TUTTI A FARE SHOPPING A NEW YORK – LA POLITICA ECONOMICA DI TRUMP PUNTA SULLA SVALUTAZIONE DEL DOLLARO – WALL STREET BRINDA, DRAGHI S’INCAZZA – OCCHI AI TASSI SUI MUTUI: QUELLI VARIABILI POTREBBERO AUMENTARE

-

Condividi questo articolo


 

Vito Lops  per Il Sole 24 Ore 

 

calo dollaro calo dollaro

Siamo entrati nella fase del mini-dollaro (il biglietto verde ha perso oltre il 15% nei confronti dell’euro e circa il 10% sulle altre principali valute globali dall’avvio del mandato di Donald Trump). Letta al contrario è anche la fase del super-euro (ha toccato il picco da tre anni a quota 1,25). Una fase che, stando a quanto dichiarato pubblicamente (forse con eccessiva sfacciataggine) dal Segretario al Tesoro degli Usa, Steven Mnuchin, fa comodo agli Stati Uniti.

 

Certo, perché vedere la propria divisa svalutarsi nei confronti dei principali partner (ma allo stesso tempo competitor) globali mentre la propria banca centrale sta portando avanti un percorso di rialzo dei tassi, può costituire un vantaggio non da poco per rilanciare le esportazioni (gli Usa hanno un deficit commerciale di 600 miliardi) e dare una forte spinta alla crescita economica di breve periodo.

 

EURO DOLLARO 1 EURO DOLLARO 1

Vale la pena ricordare che oggi secondo il principio della parità del potere d’acquisto, quindi al netto del differenziale di inflazione tra Usa ed Eurozona, il cambio euro/dollaro dovrebbe essere intorno a quota 1,16. Se invece si inseriscono altri fattori, come speculazione, semantica dei banchieri centrali e diverse aspettative degli investitori, ci può stare che sia a 1,25. E forse ancora più su.

 

Vediamo, più nel dettaglio, quali sono gli effetti anche in Europa su Borse, bond, famiglie e imprese dell’attuale svalutazione del dollaro, che può essere letta ovviamente anche dall’altro lato della medaglia: un rafforzamento dell’euro.

 

IMPATTO DEL MINI-DOLLARO SULLE BORSE....

simbolo del dollaro di andy warhol simbolo del dollaro di andy warhol

Wall Street ha registrato nelle prime tre settimane del 2018 la bellezza di 15 record. È evidente che agli investitori piace il mix di notizie che sta arrivando dalla politica (più deficit Usa, tagli fiscali alle imprese che reimpatriano) e dal mercato valutario. Nel breve periodo infatti il dollaro debole rende le imprese che esportano più forti perché algebricamente i propri beni vengono venduti all’estero con uno sconto.

 

Diverso il quadro per le Borse europee. Nell’ultima settimana, quella in cui l’euro è balzato sui massimi degli ultimi tre anni sul dollaro a quota 1,25, il DAX 30 (il listino tedesco, simbolo della forza dell’export con un surplus di 700 miliardi di l’anno) ha interrotto i rialzi perdendo l’1,5% in poche sedute. «È la violenza degli spostamenti del cambio registrata negli ultimi giorni a creare problemi alle aziende esportatrici - spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig -. Perché in questo modo le aziende non hanno il tempo per coprirsi con dei derivati, né per cambiare i prezzi degli scaffali in modo tale da non perdere domanda».

 

Diverso il discorso per il FTSE MIB di Piazza Affari dove la preponderanza del settore creditizio nel calcolo dell’indice lo rende meno vulnerabile in casi di un eccessivo apprezzamento dell’euro.

 

.... SUI BOND

DRAGHI GIORNALISTI DRAGHI GIORNALISTI

Al calo del dollaro corrisponde in questa fase un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi. Rialzo che per la verità fa parte di un movimento più ampio e generalizzato e che riguarda i bond globali. In ogni caso, i rendimenti del decennale hanno superato con forza l’importante soglia psicologica del 2,6%. E secondo gli analisti potrebbero continuare a salire magari puntando alla soglia del 3%. Il mini-dollaro c’entra anche qui perché la svalutazione del dollaro potrebbe avere effetti inflattivi con conseguente spinta rialzista dei tassi sui bond. Non va poi dimenticato che gli investitori europei in Treasury la perdita in questo momento è doppia, sia sul cambio che sul prezzo dei bond Usa.

 

sex and the city sex and the city

Di converso il super-euro in prospettiva potrebbe esercitare una pressione deflazionistica nell’Eurozona, complicando la strategia della Bce di uscita dalla politica monetaria espansiva (a fine settembre dovrebbe terminare il quantitative easing ma non è da escludere a questo punto che vengano prorogati). Se così fosse i prezzi delle obbligazioni europee potrebbero restare sostenuti e i rendimenti, che si muovono in direzione opposta, restare molto bassi. Ma va detto che i livelli attuali di cambio sono ancora gestibili. Quello che preoccupa al momento è più la velocità degli scostamenti che non il valore (1,25) in senso stretto. Non va dimenticato che nel 2014 la Bce accelerò con la politica accomodante quando il cambio era su livelli ben più alti di quelli attuali, a 1,4 dollari.

 

.... SULLE IMPRESE

WALL STREET 1 WALL STREET 1

Questo discorso vale anche per le imprese europee. Al momento un cambio a 1,25 non preoccupa (a parte per la violenza come sopra indicato) ma se tra qualche settimana il cambio dovesse portarsi a 1,3 e poi a 1,4 a quel punto verrebbe davvero toccata la soglia del dolore che equivarrebbe a un calo di esportazioni e utili.

 

.... SULLE FAMIGLIE

Il percorso che abbiamo di fronte è comunque volto a una normalizzazione dei tassi. Quindi chi stipula oggi un mutuo a tasso variabile deve essere consapevole che nel corso del tempo la rata aumenterà. Ci potrebbe essere qualche sorpresa positiva invece sui conti di deposito con offerte al rialzo. Ma purtroppo bisogna ammettere che di solito l’aggiustamento al rialzo dei tassi da parte delle banche avviene con molta più lentezza rispetto a quanto si vede generalmente sul mercato monetario e dei bond.

EURO DOLLARO EURO DOLLARO

 

.... SUI TURISTI

C’è però una buona notizia. Costerà certamente meno andare in vacanza con la famiglia negli States.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."