua a perdere sotto l’effetto dei conti della portoghese Banco Espirito Santo. Tra le peggiori del Vecchio continente Piazza Affari, con il Ftse Mib che cede oltre l'1,7% a 20.524,31 punti. La maglia nera del listino milanese la indossa Banco Popolare che cede il 3,9%, male anche Mps (-3,04%). Nel resto d'Europa il Dax di Francoforte cede oltre l'1% a 9.495,9 punti, mentre il listino francese Cac40 segna un -0,63% a 4.283.

banco espirito santo banco espirito santo

 

Ribassi più contenuti per il Ftse 100 che viaggia a 6.756,7 punti (-0,25%). Dopo un avvio poco mosso a far tremare i listini continentali sono le preoccupazioni legate all’evolversi della situazione del Banco Espirito Santo. La banca lusitana ha infatti annunciato di avere riportato nel primo semestre una perdita record pari a 3,6 miliardi. A causa della perdita, i livelli di capitale sono scesi sotto il minimo richiesto dalla banca centrale portoghese e dunque l’istituto ha annunciato la necessità di un aumento di capitale da sottoporre ai soci a una prossima assemblea.

 

  1. E18: STIMA INFLAZIONE A LUGLIO RALLENTA A +0,4% SU ANNO

INFLAZIONE INFLAZIONE

Radiocor - A luglio rallenta l'inflazione nella zona Euro (E18). Lo stima l'ufficio di statistica Eurostat. La crescita dei prezzi al consumo e' stata pari al +0,4% rispetto allo stesso mese del 2013 mentre a giugno scorso l'incremento era stato pari al +0,5 per cento. Il dato di luglio e' leggermente superiore alle attese degli analisti che stimavano un raffreddamento piu' forte dell'inflazione, pari al +0,3 per cento. Guardando ai principali settori, i servizi mettono a segno la crescita maggiore con l'1,3%, stabile rispetto a giugno. In calo, invece, i prezzi del comparto alimentari, alcol e tabacco (-0.3% rispetto al -0.2% di giugno); ancora piu' forte la diminuzione per l'energia, pari all'1 rispetto al + 0,1% del mese precedente.

 

  1. GENERALI, GRECO: ABBIAMO POSIZIONE DI CAPITALE NORMALE DOPO MOLTI ANNI

 (LaPresse) - "In questa semestrale si vede che abbiamo raggiunto l'obiettivo di risistemare la situazione di capitale della società. L'obiettivo di piano di Solvency ratio è già stato raggiunto e continuerà a migliorare di qui alla fine del prossimo anno: Generali per la prima volta da molti ha una posizione di capitale stabile e normale, in linea con la concorrenza".

Group CEO Mario Greco Group CEO Mario Greco

 

Così Mario Greco, parlando con la stampa questa mattina dopo la pubblicazione dei risultati semestrali di Generali. "Il risultato operativo è il migliore degli ultimi anni, cresce di quasi il 10%, cresce per i motivi giusti. Cresce perché il risultato di taglio dei costi e di ristrutturazione nei rami vita e danni verso i mercati più rdditizi. Il business manifesta crescita" aggiunge Greco.

 

"Siamo molto ottimisti per l'operating result rispetto al capitale possa essere raggiunto in anticipo: avevamo detto di voler raggiungere il 13% in questo rapporto, ora è un risultato raggiungibile" ha poi aggiunto Greco. Sul fronte dell'utile netto, Greco spiega come "al netto delle svalutazioni cresce del 12,5%, vuol dire che il business normale sta crescendo anche su questo fronte".

 

  1. GENERALI: UTILE I SEM. STABILE A 1 MLD, +9.5% RISULTATO OPERATIVO

 (LaPresse) - Nel corso del semestre Generali ha raggiunto un risultato operativo che supera i 2,5 miliardi (+9,5% sul 2013). Il risultato operativo mostra una eccellente performance nel secondo trimestre con una crescita del 20,4% rispetto allo stesso periodo del 2013. L'utile netto raggiunge 1.075 milioni, stabile rispetto al primo semestre 2013 (1.081 milioni).

PERISSINOTTO PERISSINOTTO

 

Sul risultato influisce negativamente Bsi per 113 milioni. L'utile post imposte riferito alle attività correnti mostra una crescita del 12,5% trainato dallo sviluppo del risultato operativo. Il risultato non operativo si attesta a -653 milioni (-604 milioni nel 2013), l'andamento è stato determinato da maggiori profitti di realizzo che hanno parzialmente compensato le svalutazioni sugli investimenti registrate nel periodo.

