"IL MONDO" - DE SOLE SU TELECOM - E LETTA FRENÒ L'ATTACCO A CIMOLI - CON UN ASSIST NALDI PASSA L'HOTEL FLORA ALLA SORELLA - PUBBLICITÀ: SE TRONCHETTI FA DA SÉ - PIRELLI RE DÀ LO SFRATTO (CONCORDATO) ALL'UNITÀ.
Da Il Mondo
1 - C'È PIÙ LUSSO IN CONSIGLIO
Le griffe entrano in consiglio. Fiori all'occhiello nei board di banche e grandi aziende, i manager dei luxury group anche in Italia sono sempre più chiamati in campo per la loro competenza in materia di governance. È il caso di Domenico De Sole invitato dal presidente Marco Tronchetti Provera nel nuovo board Telecom che sarà ratificato dall'assemblea di maggio.
Il numero uno uscente di Gucci (già nel cda di multinazionali come Procter & Gamble e Bausch & Lomb) è anche una garanzia per gli azionisti di minoranza poiché ha saputo tenere testa al maggior azionista François Pinault obbligandolo all'opa totalitaria. Diego Della Valle è invece neo consigliere indipendente nel board Generali a fianco del presidente Antoine Bernheim (con il quale siede nei board di Lvmh). Diverso è invece il significato della presenza dell'imprenditore delle Tod's in Bnl della quale è socio con circa il 5%. Un incarico della stessa natura ha poi anche Giovanni Burani che attraverso la sua società è azionista di Capitalia e siede in Bipop.
2 - E LETTA FRENÒ L'ATTACCO A CIMOLI
L'interrogazione era già pronta, con le firme di oltre 50 parlamentari di Forza Italia. II bersaglio erano le ultime nomine di Giancarlo Cimoli, presidente uscente delle Ferrovie dello Stato, e in particolare quella della sua collaboratrice Daniela Scurti alla Sogin, società di trasporti controllata al 55% dalle Fs e per il resto da Luciano Vinella. La manovra di Forza Italia puntava a fare pressione su Cimoli. Ma sull'interrogazione è arrivato lo stop da parte di Renato Schifani e Gianni Letta. I due dirigenti del partito di Silvio Berlusconi hanno preferito tenere fuori Forza Italia da quella che è diventata una polemica interna ad Alleanza nazionale. Cimoli, infatti, ha perso il sostegno di An dopo la lite con il viceministro dell'Economia Mario Baldassarri che voleva proporre alla Sogin Francesco Napoletano, capo della sua segreteria.
3 - CON UN ASSIST NALDI PASSA L'HOTEL FLORA ALLA SORELLA
Prima di tutto, i beni al riparo. Salvatore Naldi, presidente del Napoli calcio, si è mosso in anticipo per non rischiare troppo data la situazione prefallimentare del club azzurro. Per questo il suo maggiore asset patrimoniale, il lussuoso hotel romano Flora, in cima a via Veneto, è passato infatti dalla Saf (società albergo Flora) alla Siaf (società immobiliare albergo Flora), costituita all'inizio del campionato 2003-2004. Il cambiamento non è solo formale. Mentre infatti la Saf appartiene a Naldi e ai genitori, la Siaf è di proprietà della Compagnia immobiliare alberghi di Teresa Naldi, sorella minore del presidente della società calcistica. Dietro l'operazione difensiva c'è l'intricata vicenda della proprietà del Napoli, controllato da una società lussemburghese e ancora non pagato da Naldi agli ex proprietari: Giorgio Corbelli di Telemarket, creditore di 31 milioni, e Luis Gallo, che deve essere liquidato per 4,5 milioni. Proprio Gallo sembra intenzionato ad avanzare in questi giorni un'istanza di fallimento che potrebbe risultare fatale per il club calcistico partenopeo che versa in gravissime difficoltà finanziarie. (G.T.)
