TRUMP NON TI FA UN AMAZON COSI' - IL GIGANTE DELLE-COMMERCE NON PAGA LE TASSE SUI PROFITTI RECORD DEL 2018: È POLEMICA SULLA RIFORMA FISCALE DI "THE DONALD" - NEI SOLI STATI UNITI IL COLOSSO HA REGISTRATO NELLANNO QUASI 11 MILIARDI DI DOLLARI DI PROFITTI, CIRCA IL DOPPIO DELLANNO PRECEDENTE. MA QUESTI GUADAGNI NON VERRANNO TASSATI, ANZI LA SOCIETÀ AVRÀ UN PICCOLO CREDITO FISCALE

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Michela Rovelli per corriere.it

 

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Il 2018 è decisamente un anno da ricordare per Amazon. Non solo ha raggiunto (e superato) la soglia di mille miliardi di dollari di capitalizzazione in Borsa — è successo a settembre, appena dopo Apple — per poi festeggiare l’inizio del 2019 in testa a qualunque classifica: è la società le cui azioni attraggono in assoluto più investimenti.

 

Non solo Jeff Bezos è diventato l’uomo più ricco del mondo e il suo impero sta per estendersi con una nuova sede in Virginia (erano due ma, causa proteste da parte di autorità locali, ha dovuto rinunciare a New York). Il 2018, per Amazon, è anche stato l’anno record per profitti. Mai il colosso dell’ecommerce ha guadagnato così tanto: quasi 11 miliardi di dollari, circa il doppio dell’anno precedente. Ma, grazie alla riforma fiscale di Trump, non pagherà neanche un dollaro di tasse.

 

trump trump

Le polemiche e la replica di Amazon

Una sorta di «paradosso fiscale», quello di Amazon, che ha scatenato non poche polemiche negli Stati Uniti. Sin da quando è stata pubblicata sul blog Just Taxes, dell’Istituto sulle tasse e la politica economica. Tra gli altri anche Bernie Sanders (neocandidato per il partito democratico alla Casa Bianca), che ha scritto su Twitter «È ora di cancellare tutti i regali che Trump ha fatto alle grandi corporation e al ricco 1 per cento della popolazione, e ricostruire la classe media». In un comunicato, Amazon ha replicato spiegando di pagare tutte le tasse dovute nei paesi in cui opera.

 

 

JEFF BEZOS ALLA CONFERENZA 'WIRED 25' JEFF BEZOS ALLA CONFERENZA 'WIRED 25'

Negli Stati Uniti invece è il secondo anno di fila che ha diritto a non versare neanche un dollaro di imposte, nonostante i profitti siano levitati dai 5,6 miliardi del 2018 agli 11 miliardi del 2018. Negli anni precedenti Amazon aveva sempre chiuso sotto il miliardo di dollari di profitti perché nonostante il fatturato in forte aumento, aveva scelto di reinvestire quasi tutto. Una scelta che si sposa con il mantra del fondatore Jeff Bezos per cui ogni anno per Amazon va vissuto come se fosse il primo anno di vita di una startup. Nonostante gli investimenti, tra il 2009 e il 2018 Amazon ha comunque registrato 27 miliardi di profitti sui quali ha pagato un miliardo di tasse. Una aliquota reale del 3 per cento.

 

Il paradosso fiscale

amazon scout 9 amazon scout 9

Il motivo è, appunto, la riforma voluta dal presidente Trump del sistema fiscale americano, approvata dal Congresso nel 2017. E il Jobs Act del 2017, che ha ridotto l’aliquota per le società dal 35 al 21 per cento proprio per incentivare le grandi corporation a versare al fisco il dovuto. Amazon non sfrutta quindi nessun trucco per abbassare la sua bolletta fiscale. Anzi, il mercato americano è il più florido al mondo. C’è intanto da considerare il fatto che Amazon può sfruttare il credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo — divisione ovviamente sovrasviluppata in tutti i colossi hitech — e poi la disposizione temporanea prevista dalla riforma di Trump che permette alle aziende di usufruire di una deduzione fiscale del 100 per cento per gli investimenti sulle attrezzature. Fondamentale però, nel suo caso o in quello degli altri colossi «liberati» dalle tasse — Netflix, ad esempio, non ha pagato nessuna imposta nel 2018 — è il trattamento fiscale agevolato sulle retribuzioni basate su azioni.

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Che il colosso dell’ecommerce offre alla maggior parte dei suoi dipendenti. Così, proprio perché i profitti di Amazon sono aumentati, il prezzo delle azioni della società è salito molto e anche il valore di queste deduzioni è aumentato. Tanto da raggiungere il miliardo di dollari e da superare la cifra delle tasse dovute allo stato. Per completare il «paradosso», quindi, al posto di pagare, Amazon ha segnalato di aver ottenuto un rimborso federale dell’imposta sul reddito pari a 129 milioni di dollari.

amazon diventa operatore postale amazon diventa operatore postale

 

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