1- DAGOREPOR:
Al massimo un paio di settimane e poi, al termine del Tg-Minzo, tornerà la rubrica di approndimento di circa 10 minuti che Enzo Biagi portò al successo. Ovviamente non si chiamerà \"Il Fatto\", magari \"Il Foglio\" sarebbe il titolo più azzeccato visto che a condurla sarà Giuliano Ferrara.
L\'Elefantino, recentemente riavvicinatosi al Cavalier Pompetta dopo alcuni giri di valzer con Gian-Becchino Fini, aveva mostrato voglia di ritornare in prima linea - vedi anche il suo ruolo di editorialista domenicale de \"Il Giornale\" di famiglia. Quindi Sado-Masi ha trovato terreno fertile quando lo ha avvicinato e gli ha proposto lo spazio fatidico del dopo-Tg1. Ed ora fiato alle polemiche, anche perché fra un mese decollerà, in prima serata su RaiUno, lo show di Sgarbi e il Vespa che si spara un \"porta a porta\" alle ore 21. Berlusconi contrattack...
2- SE SGARBI VUOLE LA MINETTI IN TV
Concetto Vecchio per Repubblica.it
Sono giorni frenetici per Vittorio Sgarbi, che gira i teatri per presentare il suo ultimo libro, Viaggio sentimentale nell\'Italia dei desideri, edito da Bompiani. A Treviso è spuntato con un\'amica bulgara, e una volta dichiarato aperto il dibattito una bella signora si è alzata dal loggione e gli ha detto con semplicità: \"Vittorio sei un capolavoro della natura!\".
biagi enzoSoprattutto manca poco a Il bene e il male, il suo programma anti-Santoro, sei puntate in prima serata da lunedì 11 aprile su Rai Uno, (coautore è Carlo Vulpio, già candidato per l\'Idv alle Europee). Sgarbi vorrebbe Nicole Minetti come volto femminile. Lo ha rivelato Il Giornale. \"Che ne pensi?\" avrebbe domandato al regista, Filippo Martinez. Ora noi italiani medi scommetteremmo a occhi chiusi su questa risposta: \"Vittorio, sei il solito provocatore, non potrà mai accettare, il 6 aprile parte il processo a Berlusconi per Ruby la minorenne e lei dovrà testimoniare\".
Invece pare che l\'unica riserva sia legata al \"leggero gonfiore al labbro superiore\" del consigliere regionale pdl. Certi inestetismi possono rovinare una trasmissione, \"e chissà se Sgarbi riuscirà a rimediare in tempo\".
Bruno VespaSe il nostro amico di Zurigo ci chiedesse un parere su questa operazione alzeremmo desolati le spalle, ché la scorta delle risposte è esaurita da tempo, o forse risponderemmo come il commesso di una grande libreria del centro di Roma che mentre batteva lo scontrino diceva al collega della cassa accanto: \"N\'artra vorta che nasco faccio ‘a velina, brutta magari, ma ‘a velina...\"
Vittorio Sgarbi
3- HIC MANEBIMUS OPTIME, MA LA RAI È UN CASINO DI SUCCESSO...
Da \"Il Foglio\"
\"Quello in Rai è un lavoro difficile, uno dei più difficili in Italia\". Mauro Masi, direttore generale a viale Mazzini, dice che il parlare e il pensare gli vengono meglio in piedi. E così - un po\' perché prova a misurare le parole, un po\' perché qualcosa da pensare oggettivamente ha - s\'alza e comincia a pattugliare la stanza avanti e indietro. Dicono che stia per fare le valigie, che stia per abbandonare il fortino televisivo assediato. Ma l\'uomo Masi non dà questa impressione.
michele santoroC\'è tuttavia il sospiro, la sottolineatura sul \"lavoro difficile\" da fare qui al settimo piano. \"Ma è interessante, e mi piace. Però tutta la vita sono stato un ‘civil servant\' e continuerò a farlo\". Però, ecco, i giornali ... I giornali danno più pena che piacere, al direttore Masi. Per esempio, questo titolo del Fatto: \"Fine pena Masi\", persino divertente ... Masi polverizza con lo sguardo il materiale cartaceo e i viventi intorno. \"Mi sono impegnato a non commentare le notizie sui giornali\".
Berlusconi, Masi e MinzoliniChe comunque sono le seguenti: se ne va dopo lo sberleffo di Luca e Paolo a Sanremo, quel loro \"Ti sputtanerò\" che dicono sia spiaciuto molto al Cav. \"La satira vive in una dimensione tutta particolare. Si può discutere se Sanremo sia il luogo più adatto per la satira politica. Questa scelta è stata proposta, insieme a tutto il ‘pacchetto Sanremo\', dalla direzione di rete, RaiUno. Sanremo è stato comunque un grande successo, un successo della Rai nel suo insieme\". Forse proprio le vicende sanremesi spingono il direttore generale a un nuovo ragionamento su quanto sia complicata l\'azienda Rai.
antonio verro\"Molto complicata\", precisa. \"Ha una governance difficile, un assetto normativo complessivo di settore anch\'esso arretrato rispetto agli sviluppi tecnologici. Quello che è stato negli scorsi decenni un punto di forza - la Rai pubblica e privata - in questo momento di grandi cambiamenti si rivela una debolezza\". Debolezza dell\'azienda che Masi così racconta: \"La Rai finisce col dover stare su un mercato enormemente competitivo a livello mondiale, con tutte le pesantezze inevitabili del settore pubblico. E\' come un combattimento sul ring, dove uno dei pugili è costretto a giocare con una mano legata\".
