EDITORIA IN ALLEGRIA - LANFRANCO VACCARI, NUOVO DIRETTORE DEL SECOLO XIX - UNO STRANO EGIZIANO PER RIFFESER - STELLA VERSUS L'OTTUSITÀ AZIENDALISTA DEL NUOVO CORSERA - GATTI MIGRA ALL'ESPRESSO, ADDIO VIA SOLFERINO - LA LUNA A QUATTRO ZAMPE DI MARCO BENEDE

1 - Carlino Perrone ha deciso: sarà Lanfranco Vaccari a prendere il posto di Antonio De Rosa alla guisa del Secolo XIX. Auguri.

2 - C'è invece un editore-manager che ieri si è dato all'ippica con foga e con gioia. È Andrea Riffeser, l'editore bolognese di "Poligrafici Editoriali" che forse riuscirà a saltare la voragine di "France Soir", il giornale parigino contro il quale sono inciampate le sue ambizioni. Il percorso ha ancora qualche ostacolo perché l'egiziano Rami Lakah, che si è fatto sotto con un'offerta di acquisto, adesso dovrà fare la sua brava "due diligence" per accertare i debiti e sembra che non voglia accollarsi più di un anno di rosso (4,5 milioni di debiti da gennaio a oggi). Di questo egiziano si sa che è stato il primo deputato cristiano eletto nel Parlamento del suo Paese e che non ha risarcito alcuni debiti con la Banca del Cairo.

3 - Se Riffeser ama i cavalli, Caracciolo ama i cani e li porta ogni giorno negli uffici dell'Espresso in via Po con la stessa eleganza con cui Ferdinando IV di Borbone, nel 1759 li faceva scorazzare dentro il Palazzo Reale di Napoli. I due bastardini, uno dei quali si chiama Luna, nelle prossime settimane dovranno superare una prova durissima. Anche loro, come le centinaia di giornalisti di "Repubblica" e del settimanale, dovranno traslocare nei nuovi uffici del Gruppo sulla Cristoforo Colombo, dove mancano la mensa aziendale, i parcheggi e il profumo del quartiere Salario. L'amministratore delegato del Gruppo, Marco Benedetto, ha lo stesso problema: il bastardino che anche lui porta negli uffici dove è vietato fumare, come reagirà al trauma del nuovo habitat?

4 - IL CORRIERE DELLA STELLA
dal Barbiere della Sera (www.ilbarbieredellasera.com)


Gian Antonio Stella propone, in una lettera a tutti i colleghi di via Solferino, un questionario per i marketing manager del Corriere della Sera

Cari colleghi,
la squisita e rispettosa cortesia che l'apparato buro-amministrativo del "Corriere della Sera" ha perseguito negli ultimi anni nei rapporti con i giornalisti, nella scia di una tradizione che come è noto ha visto il nostro giornale diventare il primo d'Italia non già grazie ai Montanelli e ai Piovene, ai Montale e ai Cederna, ma grazie a manager geniali e sottopagati protagonisti di grandiose operazioni di marketing, ha raggiunto negli ultimi tempi vette inarrivabili.

A Ettore Mo (dico: Ettore Mo!) è arrivata ad esempio una lettera in elegante e anonimo burocratese dove era invitato quale collaboratore a tagliare con la forbice la carta di credito del giornale e a restituirla in pezzi.

E Gigi Astroni (dico: Gigi Astroni!) è stato raggiunto da una comunicazione, immagino con un numero di protocollo esso pure burocratese tipo AB713/F , in cui gli si comunicava che il suo rapporto col giornale, cominciato 32 anni fa, "cesserà col 31-12-2004".

E si tratta di due soli tra tanti casi di impersonale ottusità aziendalista.

Vorrei pertanto fare a tutti i colleghi, nella presuntuosa ed altera convinzione che il "Corriere" sia diventato il "Corriere" non solo grazie all'omaggio di dispense e cotechini, ma anche per i contributi di uomini quali Eugenio Balzan, Luigi Barzini o Tiziano Terzani, una proposta: che ogni manager assunto d'ora in avanti, avesse pure preso il Phd a Cambridge, sia sottoposto un breve ma serrato questionario.



