TORINO È IN BOLLETTA: SPENTA L'ILLUMINAZIONE DELLA MOLE - IL SINDACO LO RUSSO: "SE NON ARRIVA UN AIUTO DAL GOVERNO CON QUESTI RINCARI SIAMO COSTRETTI A FERMARE IL TRASPORTO PUBBLICO" - AL 31 LUGLIO LA BOLLETTA DELLA LUCE DA 41,6 MILIONI AVEVA GIÀ FATTO RIZZARE I CAPELLI AL SINDACO CHE TREMA PER LE FINANZE, GIÀ DISSESTATE, DI TORINO - SI STA PENSANDO A UN PIANO PER SPEGNERE L'ILLUMINAZIONE PUBBLICA E I RISCALDAMENTI NEGLI EDIFICI PUBBLICI NEI GIORNI FESTIVI - VIDEO

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Claudia Luise per “la Stampa”

 

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Torino spegne la Mole. E così il suo simbolo resta al buio e diventa a sua volta simbolo del caro bollette che pesa come un macigno sulle casse già in rosso di uno dei comuni più indebitati d'Italia. Lunedì il sindaco, Stefano Lo Russo, era stato chiaro: «Se non arriva un aiuto dal governo con questi rincari siamo costretti a fermare il trasporto pubblico locale». Poi ha istituito una task force che si è riunita ieri per stabilire le azioni da mettere in campo per ridurre i consumi. Il responso è stato drastico, almeno simbolicamente. Nulla è definitivo, si tratterà soprattutto di esperimenti che verranno tentati per ammorbidire il conto invernale.

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Innanzitutto si spegneranno le illuminazioni considerate non essenziali di tutti i palazzi pubblici: i monumenti, quindi, ma anche le fontane e le arcate dei ponti centrali che caratterizzano il panorama serale del lungo Po. E poi, Mole, Palazzo Civico, Palazzo Reale. L'elenco degli edifici storici che resteranno al buio è lungo. Una misura che si è resa necessaria analizzando i costi: il totale della bolletta energetica della Città che pareggiava a 44,3 milioni l'anno scorso, al 31 luglio era già schizzato a 41,6 milioni.

 

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Per quanto riguarda l'illuminazione pubblica, l'intervento sarà concordato con il prefetto e il questore per questioni di sicurezza ma si va verso la decisione di spegnere i lampioni uno sì e uno no in alcuni viali. Una soluzione particolarmente complessa da adottare, che verrà comunque valutata con attenzione per avere certezza che il risparmio sia sufficiente a giustificare la scelta. Per ora la cosa più facile da fare è intervenire sui monumenti, restituendo ai turisti che verranno per le festività natalizie l'immagine di una città più cupa e più buia, che dovrà fare di tutto per mantenere il suo fascino notturno anche da spenta.

Le categorie di spesa più pesanti per la città sono tre: Palazzo Civico, scuole e impianti sportivi.

 

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Una delle altre valutazioni che è stata fatta, considerata estrema e quindi ancora da esaminare, è chiudere o «rimodulare le presenze» in alcuni palazzi particolarmente energivori. Alcune sedi comunali potrebbero essere chiuse almeno un giorno alla settimana o dopo un orario prestabilito. Chiudendo il venerdì o il lunedì si avrebbero tre giorni di spegnimento degli impianti ottimizzando la riduzione dei costi. La partita più complicata, che prevede il coinvolgimento dei sindacati, è la gestione dello smart working che dovrebbe servire proprio svuotare ulteriormente gli edifici in giorni prestabiliti.

Parlando di riscaldamento, è stata confermata l'indicazione di ridurre la temperatura degli uffici comunali di due gradi e di un grado per le scuole e gli edifici che ospitano persone anziane e disabili.

 

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Confermata anche la chiusura del riscaldamento nei giorni non lavorativi. La novità è che l'accensione dei caloriferi resta confermata il 17 ottobre solo per le scuole e gli edifici dove si trovano anziani e persone fragili ma verrà posticipata altrove. Non c'è una data specifica, quando far partire i riscaldamenti verrà valutato in base al meteo. Queste sono le indicazioni generali emerse dalla riunione di ieri. La fase successiva sarà chiedere a Iren una modulazione dei risparmi effettivi in base alle varie azioni. Ma, come hanno ribadito le assessore ai Trasporti e al Bilancio della Città, Chiara Foglietta e Gabriella Nardelli, la situazione è molto seria, i costi sono eccessivamente alti e le decisioni vanno assunte in tempi brevi. -

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