4 - PUBBLICITÀ: SE TRONCHETTI FA DA SÉ
Marco Tronchetti avrebbe deciso di farsi la sua concessionaria di pubblicità. Studiato a tavolino quando pareva che Telecom potesse possedere un quotidiano (poi con un colpo di mano la legge Gasparri ha introdotto una norma antitrust per le società di telecomunicazione), il progetto è rimasto valido per la rete tv La7 e l'agenzia di stampa ApCom, entrambe controllate da Telecom Italia. Se così fosse a essere colpita sarebbe la Cairo communications di Urbano Cairo, ora concessionaria del gruppo Telecom. Novità sul fronte della raccolta pubblicitaria anche in Sky Italia, dove Tronchetti è socio di minoranza. Il numero uno di Pirelli non pare contrario all'intenzione di Rupert Murdoch di far partire già in estate la concessionaria Sky, guidata da Fabrizio Piscopo (ex Class editori). La scelta, infatti, è di non rinnovare il contratto con la Publikompass, che scade il 30 giugno. Rimane invece in piedi il secondo accordo di Sky, quello che la lega a Cairo. Questo contratto dura fino al 2007 e dunque non dovrebbe avere problemi. Almeno fino a quella data.
5 - PIRELLI RE DÀ LO SFRATTO (CONCORDATO) ALL'UNITÀ
Marco Tronchetti Provera ha dato lo sfratto all'Unità. Entro la fine dell'anno il quotidiano diretto da Furio Colombo dovrà lasciare il palazzo di via dei Due macelli, nei pressi della centralissima piazza di Spagna. Pirelli real estate, proprietaria del palazzo assieme ad altri partner, è infatti in trattativa con un gruppo finanziario per cedere in affitto lo stabile, che in passato aveva ospitato anche Paese Sera. L'Unità, che si era trasferita in via dei Due macelli nel 1993 dalla sede storica di via dei Taurini, in San Lorenzo, è dunque in cerca di una nuova sistemazione, in grado di ospitare gli oltre 100 dipendenti, fra poligrafici e giornalisti. «Abbiamo raggiunto una transazione con il gruppo Pirelli e entro la fine del 2004 ce ne andremo», conferma Giorgio Posdomani, amministratore della Nie, la società editrice del quotidiano. «Stiamo cercando una sede che risponda a due requisiti: centralità e economicità». Fra i quartieri sotto esame ci sono Prati e Trastevere.
Dagospia 04 Maggio 2004
1 - C'È PIÙ LUSSO IN CONSIGLIO
Le griffe entrano in consiglio. Fiori all'occhiello nei board di banche e grandi aziende, i manager dei luxury group anche in Italia sono sempre più chiamati in campo per la loro competenza in materia di governance. È il caso di Domenico De Sole invitato dal presidente Marco Tronchetti Provera nel nuovo board Telecom che sarà ratificato dall'assemblea di maggio.
Il numero uno uscente di Gucci (già nel cda di multinazionali come Procter & Gamble e Bausch & Lomb) è anche una garanzia per gli azionisti di minoranza poiché ha saputo tenere testa al maggior azionista François Pinault obbligandolo all'opa totalitaria. Diego Della Valle è invece neo consigliere indipendente nel board Generali a fianco del presidente Antoine Bernheim (con il quale siede nei board di Lvmh). Diverso è invece il significato della presenza dell'imprenditore delle Tod's in Bnl della quale è socio con circa il 5%. Un incarico della stessa natura ha poi anche Giovanni Burani che attraverso la sua società è azionista di Capitalia e siede in Bipop.
2 - E LETTA FRENÒ L'ATTACCO A CIMOLI
L'interrogazione era già pronta, con le firme di oltre 50 parlamentari di Forza Italia. II bersaglio erano le ultime nomine di Giancarlo Cimoli, presidente uscente delle Ferrovie dello Stato, e in particolare quella della sua collaboratrice Daniela Scurti alla Sogin, società di trasporti controllata al 55% dalle Fs e per il resto da Luciano Vinella. La manovra di Forza Italia puntava a fare pressione su Cimoli. Ma sull'interrogazione è arrivato lo stop da parte di Renato Schifani e Gianni Letta. I due dirigenti del partito di Silvio Berlusconi hanno preferito tenere fuori Forza Italia da quella che è diventata una polemica interna ad Alleanza nazionale. Cimoli, infatti, ha perso il sostegno di An dopo la lite con il viceministro dell'Economia Mario Baldassarri che voleva proporre alla Sogin Francesco Napoletano, capo della sua segreteria.