 

Nel ramo vita, il risultato operativo registra un incremento a oltre 1,5 miliardi (+4,8%), grazie al contenimento delle spese e alla positiva gestione finanziaria. Nel ramo danni, il risultato operativo mostra una forte crescita a oltre 1 miliardo (+14,8%), grazie a un'ottima redditività tecnica. Nel segmento finanziario il risultato operativo cresce del 15,8% attestandosi a 226 milioni spinto dalla buona performance di Banca Generali (+31%). Nel corso del semestre l'attività di rafforzamento della solidità patrimoniale ha portato il Solvency I ratio a 162% (+21 p.p. da fine anno), con un'eccedenza pari a 11,2 miliardi.

 

claudio descalzi claudio descalzi

L'indice - su base pro forma - si attesta a 164% calcolando la vendita di Bsi e l'acquisizione del restante 24% di Gph. Generali ha così già superato, con più di un anno di anticipo, il target 2015 sul rafforzamento del capitale. Il patrimonio netto di gruppo si attesta a 22,1 miliardi (+11,9%) rispetto a 19,8 miliardi al 31 dicembre 2013, beneficiando sostanzialmente dei positivi risultati economici del periodo e del favorevole andamento dei mercati finanziari che hanno contribuito ad aumentare la riserva patrimoniale degli utili su attività finanziarie disponibili alla vendita.

 

  1. ENI: SCOPERTO IMPORTANTE GIACIMENTO OFFSHORE AL LARGO DEL GABON

 (LaPresse) - Eni ha effettuato un'importante scoperta di gas e condensati nel prospetto esplorativo Nyonie Deep, situato nell'offshore del Gabon nel blocco esplorativo D4, a circa 13 chilometri dalla costa e 50 chilometri dalla capitale Libreville. La scoperta, che secondo le stime preliminari risulta significativa, con un potenziale iniziale in posto stimato in circa 500 milioni di barili di olio equivalente, è avvenuta nel pre-sale del Gabon ed è stata effettuata attraverso il pozzo esplorativo Nyonie Deep 1, perforato in 28 metri di profondità d'acqua e fino a una profondità complessiva di 4.314 metri.

 

Il pozzo ha accertato la presenza di una importante colonna mineralizzata a gas e condensato (320 metri di altezza) nella sequenza clastica pre-salina di età geologica Aptiana. La struttura, estesa per più di 40 chilometri quadrati, copre due blocchi esplorativi offshore, entrambi operati da Eni con una partecipazione del 100%.

 

adidas adidas

Alla scoperta seguirà una campagna di delineazione, che sarà realizzata a breve, necessaria per confermarne il potenziale. Eni nel contempo avvierà gli studi per l'eventuale sviluppo commerciale del giacimento. La scoperta è il risultato della campagna esplorativa che Eni sta conducendo nel promettente bacino del pre-sale dell'Africa Occidentale, dove risulta il terzo campo scoperto recentemente in acque poco profonde, dopo Nene Marine e Litchendjili Marine in Congo. Il potenziale totale di queste scoperte è stimato in circa 3 miliardi di barili di olio equivalente, con potenziali margini di miglioramento.

 

Questi successi riflettono la strategia della società, basata sul mantenimento di elevate quote di partecipazione che in caso di scoperta consentono il rimpiazzo delle riserve e la piena valorizzazione dei risultati esplorativi. Eni, che opera in Gabon attraverso la controllata Eni Gabon s.a., è presente nel paese dal 2009 con attività in 4 permessi esplorativi, due offshore (D3 & D4) e due onshore (E2 & F3).

 

  1. ADIDAS: TITOLO CROLLA DEL 12% SULLA BORSA DI FRANCOFORTE DOPO TAGLIO STIME 2014

Francesco Caio Francesco Caio

Finanza.com – Il titolo Adidas crolla di quasi il 12% sulla Borsa di Francoforte dopo il taglio delle previsioni 2014. Il colosso tedesco dello sportswear ha annunciato di attendersi ora un utile di 650 milioni di euro per l’anno in corso, in deciso ribasso rispetto alla passata indicazione compresa nel range 830-930 milioni di euro. A pesare i recenti sviluppi in Russia e la perdurante debolezza nelle attività del golf. Quanto ai risultati del secondo trimestre Adidas ha registrato vendite in leggero rialzo del 2% a 3,47 miliardi di euro, mentre l'utile netto si è attestato a 144 milioni di euro.

