1- SI SBAGLIA CHI PENSA CHE IL PUBBLICO SI SIA STANCATO DEI CINEPANETTONI O CHE LA FINE DI BERLUSCONI ABBIA DECRETATO LA FINE DELLA BALDORIA CINE-TELEVISIVA ITALIANA, DEI PRODOTTI CAZZARI E FACILONI PER LO SPETTATORE DI BOCCA BUONA - 2- E ALLORA PERCHÉ DE SICA E PIERACCIONI NON FUNZIONANO PIÙ? PERCHÉ OFFRONO UN PRODOTTO DEDICATO A SIGNORI TELE-MORENTI DELLA TV GENERALISTA E NON AL PUBBLICO GIOVANILE DI ZALONE E DEI “SOLITI IDIOTI”, IL PUBBLICO DEL CINEMA OGGI - 3- IL “RESTYLING” VOLUTO DA DE LAURENTIIS AVRÀ MIGLIORATO IL FILM, MA HA PERDUTO IL PUBBLICO RUSPANTE E CAFONE DEI CINEPANETTONI D’ORO DI UNA DECINA D’ANNI FA - 4- “I SOLITI IDIOTI” NON SOLO HA FUNZIONATO COME FILM, MA HA INVECCHIATO IL CINEPANETTONE E MODIFICATO IL PUBBLICO, MENTRE ZALONE HA ASSORBITO GRAN PARTE DI QUEL PUBBLICO PIÙ PERBENINO CHE AFFOLLAVA LE SALE PER “IL CICLONE” DI PIERACCIONI - 5- E POI DI COSA DEVI ESSERE FELICI VEDENDO “FINALMENTE LA FELICITÀ”? PIERACCIONI CHE TROMBA LA LETTERINA DI QUELLI CHE IL CALCIO? E DI COSA DEVI RIDERE DI CHRISTIAN CHE METTE LE CORNA ALLA FERILLI? E’ MEGLIO RISPARMIARE I SETTE EURO E GUARDARE “BALLARÒ”

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1- IL CINEMA DEI GIUSTI
Marco Giusti per Dagospia

MARCO GIUSTI - Copyright PizziMARCO GIUSTI - Copyright Pizzi

Sperduto nella sala 2 del Cinema Adriano di Roma, quello che un tempo fu di Vittorio Cecchi Gori e oggi di Massimo Ferrero detto "Viperetta", il pomeriggio del 21 dicembre, in mezza a una folla di non più di sette persone, delle quali con i miei 58 anni ero sicuramente il più giovane (e già questo...), oltre all'ovvia domanda che ci faccio qui?, mi sono chiesto anch'io perché i film di Natale non piacciano più al pubblico italiano.

Certo, la domanda più giusta sarebbe stata semmai perché piacevano così tanto prima. Ma i gusti del pubblico, il suo stomaco profondo, per distributori e esercenti sono qualcosa di molto serio e si sbaglia chi pensa che finalmente il pubblico si è stancato di questo tipo di cinema o che la fine di Berlusconi abbia decretato la fine della baldoria cine-televisiva italiana, dei prodotti cazzari e faciloni per lo spettatore di bocca buona.

DE SICA FERILLI NATALE A CORTINADE SICA FERILLI NATALE A CORTINA

Intanto, né "Vacanze di Natale a Cortina" né "Finalmente la felicità" sono film tirati via o minori rispetto a quelli degli anni passati. Pieraccioni è un capocomico attento ed è stato il primo a saper parlare lo stesso linguaggio del suo pubblico e a capirne i nuovi gusti, quando il cinema comico e la commedia italiana sembravano fortemente in crisi.

La sua semplicità di messa in scena è una dote e non un difetto. E non è vero neanche che ripeta sempre lo stesso film. "Finalmente la felicità", ad esempio, è decisamente superiore a "Io e Marilyn", che aveva la sua debolezza proprio nella Marilyn formato Ikea che aveva comprato su Internet cliccando tra i sosia dei defunti famosi.

