UNA SORGENIA DI DEBITI - LE BANCHE PRONTE A PRENDERE IL CONTROLLO DELLA SOCIETÀ (GRAVATA DA QUASI DUE MILIARDI DI DEBITI) - I DE BENEDETTI DOVREBBERO SBORSARE SOLO 150 MILIONI

Gli istituti creditori (Mps, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Ubi, Bpm, Portigon) si sono incontrati oggi e sono orientati per una conversione del debito in azioni, prendendo così il controllo del gruppo di proprietà di Cir e partecipato dall’austriaca Verbund - Una manovra da 600 milioni, le banche hanno chiesto ai De Benedetti di metterne 150…

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Andrea Montanari per "Milano Finanza"

Delle tre ipotesi sul tavolo per il salvataggio di Sorgenia le banche paiono propense a scegliere l'opzione relativa alla conversione di buona parte dell'esposizione in equity prendendo così il controllo del gruppo energetico oggi di proprietà di Cir e partecipato dall'austriaca Verbund.

SORGENIASORGENIARodolfo De BenedettiRodolfo De Benedetti

E' questo l'orientamento di massima che sarebbe emerso nel vertice di questa mattina tra tutti i principali istituti di credito (Mps, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Ubi, Bpm, Portigon e altre) esposti complessivamente per 1,8 miliardi e concentrate su una manovra finanziaria da 600 milioni.

Le banche nello specifico hanno chiesto a Cir un aumento di capitale d 150 milioni, a fronte dei 100 milioni che la holding dei De Benedetti è pronta a mettere sul piatto in cambio appunto della conversione di 300 dei 600 milioni oggetto della trattativa. La restante parte del debito (ossia 150 milioni) potrebbe essere stralciata o potrebbero essere oggetto di un prestito convertendo di media-lunga durata.

SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENASEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Per lunedì prossimo è stato fissato un nuovo appuntamento, questa volta tra le banche e il board della società energetica che fa capo alla famiglia De Benedetti. Mentre il 5 marzo c'è un cda ritenuto decisivo di Sorgenia.

Tutto a questo punto ruota attorno al ruolo di Mps, azionista all'1,21% della società guidata dall'ad Andrea Mangoni ed esposta per oltre 600 milioni.

 

 

ANDREA MANGONIANDREA MANGONI

 

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