 

  1. SVIMEZ: LA CRISI ALLARGA IL DIVARIO FRA NORD E SUD

 Da “La Stampa” - Il Sud «scivola sempre più nell’arretramento»: così scrive il rapporto Svimez. Nel 2013 il Pil del Mezzogiorno è «crollato del 3,5% contro il -1,4% del centro Nord» e negli anni di crisi 2008-2013 «il Sud ha perso il 13,3% con il 7%». Il divario di Pil pro-capite si è allargato tornato indietro ai livelli di 10 anni fa.

 

CLAUDIO SPOSITO CLAUDIO SPOSITO

E la cosa peggiore è che il trend continua a essere sfavorevole. «Le tendenze più recenti segnalano che al Sud si concentra oltre l’80% delle perdite dei posti di lavoro italiani» segnala il rapporto, aggiungendo che nel 2013 «per la prima volta dall’avvio delle serie storiche il numero degli occupati del Sud è sceso a 5,8 milioni». Secondo lo Svimez «Le manovre economiche pesano di più al Sud», essendo costate dal 2010 a oggi il 9,5% del Prodotto interno lordo nel Mezzogiorno contro il 6% del Centro-Nord.

 

In conclusione lo Svimez scrive che «il Sud è una terra a rischio desertificazione industriale e umana, dove si continua a emigrare, non fare figli e impoverirsi».

[r.e.]

 

  1. OPA, POSTE E MANAGER - CAMBIA IL DL COMPETITIVITÀ

Da “La Stampa

 

Seat Pagine Gialle Seat Pagine Gialle

Doppia soglia per l’Opa, perdite delle Poste e tetto agli stipendi dei manager pubblici: questi alcuni dei punti su cui il governo intende modificare il decreto competitività, all’esame delle commissioni Ambiente e Industria alla Camera. In tutto le norme abrogative che il governo propone sono una ventina. Con l’introduzione della doppia soglia dell’Opa (portata anche al 25%) ci sarà l’apertura di una finestra temporale per le azioni a voto plurimo in assemblea ordinaria.

 

 Il pagamento di 535 milioni a Poste italiane sarà soppresso, al pari del tetto degli stipendi a 240 mila euro per i manager pubblici nelle società che emettono strumenti finanziari o titoli. In generale, dai parlamentari sono arrivati circa 800 emendamenti. Tra quelli del Pd uno riguarda le rinnovabili per innalzare lo scambio sul posto da 200 a 500 kW. Il M5s sale già sulle barricate per denunciare che il decreto è «indecente».[r.e.]

 

  1. IL FONDO CLESSIDRA COMPRA IL 35% DI HARMONT&BLAINE

Da “La Stampa” - Clessidra entra nel gruppo di moda Harmont&Blaine con una quota del 35%. Dopo mesi di trattative, è stato firmato un accordo che prevede l’ingresso del fondo di Claudio Sposito, con un aumento di capitale riservato, per sostenere «il piano di crescita internazionale della società».

 

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Grazie ai piani di sviluppo all’estero, Harmont&Blaine prevede di «incrementare significativamente» il fatturato nel prossimo triennio, favorendo «un progressivo riequilibrio dei ricavi tra Italia ed estero». La proprietà di Harmont&Blaine è stata finora suddivisa in quote paritarie tra i quattro fratelli della famiglia Menniti-Montefusco. Con 69 boutique monomarca in Italia e 70 all’estero, il gruppo che nel 2013 ha fatturato 71 milioni è presente in quattro continenti e 54 Paesi, con una presenza forte in Medio Oriente, Russia, Centro America ed Europa. Con l’aiuto di Clessidra punta a crescere in Asia e nell’Europa continentale. [r.e.]

 

  1. SEAT PG PASSA AI CREDITORI, PRONTO IL VIA LIBERA AL CONCORDATO

Da “Il Corriere della Sera

 

(m. ger. ) E’ attesa a breve, forse già oggi, la «sentenza» definitiva sul futuro di Seat Pagine Gialle ma è ormai quasi certo che i creditori daranno il via libera al concordato. Tutti i singoli voti sono stati raccolti nelle ultime ore dal Tribunale fallimentare di Torino. Ma i soggetti che hanno lo stock di debito più consistente si sono già espressi favorevolmente. Dunque è ormai a un passo il via libera definitivo al quadro di interventi che consentiranno al gruppo di ripartire scrollandosi di dosso 1,5 miliardi di debiti a fronte, comunque, del notevole sacrificio di gran parte dei creditori che rivedranno poco meno del 20% dei loro soldi.

