ZINGARETTI, salvaci tu! - LA CAUTA STRATEGIA DEL CANDIDATO IN PECTORE A TUTTO (DA SINDACO DI ROMA A PALAZZO CHIGI) - VELTRONI E D’ALEMA (INCREDIBILMENTE D’ACCORDO) LO VEDONO COME IL FUTURO LEADER DEL PD (E INFATTI LUI PENSA: “DOVE HO SBAGLIATO?”) - MA INTANTO STUDIA LE MOSSE, RESTA LONTANO DAGLI SCHERMI TV E DALLE POLEMICHE SPICCIOLE E NON DELUDE I SUOI MOLTI FAN: DA MONTEPREZZEMOLO A CALTAGIRONE PER NON PARLARE DI GIORGIO NAPOLITANO, CHE STRAVEDE PER LUI - E A CULATELLO FISCHIANO LE ORECCHIE…

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Marco Damilano per \"L\'espresso\"

NICOLANICOLA ZINGARETTI

Per tanti è ancora inchiodato all\'immagine di fratello dell\'attore Luca, il commissario Montalbano, il che - oddio - non guasta certo in termini di popolarità, ma lui preferisce riferimenti meno scontati e più esotici. \"Il centrosinistra deve superare la sindrome della liana di Tarzan\", teorizza: \"Tarzan riesce a volare di albero in albero perché ogni volta guarda già alla liana successiva da afferrare. Invece il mio partito, il Pd, non vedendo più la liana cui aggrapparsi, resta nella migliore delle ipotesi a contemplare la liana cui è appeso da molti anni. E intanto la destra si è impadronita della jungla\".

Immaginarlo in costume leopardato sarebbe in effetti arduo, ma Nicola Zingaretti, 45 anni, dal 2008 presidente della Provincia di Roma si prepara a rompere gli indugi. Il 15 gennaio, udienza dal papa con le altre istituzioni romane. Il 20 ospiterà a palazzo Valentini, sede della provincia di Roma che affaccia su piazza Venezia, un dibattito sull\'austerità di Enrico Berlinguer con un ospite d\'eccezione della sponda opposta, il ministro dell\'Economia Giulio Tremonti.

LUCALUCA ZINGARETTI - copyright Pizzi

E per la fine del mese ha convocato in una cena all\'Eur imprenditori, intellettuali, docenti universitari, più il centrosinistra, un bel pezzo della capitale che guarda a lui come il nome giusto per riconquistare il Campidoglio quando verrà il momento e di strapparlo alla malagestione di Gianni Alemanno, impaludato in questi giorni nelle trattative per il rimpasto della giunta, travolta dagli scandali e dall\'inefficienza.

NICOLANICOLA ZINGARETTI WALTER VELTRONI

I sondaggi più recenti lo danno nettamente in testa: se si votasse oggi per il sindaco di Roma, Zingaretti straccerebbe l\'ex ministro di An con 16 punti di distacco, 58 per cento a 42. E che i numeri siano quelli lo conferma il bombardamento senza precedenti dell\'ultima settimana. Un\'invasione di manifesti sui muri della città a caratteri cubitali: \"Emergenza neve, Zingaretti dove sei?\". \"Zingaretti vattene\". \"Dirigente della Provincia condannato per violenza sessuale, Zingaretti sapeva\". \"Zingaretti nemico di Roma\".

dalemadalema

Come se a governare la città fosse lui e non la destra. E su una delle affissioni, per un disguido tipografico, è stata dimenticata la scritta \"manifesto Alemanno\", tanto per far capire chi fosse il committente. Uno spiegamento di forze e risorse che fa capire come la campagna elettorale romana sia già cominciata, e sarà un gioco sporco. Sempre che Zingaretti si candidi davvero al Campidoglio. E che la liana non lo porti più in alto.