ALESSIO GORLA GIANNI LETTAMetafora per metafora, il pugile nonché direttore generale, come pensa di sciogliere l\'arto immobilizzato? \"Ci vuole un intervento ampio e condiviso da parte del legislatore\". Per arrivare dove? \"Un intervento che ripensi la governance e l\'assetto normativo di settore. In altre parole, la stessa natura giuridica della Rai\".
E a quel punto? Masi accelera il passo. \"Serve una scelta chiara: o si fa la scelta completamente pubblica, e ne esistono esempi internazionali: risorse dal canone per adattarsi a un\'audience di nicchia\". Oppure? \"Oppure si chiarisce bene che cosa è pubblico e che cosa è privato nel bilancio Rai. Il pubblico corrisponde alla normativa pubblicistica, la parte privata al diritto comune, del codice civile\". Ma non è solo questo l\'assillo di Masi.
Anzi, ce n\'è un altro che forse gli appare prioritario. \"Un problema interno aggiuntivo, che riguarda la governance interna. Parlo dei rapporti tra il capo azienda da un lato con il consiglio d\'amministrazione, e dall\'altro con i direttori di rete\". Perché, a sentire Masi, le cose adesso stanno così: \"In questo momento il direttore generale deve farsi approvare dal consiglio qualunque spesa superiore ai due milioni e mezzo di euro. Per un\'azienda di queste dimensioni praticamente è tutto. E da parte sua, il consiglio d\'amministrazione non può approvare nulla senza la proposta del direttore generale. Il rischio è di sommare due debolezze che non fanno una forza\".
RIZZO NERVOPoi, appunto, ci sono i rapporti tra \"il capo dell\'azienda\" e i direttori di rete. \"I direttori di rete reclamano la loro autonomia nella definizione dei progetti editoriali, dei quali però risponde, in una sorta di responsabilità oggettiva a piè di lista, il direttore generale\".
Rivendica Masi, nonostante \"tutte queste difficoltà\", il bilancio della sua Rai, \"bilancio positivo, abbiamo approvato un piano industriale vero, strutturale, tanto che per la prima volta dal 2005 è previsto, per il 2011, un avanzo tra i 28 e i 40 milioni di euro. Siamo passati da tre reti analogiche a 14 canali digitali, e per questo abbiamo investito trecento milioni in un anno senza nemmeno un euro dal settore pubblico. E abbiamo stravinto la gara degli ascolti\".
Allora dovrebbe essere soddisfatto, di che si lamenta?
\"Sì, ma meno soddisfatto per ciò che riguarda la qualità dei palinsesti, la ricerca di un vero pluralismo in azienda in rapporto al servizio pubblico. Ci stiamo provando, ma il percorso è lungo. I nuovi palinsesti per la prima volta prevedono programmi d\'informazione in prima serata su RaiUno. Anche se, con la governance in vigore, tutto risulta molto difficile\".
Come è successo con Santoro, par di capire, che in diretta l\'ha mandata a quel paese.
\"La vicenda Santoro fa parte delle complicazioni di questa governance. La questione è aperta. Io gli ho comminato una sanzione di dieci giorni, il massimo possibile. Personalmente ritengo che per quello che ha detto e fatto la sanzione adatta fosse il licenziamento, ma il licenziamento era di competenza del consiglio d\'amministrazione, e quindi ... Considero Santoro uno dei migliori giornalisti televisivi italiani. Sogno di vederlo in un programma diverso, meno ‘santoriano\'. Ormai, a mio personale avviso, è un po\' schiavo del suo personaggio\".
Ma come mai quelli, diciamo di sinistra, sono più bravi di quelli, diciamo di destra, a far programmi capaci di promuovere opinioni?
\"C\'è una tradizione, che risale alla nascita di RaiTre, certi tipi di trasmissioni d\'approfondimento che non hanno avuto riscontro in altre parti politiche. Fenomeno non solo Rai, radicato nella cultura e nella politica in Italia. Anzi, la Rai riflette e anticipa le tendenze presenti nel paese\".
C\'è chi propone la doppia conduzione, che però non ha avuto gran successo in passato.
\"Tutti i punti di vista sono legittimi. Ma penso che il pluralismo si fa meglio aggiungendo che togliendo\".
Insomma, a fare Masi il censore lei non vuol stare?
\"Un\'autentica bestialità. Portata avanti da una stremata e riconosciuta compagnia di giro. Della quale non mi curo molto\".