TELECOM, TUTTO IL POTERE A CATTANEO. MONTEZEMOLO SMENTISCE CANDIDATURA ALLA PRESIDENZA AL POSTO DI RECCHI – VIVENDI, PRIMO AZIONISTA, ALLE PRESE CON LE LISTE DEL NUOVO CDA, ATTENDE LA DECISIONE AGCOM SUL CONTROLLO DELLA SOCIETA’ – BATTAGLIA A BRUXELLES SULLA BANDA LARGA

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Giuliana Ferraino per il Corriere della Sera

 

GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO

Si scalda la battaglia sul consiglio di Telecom Italia, con l' ingresso sulla scena di Luca Cordero di Montezemolo che, secondo indiscrezioni finanziarie sarebbe in corsa per diventare presidente del gruppo telefonico al posto di Giuseppe Recchi. «La notizia non esiste: di questa ipotesi non mi ha mai parlato nessuno» ha smentito Montezemolo, presidente in uscita di Alitalia. Ma le voci hanno contribuito a spingere il titolo che ha chiuso in controtendenza in Piazza Affari, con un rialzo dell' 1,68%, a 0,848 euro, sostenuto anche da un report positivo di Macquarie, che ha alzato a 1,10 il target di prezzo.

MONTEZEMOLO CARACENI MONTEZEMOLO CARACENI

 

L' assemblea chiamata a rinnovare il board è in programma il 4 maggio, ma entro il 9 aprile devono essere depositate le liste. E l' attenzione è concentrata sulle scelte di Vivendi, primo azionista con circa il 24%, visto che il gruppo francese è impegnato nella disputa legale con Mediaset dopo la rottura del contratto su Premium.

 

Disputa in cui è entrata, chiamata in causa dal gruppo tv e dalla controllante Fininvest anche l' AgCom, che entro il 21 aprile dovrà valutare se Vivendi esercita su Telecom o su Mediaset (in cui è salita fino al 29,9% dei diritti di voto) una forma di controllo o di influenza dominante, non essendo certo, che possa detenere la maggioranza di Telecom e allo stesso tempo una partecipazione qualificata nel Biscione.

 

mediaset vivendi 3 mediaset vivendi 3

La questione è stata affrontata anche dal collegio sindacale che a maggioranza ha stabilito che Vivendi ha un controllo di fatto sul gruppo telefonico, controllo che secondo la disciplina Consob , l' Autorità di vigilanza sul mercato, ha implicazioni nelle operazioni con parti correlati. Ma il board non ha condiviso il parere.

 

de puyfontaine mediaset vivendi de puyfontaine mediaset vivendi

L' idea di sostituire (dopo un solo mandato) Recchi e imporre un proprio nome rientrerebbe nel piano di aumentare il potere dell' amministratore delegato Flavio Cattaneo, chiamato alla guida di Telecom un anno fa al posto di Marco Patuano. Vivendi potrebbe proporre all' assemblea di togliere le deleghe alla carica, trasformando il presidente in una figura non esecutiva. Cattaneo conosce bene Montezemolo: è stato lui a chiamarlo prima nel board e poi come amministratore delegato (nel 2015) in Ntv, la società dei treni ad alta velocità che sotto la sua guida ha raggiunto il primo bilancio con un margine positivo. Una scelta del genere però rafforzerebbe l' ipotesi di un controllo di fatto sul gruppo.

cyrill vincent e yannick bollore cyrill vincent e yannick bollore

 

Vivendi non commenta le indiscrezioni. Il gruppo francese presieduto da Vincent Bolloré starebbe ancora lavorando alla lista per il rinnovo del consiglio. Ma i giochi non sarebbero ancora chiusi. Probabilmente i francesi proporranno una riduzione a 13 o 15 dei consiglieri attualmente 16 incluso il presidente (lo statuto di Telecom Italia prevede un minimo di 9 e un massimo di 17 consiglieri).

Felicite Herzog Felicite Herzog

 

Se è scontata la ricandidatura di Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi e vicepresidente di Telecom, sarebbe riconfermata anche Félicité Herzog, entrata in consiglio insieme agli altri 3 rappresentati dei francesi. In attesa di conoscere le scelte francesi, si è saputo che Bruxelles si sta muovendo sui bandi Infratel. La divisione aiuti di Stato dell' Antitrust europeo ha deciso di aprire un caso sul piano per la banda ultralarga del governo italiano nelle aree a cosiddetto fallimento di mercato, dopo un esposto di Telecom Italia.

 

 

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