Sviluppa pure il ruolo della stella emergente Rocco Papaleo, che Pieraccioni e il suo co-sceneggiatore, Giovanni Veronesi, hanno da sempre sostenuto. Ha un'idea carina, la partenza con "C'è posta per te" con Maria De Filippi che presenta a Pieraccioni la sua sorella brasiliana adottata "a distanza" dalla madre, la bella Ariadna Romero, già letteronza di Simona Ventura a "Quelli che".

DE SICA FERILLIDE SICA FERILLI

Non è un problema neanche il fatto che sappiamo tutti come andrà a finire, cioè che la bella straniera finirà fra le braccia di Pieraccioni come accade ogni Natale. Certo, qualche difetto c'è. La bella Ariadna Romero quando apre bocca è terrificante, anche se non più di tante attrici da film di Natale.

Rocco Papaleo in versione autista di bus turistico in crisi d'amore non solo è identico al personaggio di Picone nel recentissimo "Anche se è amore non si vede" (non lo sapevano a Medusa?), ma finisce per ripetere sempre le stesse facce mettendone fortemente in crisi l'originalità che aveva dimostrato in "Basilicata coast to coast".

VACANZE DI NATALE A CORTINAVACANZE DI NATALE A CORTINA

Il Ceccherini, grande punto di forza comico del cinema di Pieraccioni, si limita a una battuta ("Ma che gente c'è qui!"), quando avrebbe potuto dare slancio al film. Niente male però l'intervento del comico romano Maurizio Battista come guest star nella scena del treno. Insomma il film è assolutamente sugli standard consueti di Pieraccioni, qualche risata, nessuna volgarità, la bella ragazza. Esattamente come "Vacanze di Natale a cortina" è sugli standard consueti dei cinepanettoni.

E allora perché non funzionano più? Intanto il pubblico del cinema oggi non è quello invecchiato della tv generalista. De Laurentiis e Pieraccioni offrono un prodotto che è appunto sui loro standard, forse anche meglio, ma è dedicato a signori di una certa età e non al pubblico giovanile di Checco Zalone e dei "Soliti Idioti".

In tutti i modi non riesce a comunicare con quel tipo di pubblico. Migliorare il prodotto, il famoso "restyling" voluto da De Laurentiis, avrà migliorato il prodotto, avrà conquistato qualche critico cinquantenne e qualche vecchietta dei Parioli, ma questo significa perdere il pubblico ruspante e cafone dei cinepanettoni d'oro di una decina d'anni fa.

Valeria Graci e Ricky Memphis in Vacanze di Natale a CortinaValeria Graci e Ricky Memphis in Vacanze di Natale a Cortina

Lo stesso pubblico che, guarda caso, si ritrova nel personaggio del finto romano dei "Soliti idioti", variazione coatta di tutti i Christian-Cipolla-Verdone del cinema. In qualche modo "I soliti idioti" non solo ha funzionato come film, ma ha invecchiato il cinepanettone e modificato il pubblico, mentre Zalone ha assorbito gran parte di quel pubblico più perbenino che un tempo affollava le sale per "Il ciclone" di Pieraccioni.

L'arrivo di un nuovo comico in città, purtroppo, toglie necessariamente spazio e aria agli altri comici, che si ritrovano invecchiati. Ma c'è un'altra osservazione da fare. Non è stata una grande strategia vincente quella delle ospitate nella tv generalista. Lì è tanto se riesci a smuovere gli ultracinquantenni di Rai1 e Canale 5. Anche perché la crisi, fortissima, delle due reti generaliste, non solo di ascolti, ma di immagine, non può che riversarsi totalmente nel cinema di Natale tradizionale italiano.

I giovani non ci vanno perché vogliono film più innovativi, e "Sherlock Holems 2" lo è, i vecchi non ci vanno perché sono terrorizzati dalla crisi. E di cosa devi essere felici vedendo "Finalmente la felicità"? Di Pieraccioni che tromba la letterina di Quelli che? E di cosa devi ridere con il cinepanettone, di Christian che mette le corna alla Ferilli? E' meglio risparmiare i sette euro e guardare "Ballarò".

