VAFFANBANKA! - IL GOVERNO SI PREPARA A SILURARE I RISPARMIATORI TRADITI: L'80% DEI POSSESSORI DI OBBLIGAZIONI SUBORDINATE DI BANCA MARCHE, CARICHIETI, CARIFERRARA E POP ETRURIA NON POTRANNO ACCEDERE AGLI ARBITRATI DI CANTONE: PER OLTRE 8MILA PERSONE STRADA SBARRATA AI RIMBORSI

Nel decreto che stabilisce le procedure di indennizzo verrà messo un paletto: chi e' stato sottoposto al test sul rischio di investimenti allo sportello verrà ritenuto consapevole dei pericoli che si nascondevano dietro i bond spazzatura delle quattro banche salvate dal governo - niente rimborsi anche per chi ha acquistato quei titoli sui mercati secondari… -

Condividi questo articolo


Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

 

CANTONE RENZI CANTONE RENZI

Il danno, dopo la beffa. Accesso vietato all'arbitrato di Raffaele Cantone – e quindi niente risarcimenti – per i cittadini in possesso di obbligazioni subordinate di Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e PopEtruria che avevano fatto il test sul rischio degli investimenti a partire dal 2008, da quanto è entrata in vigore la direttiva europea Mifid. Solo così verrebbe escluso dai rimborsi l'80 per cento dei risparmiatori traditi: cioè più di 8mila soggetti su un totale di circa 10.500. E, in ogni caso, nessun indennizzo diretto a chi aveva comprato sui cosiddetti mercati secondari quei bond spazzatura emessi delle quattro banche salvate dal governo e della Banca d'Italia col blitz del 22 novembre.

 

BANCA ETRURIA BANCA ETRURIA

Il decreto necessario per dare il là ai risarcimenti voluti dal premier Matteo Renzi – e introdotti formalmente con la finanziaria – arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri entro fine mese. Restano da risolvere, peraltro, alcune perplessità sulla norma che stabilisce l'obbligo dell'arbitrato, affidato all'Anticorruzione di Cantone, per poter accedere ai risarcimenti: un passaggio obbligato che, secondo alcuni giuristi consultati dallo stesso governo, sarebbe palesemente incostituzionale.

 

Banca Marche index Banca Marche index

Al momento non sarebbero state trovate soluzioni al problema della eventuale questione di legittimità costituzionale. Renzi ha chiesto di procedere a passo spedito; il testo del regolamento è stato ormai completato dai consulenti di palazzo Chigi e dagli esperti del Tesoro. I tecnici, in linea con l'indicazione del premier, vorrebbero evitare anche il passaggio al Consiglio di Stato (per il prescritto parere), che farebbe allungare l'iter di ulteriori due mesi. Quanto al contenuto del provvedimento, mancherebbero solo le limature finali, in particolare sui criteri da utilizzare per ripartire il denaro tra i destinatari dei rimborsi (livello di istruzione e reddito).

 

Ma sembra comunque scontata, stando a una bozza che Libero ha potuto visionare, l'introduzione di una serie di vincoli per ridurre drasticamente l'intera operazione «indennizzi». Una clamorosa fregatura rifilata a migliaia di persone tenute a bada, da quasi due mesi, con una sfilza di promesse da parte del Primo ministro dopo il fallimento pilotato (chiamato risoluzione) dei quattro istituti in crisi, rimessi in piedi con l'azzeramento sia delle obbligazioni subordinate sia delle azioni.

 

CARICHIETI CARICHIETI

La ragione che si nasconde dietro la tagliola sui risarcimenti è strettamente finanziaria. Il fondo varato dalla legge di stabilità ha una dote, a carico di tutto il sistema bancario italiano, di 100 milioni di euro. Mentre l'ammontare dei bond spazzatura sfiora i 600 milioni. Calcolatrice alla mano, manca all'appello quasi mezzo miliardo. Il magistrato Cantone – sul quale Renzi ha scaricato la patata bollente degli arbitrati anche per dare un segnale di sfiducia a Consob e Bankitalia, che avevano competenze e titolarità per gestire il caso – ha dichiarato di scommettere sulle cause contro gli ex vertici delle quattro banche.

 

Le azioni giudiziarie potrebbero fruttare fino a 400 milioni. Tuttavia, come hanno denunciato ieri nel corso del question time alla Camera i deputati di Alternativa Libera, il governo ha dimenticato di avviare i provvedimenti cautelari e conservativi del patrimonio degli ex membri dei cda di Marche, Chieti, Ferrara ed Etruria: ne consegue che quando si otterrà una sentenza di condanna (sempre che ciò accada, prescrizioni permettendo), con ogni probabilità non ci saranno beni - immobili o finanziari - su cui rivalersi. Anche l'ipotesi di attingere alle plusvalenze della bad bank (la discarica delle sofferenze comprate a prezzi stracciati) non sta in piedi.

 

CASSA RISPARMIO FERRARA CASSA RISPARMIO FERRARA

Di qui l'idea di limitare la faccenda al minimo indispensabile. Il primo paletto, come accennato, è relativo alla Mifid. Si tratta della direttiva Ue che ha introdotto la patente per i risparmiatori con tre categorie: retail, esperti, qualificati. A partire dal 2008 le banche hanno “testato” i loro clienti, dividendoli secondo il livello di conoscenza finanziaria. Nella maggior parte dei casi, però, come rilevato dalla Consob nel 2012, quei test si sono rivelati farlocchi.

 

Un aspetto irrilevante per il governo che vuole considerare di fatto regolari tutte le vendite di bond subordinati ai risparmiatori testati allo sportello con la Mifid e ai quali è stata assegnata la patente di esperti. Secondo le stime riservate del governo, questa misura lascerebbe le porte chiuse dell'arbitrato ad almeno l'80 per cento dei possessori di bond targati Marche, Chieti, Ferrara ed Etruria.

 

LUIGINO DANGELO MOGLIE LUIGINO DANGELO MOGLIE

Circa 8mila persone alle quali non resterebbe che tentare la strada del tribunale, con tempi assai lunghi ed esiti incerti. Ma per Renzi in questo momento la priorità è chiudere la faccenda al più presto. Ecco perché servono paletti. Qualora dovesse saltare il vincolo Mifid, resterebbe in piedi l'altro, quello legato alla modalità di acquisto: non avrà diritto ai rimborsi chi ha acquistato le “subordinate” da intermediari diversi dagli emittenti, cioè chi ha comprato sui mercati secondari titoli già emessi.

 

È il caso di Luigino D'Angelo, il pensionato di Civitavecchia cliente della Popolare dell'Etruria e suicidatosi a fine novembre dopo aver scoperto di aver perso 100mila euro: la sua famiglia dovrà percorrere gioco forza la via giudiziaria.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…