Durante la pausa natalizia \"Zinga\" ha incontrato Walter Veltroni, un pranzo di chiarimento dopo alcune incomprensioni, con l\'ex segretario del Pd contrito: \"Nicola, io ti devo chiedere scusa. Tre anni fa avremmo dovuto candidare te in Campidoglio e non Francesco Rutelli. Ho fatto una scelta sbagliata, mi dispiace\". Parole che al romanissimo Zingaretti, studi alla Garbatella, devono aver fatto pensare: \"Dov\'è la sòla?\".

TremontiTremonti dal Fatto Quotidiano

Invece, è arrivato l\'invito a partecipare e a intervenire alla convention veltroniana del Lingotto del 22 gennaio, accanto al senatore democratico americano Gary Hart e al guru della terza via del Labour Party di Tony Blair, Anthony Giddens. Nicola ci ha pensato su e poi ha risposto con un biglietto: grazie Walter, a Torino ci sarò, ma solo ad ascoltare, non prenderò la parola. Sa bene che l\'ex sindaco di Roma è a caccia di un Veltroni giovane, un quarantenne da candidare al posto di Pier Luigi Bersani in un eventuale congresso del Pd, se non ci saranno le elezioni anticipate. E sa benissimo che, miracolo, in questo Veltroni va d\'accordo con D\'Alema, anche lui convinto che Zingaretti abbia le qualità giuste per guidare il partito aprendo la strada a una nuova generazione.

Ma Zinga diffida dei complimenti, lui che può dire di conoscere zio Walter e zio Massimo meglio di chiunque altro, li ha frequentati fin da piccolo. Lui che è l\'ultimo esemplare di una specie estinta con il terremoto degli anni Novanta, il dirigente iscritto fin dai banchi della scuola alla direzione del partito, come Berlinguer o D\'Alema.

LUCALUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO E LUDOVICA ANDREONI

Famiglia popolare e comunista, la mamma votò no nell\'89 al cambio del nome del Pci, il fratello Luca militava negli anni Ottanta ancora più a sinistra, nel Pdup di Lucio Magri. Scoperto da Goffredo Bettini che lo nomina capo della Fgci romana e amico per la pelle di Nichi Vendola, al punto di sponsorizzarne la prima candidatura alla Camera nell\'87 (finì male) e poi di occuparne la stessa stanza alle Botteghe Oscure nella Fgci nazionale.

Primo segretario della Sinistra giovanile, l\'organizzazione dei pulcini Pds nata dalle ceneri della vecchia gioventù comunista, responsabile Esteri della Quercia nella stagione dalemiana, capo della Federazione romana con Veltroni sindaco, eurodeputato, segretario regionale del Lazio dei Ds e poi del Pd veltroniano. Fino alle elezioni del 2008, in cui conquistò la presidenza della Provincia di Roma: nello stesso giorno 60 mila elettori di centrosinistra votarono per lui e non per Rutelli al Comune, consegnando la vittoria al candidato della destra Alemanno.

BERSANIBERSANI

Un curriculum da figlio prediletto del partito che a lungo è sembrato il principale ostacolo all\'ascesa di Zingaretti. Apparso per anni come un predestinato, un leader per diritto ereditario, per fecondazione assistita: un principino. E poi, troppo impegnato a non scontentare nessuno. Troppo bravo ragazzo. Troppo moscio. Ma oggi è proprio questa storia a trasformarlo nel candidato senza rivali per il Campidoglio o nel nome perfetto per guidare il Pd nel 2013, quando avrà 47 anni.

L\'unico rimasto in piedi della sua generazione, in un panorama di macerie. Zingaretti è considerato un giovane, ma non è un rottamatore. Con Matteo Renzi i rapporti ora sono ottimi, ma un anno fa lo scontro tra i due fu violentissimo. Il sindaco di Firenze lo accusò di viltà per non essersi candidato alla presidenza della regione Lazio. Replica al cianuro: \"Crede di essere nuovo, ma riesce a produrre solo il rumore metallico del nulla\". Incidente chiuso davanti a una bistecca alla fiorentina.