ARIADNA ROMERO E PIERACCIONI IN FINALMENTE LA FELICITAARIADNA ROMERO E PIERACCIONI IN FINALMENTE LA FELICITA

Alla fine non è neanche un problema di volgarità. Certo che i vecchi cinepanettoni erano un po' più volgari di quello attuale, ma non andavano bene solo per quello. Andavano bene perché erano scatenati e in piena sintonia con il loro pubblico coatto in un'Italia ricca e felice che oggi non è più la stessa.

Christian e Boldi avevano dieci anni in meno, e Pieraccioni pure. Per questo scalzò il trono di Benigni e del povero Nuti. Per arrivare al pubblico oggi devi trovare strade diverse. E non passare per la tv generalista, dove rischi di invecchiare al solo contatto con Bruno Vespa o Carlo Conti o con la stessa Maria De Filippi.

E non presentare formule per la felicità in un paese che vuole essere sì rassicurato, ma anche pensare e ragionare sul futuro. E dove le risate, anche quelle più pesanti dei "Soliti idioti" o di Zalone, sono liberatorie perché hanno dietro qualcosa di civile. Il killer dei film di Natale non è la mancanza di volgarità, è l'indifferenza verso il pubblico.

Come se a nessuno, tra pubblico e artisti in scena, importasse davvero come vanno a finire le cose. A un certo punto alla sala 2 del cinema Adriano la proiezione si è interrotta. Gli spettatori non hanno dato nessun segno di malumore. Era come se tra il film e il telone vuoto non ci fosse nessuna differenza.

pieraccioni_felicitapieraccioni_felicita

2- IL BUONO, IL RUTTO E IL CATTIVO
Andrea Scanzi per "il Fatto Quotidiano"

Carlo Verdone dice che "il pubblico chiede storie nuove". Da-rio Bandiera, uno dei protagonisti del film, dà la colpa al trailer sbagliato, che punta troppo sui "vecchi" De Sica e Ferilli e non dà il giusto risalto alla nouvelle vague. Il produttore Aurelio De Laurentiis mastica più del solito e stavolta amaro, garantendo però che "il passaparola è buono, ci rifaremo". Altre volte il cinepanettone era stato dato moribondo, ad esempio nel 2004. Stavolta però la crisi sembra seria.

E la Rete festeggia, celebrando il funerale del sorrisaccio facile. Di pancia e di natica. Grasso. Stanco. Per Vacanze di Natale a Cortina, un milione e 623 mila euro di incasso, ancora tanti - lunga è la strada verso la liberazione dal trash - ma molti meno dei 3 milioni e 396 mila euro di Natale in Sudafrica.

Un anno fa, stesso weekend. Il ventottesimo episodio dei cinepanettoni è solo quarto al botteghino, dietro Sherlock Holmes - Gioco di ombre, Il gatto con gli stivali e Finalmente la felicità del virtuoso Pieraccioni. Forse gli spettatori si sono stancati di Neri Parenti e delle sceneggiature sempre uguali. Forse gli autori si sono sopravvalutati, divertendosi (solo loro) a disseminare metacitazioni di Vacanze di Natale, la pellicola dei Vanzina Bros (ambientata a Cortina) che sancì nel 1983 l'avvento dei cinepanettoni.

I SOLITI IDIOTII SOLITI IDIOTI

Forse, volgarità per volgarità, tanto vale esaltarsi per i "bucchinhu rigatu" di Checco Zalone. O forse ci sono altre motivazioni, magari addirittura socio-politiche. È cioè possibile che Vacanze di Natale a Cortina abbia l'imperdonabile difetto di vergognarsi (un po') di se stesso. Se craxismo e berlusconismo avevano definitivamente abbattuto il muro dell'indecenza, rendendo accettabili e incentivabili gli sghignazzi più grevi, l'ultima pellicola tradisce il desiderio (represso) di esibire un maquillage "sobrio".

Per stare al passo dei tempi e dei Monti. E qui sta l'errore, poiché la restaurazione può permettersela Fiorello ma non il cinepanettone, che nasce brutto, sporcaccione e ignorante. È vero che in ogni pellicola c'è il Marescotti di turno, a impersonare il "colto" che gioca con la cacca per dimostrare eclettismo, ma stavolta sembra di vedere un Materazzi qualsiasi che si improvvisa - se non fantasista - centromediano metodista. Ibrido inaccettabile.