Per quale giornale lavorava Indro Montanelli?
Abidjan Soir
Pnhom Penh Post
Il Corriere della Sera 

Chi era Tommaso Besozzi?
Il centravanti della Solbiatese 1948/49
Il più grande cronista del dopoguerra.
Il regista della commedia all'italiana "Jessica, l'anoressica"

Qual è il tema in cui è specializzato Claudio Magris?
La Mitteleuropa
I turbo-iniettori
La besciamella

Va da sé che non pretendiamo tre risposte su tre. Ci accontentiamo di due. Sul resto, passaparola.
Gian Antonio Stella

5 - GATTI MIGRA ALL'ESPRESSO, CORSERA ADDIO
Alberto Foà per Finanza & Mercati


Come Roman Ladu, qualche mese fa, si è beccato una sonora quanto incredibile condanna (20 giorni di reclusione) per avere fornito falsa identità alla polizia (si era infiltrato nel centro di «accoglienza » di via Corelli fingendosi un clandestino romeno). Ora, Fabrizio Gatti, giornalista specializzato nel seguire la criminalità con un occhio particolare verso le organizzazioni che sfruttano l'immigrazione, lascia dopo quasi 15 anni - li avrebbe celebrati a gennaio - il Corriere della Sera e passa all'Espresso.

«Scelta professionale - si limita a dire Gatti - che affronto con entusiasmo». Al Corriere ricopriva anche la carica di caposervizio con mansioni di desk nella cronaca; al settimanale del gruppo Caracciolo-De Benedetti sarà inviato, con scrivania a Roma per l'attualità ma occhi aperti e libertà di tastiera sugli esteri.

Il passaggio di Gatti non è il primo da Rcs al gruppo Espresso: Vittorio Malaguti e Claudio Linder (per Alessandro Penati a Repubblica si è addirittura scomodato l'ingegnere) lo hanno preceduto. Tragitto inverso per Massimo Mucchetti, ma nella gara allo «scippo» la Rcs sta perdendo tre a uno.

6 - C'ERA UNA VOLTA VIA SOLFERINO
Riceviamo e pubblichiamo:
Una volta il Corriere era un punto di arrivo per i giornalisti. Oggi dal Corriere sul quale Mieli ed Ermini governano da un decennio (mentre De Bortoli-Sole 24ore e Folle-de-Follis hanno solo regnato), molti bravi e onesti giornalisti se ne vanno o se ne vogliono andare. Ultimo caso, ieri, quello di Fabrizio Gatti il quale, in quattro anni, ha ricevuto due Premiolini, un prenio Cronista dell'anno e un Saint Vincent. Prima di lui se ne sono andati Lindner, Malagutti, Bonanni, Merlo. Altri hanno preferito andare in pensione anzitempo. Vaccari dirottato alla free-prees, Francesco M. Colombo ha lasciato l'attività, altri sono finiti nel cimitero degli elefanti. L'ottimo cronista di giudiziaria Ferrarella trattenuto last-minute. Prossimi partenti? Rosaspina l'inviata sballottata? Battistini inviato un po' sì e un po' no? Alberizzi l'africano mai inviato? Panza trilaureato che fa il cronista? Mani-pulite Di Feo ammazzato di desk? L'ex capocronista Schiavi relegato a "uomo di lettere"? Mucchetti vicedirettore "non operativo"? Il cinematografaro non scrivente Mereghetti? Questo, oggi, è il giornale della borghesia illuminata del nord, che scaccia i giornalisti che incarnano la sua tradizione e vive di giri e raggiri della conduzione "romano-fiorentina" che si serve di giornalisti-camerieri senza storia, cultura, professionalità. Tutto sbagliato, tutto da rifare.
Angela Massa


Dagospia 12 Ottobre 2004