DOPO-AVVOCATO - BRACCIO DI FERRUCCIO TRA DE BORTOLI E L'RCS. RIBALTONE A VIA SOLFERINO? (E CALABRESE AVANZA.)

"Braccio di ferro al Corriere della Sera", spiffera Denise Pardo sul nuovo numero de L'espresso. "Il direttore Ferruccio De Bortoli aveva chiesto all'azienda nove assunzioni. Il capo della Divisione quotidiani Rcs, Enrico Greco, gli ha dato l'ok solo per quattro . O nove o niente, ha fatto sapere De Bortoli, rifiutando orgoglioso".

Retroscena. La riunione tra Flebluccio tornato di colpo Ferruccio ed Enrico Greco è stata tempestosa in merito ai nove giornalisti che mancano all'organico. E' seguita una riunione con il comitato di redazione che ha, naturalmente, appoggiato la decisione di De Bortoli: o tutte e nove le assunzioni o nessuna.

A questo punto, due sono le correnti di pensiero. Un fatto di ordinario scazzo tra il direttore e i vertici dell'azienda, desiderosi di presentare un bilancio positivo a fine anno. Oppure, ed è la tesi che prende il sopravvento, il no di Greco (e di Romiti e Tatò) è un segnale che l'azienda ha voglia di liberarsi di De Bortoli. E l'atteggiamento drastico del direttore del Corriere è un tentativo di stanare il retro-pensiero di Cesarone Romiti.



A via Solferino ha fatto molto scalpore e innescato le più fibrillanti ipotesi l'intervista (con copertina) che Pietro Calabrese - sempre più vicino a Romiti - ha rilasciato al mensile Prima Comunicazione. Alla domanda su perché il gruppo investa più sul Corriere della Sera che sulla Gazzetta dello Sport, Calabrese risponde: "Perché il Corriere ha Repubblica che gli soffia sul collo e deve mantenere a tutti i costi quel distacco di 50-60mila copie. La Gazzetta ha aumentato in questi ultimi mesi le vendite di 50mila copie e per di più non ha nessuno che gli soffia sul collo.."

Ma non è finito quello che De Bortoli e compagni considerano un vero attacco alla loro cittadella. Calabrese termina l'intervista con un ritratto vero ma "teribbile" dello stato dell'arte del primo quotidiano italiano: ". ho di fronte un anno buio e l'azienda che deve risparmiare, e il Corriere che deve essere privilegiato perché ha dietro le spalle Repubblica, piegata sulle informazioni, che morde le pagine con quel piccolo direttore, Ezio Mauro, che ha pronto un grido che nemmeno Majorca avrebbe potuto urlare uscendo da un inferno di 200 metri sotto acqua".

Oggi, con la scomparsa dell'Avvocato, e l'indifferenza congenita di Umberto Agnelli per le faccende giornalistiche, le quotazioni di coloro che danno in fieri il ribaltone a via Solferino sono salite di botto, come le quotazioni dei titoli Fiat all'annuncio della morte di Giovanni Agnelli.


Dagospia.com 24 Gennaio 2003