Massimo Sideri per il “Corriere della Sera”
A questo punto, se mai andrà in porto, lo chiameranno il «patto del Paloma», dal nome del megayacht da 60 metri di Vincent Bolloré sul quale si è tenuto ieri l’incontro, forse risolutivo, per il futuro di Telecom Italia, Vivendi, Tim Brasil e Gvt. La barca del finanziere bretone, che nelle acque mediterranee è nota muovendosi spesso tra Corsica, Sardegna e l’isola d’Elba, ieri ha navigato nel tratto di mare tra Porto Cervo e Golfo Aranci attraccando in una località più in disparte, Portisco.
Per incontrare il presidente, primo azionista di Vivendi con il 5% e futuro socio di riferimento in pectore di Telecom Italia c’erano Alberto Nagel di Mediobanca accompagnato da Marco Patuano, Giuseppe Recchi e Tarak Ben Ammar (amministratore delegato, presidente e consigliere del gruppo telefonico). Si trattava di sciogliere gli ultimi nodi e dubbi su come procedere nell’offerta che, comunque, dovrà passare dal board di Telecom Italia mercoledì prossimo e anche da quello di Tim Brasil prima di essere presentata formalmente al gruppo di media francese.
Le opzioni che dovrebbero essere emerse dalla scrematura dovrebbero essere due: in entrambe è previsto l’ingresso di Vivendi nel capitale di Telecom. Ma in un caso al gruppo guidato da Patuano dovrebbe rimanere il 51% della nuova società che nascerà dall’integrazione tra Global Village Telecom (di Vivendi al 100%) e Tim Brasil (di Telecom al 67%). In un altro Telecom avrebbe comunque la governance pur senza ambire al 51%.
Un recente report di Société Generale, valuta l’equity value di Tim Brasil 8,7 miliardi di euro (per il 100%) e quello di Gvt 6,6 miliardi. Dunque, nel caso di fusione carta contro carta Telecom avrebbe il 38% della nuova entità, Gvt il 43%.
Se dovesse prevalere quello che in casa Telecom è chiamato in gergo il piano «Centauro» Vivendi avrebbe tra il 15 e il 20% della stessa società telefonica, grazie a degli aumenti di capitale riservati (nell’altro caso avrebbe delle opzioni). Resta da capire, in un secondo momento, se prenderà corpo anche l’ipotesi di una Telco 2 per affiancare Bolloré.
È presumibile che ieri lo stesso finanziere abbia manifestato i suoi desiderata anche se, non va dimenticato, dovrà passare anche lui dal board di Vivendi già in agenda per il 28 agosto. E, comunque, dovrà giustificare la scelta dell’opzione italiana verso la quale ha già manifestato la sua preferenza di massima rispetto a quella spagnola giunta da Telefonica.
Peraltro è atteso un rilancio che sembra bollire nella pentola degli spagnoli, poco propensi a fare un passo indietro proprio di fronte alla «propria» Telecom Italia.
Molto sta nella valutazione che verrà fatta di Gvt. Nella proposta formalizzata da Telefonica a Vivendi a inizio agosto era valutata 6,7 miliardi (4 dei quali in contanti, più il 12% della nuova entità). Nel possibile piano Telecom la valutazione punterebbe invece più sui 7-7,2 miliardi. Per Vivendi, poi, farebbero la differenza anche le possibili sinergie industriali con i propri contenuti.
Una piccola curiosità: il Paloma - varata nel 1965, due ponti, sette cabine di cui tre doppie, acquistata da Bolloré nel 2003 per 3,5 milioni a cui vanno aggiunti i 5 milioni per la «ristrutturazione» - si può anche affittare ad avere i quattrini. Tariffa: oltre 200 mila euro a settimana. Ma non ieri visto che la stava usando il legittimo proprietario.