Christian De Sica, in guerra con l'ex sodale Boldi dal 2006 e unico superstite del primo episodio, non lo ha mai nascosto: "Drammaturgicamente i film di Natale spesso sono ordinari, molte volte ripetitivi, orgogliosamente grossolani. Sono un po' il discount del cinema. Ognuno di loro si può smontare, stroncare e rimontare con grande facilità. Sono film semplici, ma non disonesti".

I SOLITI IDIOTII SOLITI IDIOTI

La comicità in saldo avrebbe potuto sposarsi con un Natale di crisi economica paradigmatica. Qualcosa, evidentemente, manca. Magari proprio la volgarità più didascalica, che nei predecessori era l'unico collante ridanciano. Come dimenticare (e magari potessimo) il Massimo Boldi che si pulisce il deretano con la garza della "mummia meglio conservata al mondo", nell'imprescindibile Natale sul Nilo (2002)?

Se ne ripercorra l'acme: "Mi sto cagando addosso, mi aiuti procurandomi un cesso che non sia sua sorella!" (Boldi a Biagio Izzo); "Ammazza aho' sti faraoni che se so' magnati? Dopo 3 mila anni se sente ancora la puzza de' mmerda!" (l'intellettuale Enzo Salvi, al cui confronto Bombolo era maschera bergmaniana). C'era una volta il peto, così e se vi pare. Ancora dal repertorio-discount: "Basta con la sfiammata anale, è troppo pericolosa"; "Ci hai ragione, guarda che me so' combinato. C'ho ‘na grigliata mista al posto del culo!" (dialogo tra il manager Conticini e l'artista "Vomito " Salvi dall'esiziale Natale in India, 2003).

AURELIO DE LAURENTIISAURELIO DE LAURENTIIS

O ancora: "Sono tanto solo. Ci ho bisogno d'affetto, di una voce amica, di una compagna per la vita... Iside, famme ‘na pompa!" (De Sica in SPQR, 1994); "Dà retta a me, come la vedi parti con la mano, te strusci un po', movimento d'anca e bacino e je fai senti' la sequoia,quella se sturba e te - zac - la calzi!" (lezione di erotismo di De Sica al figlio); "Bella muccona da latte!" (il talentuosissimo Panariello in Natale in Sudafrica, 2010, guardando il fondoschiena di Belen).

Dritto nella leggenda il Boldi che armeggia con le suonerie del cellulare di "Vomito" Salvi - nell'ordine: mix di rutti, fraseggio di flatulenze, gorgheggio di orgasmi - in un aeroporto davanti a una suora. Oppure De Sica e Boldi che, in casa di un serial killer evaso, mangiano i testicoli da lui tagliati e saltati in padella (i succulenti "cojoni alla vaccinara" di Natale a Miami, 2005).

checco zalonechecco zalone

Quando sale in cattedra il Maestro Ghini, si vira su crasi e calembour: "Questa vacanza dei ragazzi capita quasi ad hoc"; "Io me so' fatto un programmino..."; "Anche lei ad hoc?"; "No, a Rio" (duetto con De Sica in Natale a Rio, 2008). Indelebile il cameo di Vittorio Sgarbi - a suo agio come una cernia nel deserto - in Paparazzi (1998), lisergica la Carol Alt sadomaso in Anni 90 Parte II (1993).

Perle su perle, ai porci o a chi passava di lì. Gli appassionati non stanno trovando in Vacanze di Natale a Cortina la sufficiente dose di cafonal. A lorsignori è d'uopo consigliare Natale al cesso, trailer-parodia di Maccio Capatonda, il fenomeno comico-televisivo più ispirato degli ultimi anni (assieme alla serie Boris). In 90 secondi,

Capatonda condensa su Youtube tutti gli ingredienti cardine: tormentoni musicali, grevità, doppi sensi. Un capolavoro, nel suo piccolo e a conferma dei paradossi di un rito in crisi: per essere bello, il cinepanettone deve sublimarsi nella sua caricatura. Puntualmente migliore dell'originale.

 

 

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