IL TELEFONO PIANGE PER EDITORI E MEDIA - ADESSO PER LA PUBBLICITA' TIRANO LA CINGHIA ANCHE VODAFONE, WIND, TELECOM E 3ITALIA, CHE SOLO FINO ALL'ANNO SCORSO NON BADAVANO (QUASI) A SPESE

Il motivo del calo è semplice: il settore delle telecomunicazioni in Italia ha raggiunto il suo picco, i servizi a valore aggiunto vengono soppiantati da chat e servizi di messaggeria gratuita, i social network impazzano e così la torta dei ricavi si restringe. Di conseguenza gli operatori di telefonia non sanno più che cosa comunicare…

Condividi questo articolo


Andrea Montanari per "Milano Finanza"

 

TELECOM c c fa a ca dd TELECOM c c fa a ca dd

Non è più una telefonata ad allungare la vita degli editori. Prendendo spunto da uno storico spot di vent'anni fa si può dire oggi, dati alla mano, che il mercato italiano dell'advertising quest'anno stia soffrendo in maniera particolare per l'assenza di messaggi promozionali, cartacei, televisivi o sul web da parte delle compagnie telefoniche. Una inversione di tendenza registrata controvoglia da tutte le concessionarie di pubblicità e dai centri media.

 

Perché se fino allo scorso anno Vodafone, Wind, Telecom Italia e 3Italia erano tra i top spender del mercato, in questa prima parte del 2014 le cose sono nettamente cambiate: il settore tlc ha tagliato i budget di comunicazione di quasi il 30% rispetto all'anno precedente (come si vede in tabella).

Vodafone Vodafone

 

E se il colosso inglese delle tlc si difende ancora bene (43 milioni rispetto ai 101,6 milioni dell'anno 2013, secondo investitore complessivo del mercato), l'ex monopolista italiano e l'operatore controllato da capitale russo-egiziano latitano nei bassifondi della top ten, quando invece nel 2013 Telecom figurava settimo investitore complessivo con quasi 75 milioni e Wind addirittura terzo del mercato con 97 milioni.

 

Più staccata invece 3Italia, il quarto sfidante, che l'anno scorso figurava alla 24 esima posizione con poco meno di 35 milioni destinati all'advertising. Il motivo del calo, secondo alcuni osservatori, è semplice: il settore delle telecomunicazioni in Italia ha raggiunto il suo picco, i servizi a valore aggiunto vengono soppiantati da chat e servizi di messaggeria gratuita, i social network impazzano e così la torta dei ricavi si restringe. Di conseguenza gli operatori di telefonia non sanno più che cosa comunicare.

 

3 3

Senza tralasciare anche un altro aspetto: l'eccessivo numero di operatori presenti sul mercato locale. Per questo da alcuni anni si parla, senza che però l'operazione sia andata in porto, del merger tra Wind e 3Italia. Operazione che nel caso, in un mercato ancora asfittico, taglierebbe ancora la spesa pubblicitaria.

 

Mentre per quel che attiene a Telecom Italia va detto che il gruppo guidato dall'ad Marco Patuano ora è concentrato nel definire il futuro del business, schiacciato tra un debito tuttora assai alto e un asset, come quello brasiliano, tutto da sviluppare se non ci fosse l'intreccio vincolante con Telefonica, primo azionista di Telecom e player significativo, a sua volta, nel più vasto mercato sud americano.

 

WIND TELECOMUNICAZIONI WIND TELECOMUNICAZIONI

Ora il rischio per le concessionarie e i gruppi editoriali, in particolare quelli televisivi dove da sempre gli spot telefonici sono molto presenti, è che questo trend registrato in maniera significativa nella prima parte dell'anno (nel 2013 il settore telecomunicazioni aveva speso 485 milioni, il 10% in meno rispetto al 2012) si mantenga costante o si amplifichi nel secondo semestre, quello nel quale tutti confidano in una ripresa, seppure minima, della spesa in pubblicità. Certo che se il primo settore, quello delle tlc, lascia sul campo quasi il 30%, ossia quasi 150 milioni, le prospettive non sono rosee. Perchè comparti che possano prendere il suo posto non se ne vedono.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...