3 - CON UN ASSIST NALDI PASSA L'HOTEL FLORA ALLA SORELLA
Prima di tutto, i beni al riparo. Salvatore Naldi, presidente del Napoli calcio, si è mosso in anticipo per non rischiare troppo data la situazione prefallimentare del club azzurro. Per questo il suo maggiore asset patrimoniale, il lussuoso hotel romano Flora, in cima a via Veneto, è passato infatti dalla Saf (società albergo Flora) alla Siaf (società immobiliare albergo Flora), costituita all'inizio del campionato 2003-2004. Il cambiamento non è solo formale. Mentre infatti la Saf appartiene a Naldi e ai genitori, la Siaf è di proprietà della Compagnia immobiliare alberghi di Teresa Naldi, sorella minore del presidente della società calcistica. Dietro l'operazione difensiva c'è l'intricata vicenda della proprietà del Napoli, controllato da una società lussemburghese e ancora non pagato da Naldi agli ex proprietari: Giorgio Corbelli di Telemarket, creditore di 31 milioni, e Luis Gallo, che deve essere liquidato per 4,5 milioni. Proprio Gallo sembra intenzionato ad avanzare in questi giorni un'istanza di fallimento che potrebbe risultare fatale per il club calcistico partenopeo che versa in gravissime difficoltà finanziarie. (G.T.)
4 - PUBBLICITÀ: SE TRONCHETTI FA DA SÉ
Marco Tronchetti avrebbe deciso di farsi la sua concessionaria di pubblicità. Studiato a tavolino quando pareva che Telecom potesse possedere un quotidiano (poi con un colpo di mano la legge Gasparri ha introdotto una norma antitrust per le società di telecomunicazione), il progetto è rimasto valido per la rete tv La7 e l'agenzia di stampa ApCom, entrambe controllate da Telecom Italia. Se così fosse a essere colpita sarebbe la Cairo communications di Urbano Cairo, ora concessionaria del gruppo Telecom. Novità sul fronte della raccolta pubblicitaria anche in Sky Italia, dove Tronchetti è socio di minoranza. Il numero uno di Pirelli non pare contrario all'intenzione di Rupert Murdoch di far partire già in estate la concessionaria Sky, guidata da Fabrizio Piscopo (ex Class editori). La scelta, infatti, è di non rinnovare il contratto con la Publikompass, che scade il 30 giugno. Rimane invece in piedi il secondo accordo di Sky, quello che la lega a Cairo. Questo contratto dura fino al 2007 e dunque non dovrebbe avere problemi. Almeno fino a quella data.
5 - PIRELLI RE DÀ LO SFRATTO (CONCORDATO) ALL'UNITÀ
Marco Tronchetti Provera ha dato lo sfratto all'Unità. Entro la fine dell'anno il quotidiano diretto da Furio Colombo dovrà lasciare il palazzo di via dei Due macelli, nei pressi della centralissima piazza di Spagna. Pirelli real estate, proprietaria del palazzo assieme ad altri partner, è infatti in trattativa con un gruppo finanziario per cedere in affitto lo stabile, che in passato aveva ospitato anche Paese Sera. L'Unità, che si era trasferita in via dei Due macelli nel 1993 dalla sede storica di via dei Taurini, in San Lorenzo, è dunque in cerca di una nuova sistemazione, in grado di ospitare gli oltre 100 dipendenti, fra poligrafici e giornalisti. «Abbiamo raggiunto una transazione con il gruppo Pirelli e entro la fine del 2004 ce ne andremo», conferma Giorgio Posdomani, amministratore della Nie, la società editrice del quotidiano. «Stiamo cercando una sede che risponda a due requisiti: centralità e economicità». Fra i quartieri sotto esame ci sono Prati e Trastevere.
Dagospia 04 Maggio 2004