TELECOM-MEDIA - NEL RISIKO DELLA TELEFONIA C’È UN CONVITATO DI PIETRA DI NOME MEDIASET - IL VECCHIO SOGNO DI CONFALONIERI DI UN ALLEANZA CON L’EX MONOPOLISTA DI STATO PUÒ REALIZZARSI

“Non ce lo fanno fare”, diceva il presidente Mediaset nel 2007, con Romano Prodi al governo. Oggi c’è Renzi, che su Telecom-Vivendi è silenziosissimo, e anche Mediaset tace. Eppure l’ingresso dei francesi in Telecom potrebbe portare a una maxi-alleanza sui contenuti. Il doppio ruolo di Tarak Ben Ammar…

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Francesco Spini per “La Stampa

 

Fedele Confalonieri Fedele Confalonieri

«Magari potessimo, ma non credo che ce lo faranno fare. Certo avrebbe senso, però tra il dire il fare...». Correva l’anno 2007. Al governo c’era Romano Prodi, a cui un anno dopo sarebbe subentrato Silvio Berlusconi. E commentando con gli analisti i conti dell’anno prima il presidente del Biscione, Fedele Confalonieri, non aveva nascosto il sogno «proibito», quello di un matrimonio tra la tv di casa Berlusconi e l’ex monopolista del telefono, giudicato ai tempi assai complicato anche per il conflitto di interessi dell’ex Cavaliere.

 

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Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, anche a Palazzo Chigi l’aria è assai diversa. E l’ipotesi di una possibile futura alleanza tra le tv di Berlusconi e il gruppo del telefono traspare in controluce, sebbene sotto diversa forma, anche nella battaglia estiva che sta contrapponendo Telecom e Telefonica nella conquista di una posizione di forza nel mercato brasiliano.?

 

romano prodi romano prodi

L’ipotesi che Vivendi possa scegliere di fondere Gvt con Tim Brasil e entrare nel capitale di Telecom, sulle prime è stata accolta con scetticismo dagli osservatori. Sotto la guida di Jean Renè Fourtou, Vivendi aveva deciso di concentrarsi sul settore dei media (Canal +, Universal, soprattutto) e meno sulle telecomunicazioni. Di qui la cessione della quota di maggioranza in Maroc Telecom e di quella di Sfr a Numericable.

 

Con l’arrivo alla presidenza di Vincent Bollorè le cose sembrano essere nuovamente cambiate. Con una parziale retromarcia a favore di un ritorno dei telefoni in una doppia strategia: posizionarsi nel futuro risiko europeo delle Tlc (i 170 operatori presenti in Europa stridono coi i soli 4 attivi negli Stati Uniti come in Cina) per divenire un polo aggregante, sfruttare il treno della convergenza tra contenuti e banda larga. In quest’ottica il Biscione appare come il convitato di pietra di tutte le grandi manovre in corso.

 

matteo renzi evoluzione matteo renzi evoluzione

Non è un mistero che negli ultimi mesi Vivendi, attraverso la sua Canal+ abbia avuto contatti con Mediaset per entrare - così come Al Jazeera - nel capitale della nuova società in cui saranno conferite le attività di Premium, la pay tv di Cologno Monzese e dove ha già prenotato un 11% pure Telefonica, coda dell’accordo in cui Cologno ha ceduto la quota in Digital+. L’immagine, insomma, è quella di un videogioco in cui il primo livello è la conquista del Brasile, il secondo il consolidamento in Europa, il terzo, appunto, la convergenza tra contenuti (la pay tv) e tlc.

SILVIO BERLUSCONI ALLUSCITA DALLA SACRA FAMIGLIA DI CESANO BOSCONE SILVIO BERLUSCONI ALLUSCITA DALLA SACRA FAMIGLIA DI CESANO BOSCONE

 

Non a caso a bordo del Paloma, lo yacht di Bollorè in cui si è tenuto in Sardegna l’ultimo incontro coi vertici Telecom c’era anche un esperto di produzioni tv, e buon amico di Berlusconi, come Tarak Ben Ammar. Lo stesso Bollorè a luglio aveva avuto un lungo colloquio ad Arcore con Pier Silvio Berlusconi, vice presidente del Biscione. Insomma, mentre il governo assiste a questa fase cruciale per un settore strategico nel più assoluto silenzio (nessuna parola sul rischio di una Telecom a trazione francese...), il sogno di Confalonieri sembra oggi assai meno proibito.

Tarak Ben Ammar Tarak Ben Ammar

 

 

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