Zingaretti è un ragazzone di sinistra, ma è in ottimi rapporti con Luca Cordero di Montezemolo, è stimato da Pier Ferdinando Casini e soprattutto dal di lui suocero Francesco Gaetano Caltagirone, oltre che da un pezzo di gerarchie vaticane: il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha di recente visitato i meravigliosi scavi delle Domus Romanae sotto il palazzo della Provincia. Per non parlare di Giorgio Napolitano, che stravede per lui.

CaltagironeCaltagirone

Il candidato in pectore a tutto, dal Campidoglio al Pd, si muove con la prudenza, per non dire la diffidenza, del veterano. Sobrio nella vita privata, sposato con Cristina conosciuta a una manifestazione, due bambine che accompagna la mattina a scuola, spesa al supermercato del quartiere Prati dove abita, macchina familiare, zero mondanità. Stessa sobrietà in pubblico: detesta le battute sui giornali, rifiuta gli inviti in tv.

\"Non voglio emergere con un\'intervista al giorno in cui dico quello che non va nel partito. A Roma faccio paura alla destra non per il battibecco politico, ma perché so governare meglio di Alemanno\", ripete a chi lo vorrebbe più presente nelle guerre di carta tra i notabili del Pd. Preferisce restare appartato e discreto. E mettersi a studiare da leader senza farlo sapere a nessuno.

Nella più totale riservatezza, da circa un anno, con cadenza settimanale si riuniscono esperti di pubblica amministrazione e di welfare, giuristi, economisti (due figli d\'arte: Pietro Reichlin e Giampaolo Manzella), quasi tutti trentenni e quarantenni. Si vedono in piazza Margana, guarda caso alle spalle del palazzone di Botteghe Oscure sede del Pci e del Pds che Zingaretti ha frequentato fin da adolescente.

PIERPIER FERDINANDO CASINI

Seminari a tema su questioni nazionali e perfino internazionali: l\'innovazione tecnologica, la creatività, le norme sugli appalti, il sistema bancario americano e inglese a confronto con quello italiano. Pochi invitati, non più di una ventina di persone, il presidente della Provincia in fondo alla sala che prende appunti e fa domande.

Cose di altri tempi, secchioni democratici, e senza neppure un nome o uno straccio di fondazione. \"Le fondazioni sono un vestito per partecipare alla danza degli scatoloni, dove si mettono le vecchie identità pronte allo scontro interno al partito. Una roba che non produce leadership\", spiega Zingaretti, con buona pace dei fratelli maggiori D\'Alema e Veltroni.

ffni36ffni36 giorgio napolitano

\"Stiamo vedendo punto per punto qual è l\'Italia che vogliamo costruire. Dobbiamo costringere il Pd a discutere di questo. Il problema non sono i giovani e i vecchi, è che noi non riusciamo a evocare un moto riformatore su un mondo cambiato dalla globalizzazione. E se non lo facciamo non si troverà un nuovo leader\".

Negli ultimi tempi il mite Nicola ha estratto gli artigli. Contro la destra romana di Alemanno, ma anche contro \"la subalternità culturale del Pd\". E ha smesso di negare le ambizioni con chi gli chiede notizie sul suo futuro. \"Quando scendi in campo? Ma io in campo ci sto già da tempo! Se mollo io a Roma viene giù tutto\". Non solo a Roma, forse. Il disastro del Pd consegna all\'ex virgulto del partito ormai maturo una grande responsabilità.

\"Chi farà il leader lo decideremo a tempo debito. Ora la cosa più urgente è superare la sindrome della liana\", ripete. Il Pd è una jungla di belve feroci che hanno divorato e digerito in questi anni più di un candidato Tarzan. Per questo Zinga scruta con attenzione i prossimi rami cui appendersi. E si prepara al grande salto.

 

 

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