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

Però d’altra parte era più che concreto il rischio di una liquidazione. E anche l’offerta in corsa di Antonio Percassi e Vittorio Farina (allettante nella parte cash, un po’ meno nelle modalità di fusione con Dmail) è stata respinta. Dunque Seat con l’ok dei creditori potrà disfarsi del fardello creato undici anni fa con l’operazione di leverage, ora sotto la lente della Procura di Torino, ad opera di un gruppo di fondi di private equity. Gli amministratori espressi negli anni (fino al 2012) da quei fondi sono ora «inseguiti» da un’azione di responsabilità votata dai soci Seat.

 

Le attese sono per un’adesione massiccia dei creditori al piano concordatario varato dalle assemblee di marzo su proposta del consiglio di amministrazione. La proclamazione del voto prima della pausa feriale permetterà al Tribunale di mettere in calendario l’omologa del concordato entro settembre. Dopodiché la società partirà con le operazioni finanziarie tra cui la maxi emissione di azioni per far entrare nel capitale i creditori. Gli attuali azionisti si diluiranno allo 0,25% (il che rende incomprensibili le quotazioni del titolo tali da esprimere oggi una capitalizzazione vicina ai 30 milioni). A fine anno Seat sarà una public company senza debito con un azionariato totalmente nuovo, composto da ex creditori che presumibilmente vorranno monetizzare. E a quel punto, forse, qualche gruppo industriale potrebbe farsi avanti.

 

  1. POLIGRAFICO E CONSAP, STALLO SUL RICAMBIO DEI MANAGER

Da”Il Corriere della Sera

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

(an. duc. ) Dipende tutto da cosa deciderà il premier Matteo Renzi. Malgrado siano partecipate al 100% dal ministero dell’Economia, quindi sotto la giurisdizione di Pier Carlo Padoan, le società pubbliche minori di via XX Settembre e il destino dei loro vertici verrà stabilito a Palazzo Chigi. Il punto è che il dossier nomine è ormai fermo da settimane senza che si intraveda uno sbocco. Tanto per capire, tre giorni fa l’assemblea dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è andata per l’ennesima volta deserta.

 

 Tutto rinviato al 5 agosto. In attesa di novità, al vertice resta Maurizio Prato, inossidabile manager di scuola Iri, transitato per Alitalia e poi in Fintecna. Situazione analoga capita dalle parti di Consap. La società concessionaria di servizi assicurativi pubblici, dove, in assenza di nomine, restano in sella due navigate conoscenze della prima e seconda Repubblica: l’amministratore delegato, Mauro Masi (ex dg Rai), e il presidente, Andrea Monorchio,(ex Ragioniere generale dello Stato). Oltre a quelli dell’Istituto Poligrafico e di Consap vanno rinnovati i consigli di amministrazione di Istituto Luce, Italia Lavoro, Rete Autostrade Mediteranee ed Enav.

 

Per quest’ultima la conferma o meno di Massimo Garbini, attualmente amministratore unico, servirà a stabilire chi dovrà accompagnare la società specializzata in servizi di controllo del traffico aereo in Borsa. Dopo le agili rottamazioni nelle grandi società pubbliche come Enel, Eni, Poste e Finmeccanica. Lo spoils system renziano ha cambiato passo. Un temporeggiare già visto in occasione delle nomine in Terna e Ferrovie. Per i piccoli, insomma, serve più riflessione.

ANDREA MONORCHIO CONSAP ANDREA MONORCHIO CONSAP

 

  1. SUEZ E I PIANI SULL’ACQUA ITALIANA

Da “Il Corriere della Sera

(s. agn.) Se c’erano dubbi ora sono spariti: Suez Environnement, il gruppo francese specializzato nella gestione di acqua e rifiuti, punta a diventare un player di primo piano in Italia sulla scia del consolidamento che ci sarà nei prossimi anni. A confermarlo è stato l’amministratore delegato Jean-Luis Chaussade nel corso della presentazione dei risultati del primo semestre. Secondo il manager transalpino, gli oltre 100 Ato (Ambiti territoriali ottimali) delle società che distribuiscono l’acqua in Italia si ridurranno in tre o quattro gruppi principali.

 

 

 

 

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