ASIA MINORE - LA ARGENTO COMMENTA LA MORTE DI PETER FONDA E VISTO CHE C'È SI FA UN PO’ DI PUBBLICITÀ: “LO AVEVO DIRETTO NEL MIO FILM ‘INGANNEVOLE È IL CUORE PIÙ DI OGNI COSA' ED ERAVAMO DIVENTATI AMICI. ERA STATO TRA I PRIMI A SOSTENERMI QUANDO DENUNCIAI DI ESSERE STATA VIOLENTATA” – “ERA UN UOMO D’ALTRI TEMPI, SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO” – VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

 

 

Gloria Satta per www.ilmessaggero.it

IL BACIO TRA ASIA ARGENTO E VLADIMIR LUXURIA IL BACIO TRA ASIA ARGENTO E VLADIMIR LUXURIA

 

«Il dolore che provo è immenso. Se n'è andato anche Peter Fonda... è troppo per me». Asia Argento appare scossa e, a tratti, cede alle lacrime. Conosceva bene l'attore-simbolo di Easy Rider, eterno ribelle di Hollywood, morto a Los Angeles a 79 anni: «Nel 2005 lo avevo diretto nel mio film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa ed eravamo diventati molto amici, da allora non abbiamo mai smesso di scriverci e sentirci», racconta. «Quando, alla fine del 2017, denunciai di essere stata violentata da Harvey Weinstein, Peter è stato tra i primi a sostenermi, a incoraggiarmi e a prendere pubblicamente le mie parti. Bravissima, mi scrisse sui social, vai e sbrana quel cane rognoso. Non potrò mai dimenticarlo».

PETER FONDA PETER FONDA

 

LA RINASCITA

Ora il dolore per la morte di Fonda si aggiunge all'ultimo, tumultuoso periodo della vita di Asia che, protagonista proprio del caso Weinstein e del movimento #MeToo, ha dovuto affrontare il suicidio del compagno Anthony Bourdain, la denuncia per molestie dell'attore Jimmy Bennett (che per un curioso caso del destino era il protagonista-bambino proprio di quel film da lei diretto e interpretato anche da Peter), la cacciata dalla giuria di X Factor e gli attacchi degli haters sui social, da lei chiusi all'inizio dell'anno. Ma non si è fatta piegare dagli eventi e, con forza e dignità, è andata avanti: è in post-produzione Sans Soleil, il film da lei girato in Francia e diretto dalla regista belga Banu Akseki.

 

LA GENEROSITÀ

ASIA ARGENTO E JIMMY BENNETT ASIA ARGENTO E JIMMY BENNETT asia argento weinstein asia argento weinstein

E mentre Easy Rider si prepara a tornare in sala il 9 settembre, distribuito dalla Cineteca di Bologna che lo ha restaurato, l'attrice-regista ripercorre commossa il suo rapporto con Fonda. «Era un uomo d'altri tempi, semplicemente meraviglioso», dice. «Fisicamente bellissimo, un vero e proprio figo, dimostrava di possedere una libertà totale sia dal punto di vista intellettuale sia da quello artistico. Era dotato di un grande senso dell'umorismo e, per quello che ho potuto sperimentare personalmente, molto generoso».

 

ASIA ARGENTO AL GAY PRIDE 2019 ASIA ARGENTO AL GAY PRIDE 2019 PETER FONDA PETER FONDA

E in che modo manifestava la sua generosità? «Accettò di girare il mio film, nonostante fossi una regista italiana di appena 28 anni, venendo a Los Angeles dal Tennessee dove abitava e non volle nemmeno essere pagato perché credeva troppo nel progetto». L'argomento del film era per lui cruciale, spiega Asia. «Ingannevole è il cuore più di ogni cosa parla di violenze sui bambini. E Peter mi confessò che da piccolo, in casa, era stato picchiato duramente. Se a batterlo fosse stato il padre, il grande attore Henry Fonda, non volle rivelarmelo. Ma si augurava, sul set, di esorcizzare quel trauma e denunciare gli abusi sui più piccoli».

 

ASIA ARGENTO ASIA ARGENTO PETER FONDA PETER FONDA

Nemmeno a farlo apposta nel film (tratto dall'omonimo, controverso romanzo di J.T. Leroy), l'attrice gli aveva riservato il ruolo del nonno cattivo, fanatico religioso e manesco: «Ma quando si trattò di girare la scena in cui prende a cinghiate il piccolo protagonista, Peter si rifiutò. Non posso farlo nemmeno per finta, mi spiegò. Così, per rendere l'idea della violenza dovetti ricorrere a un gioco di ombre». Finite le riprese, i due attori rimangono in contatto. «Era una magnifica amicizia epistolare, la nostra. Il mio compagno Anthony, come me grande fan di Fonda, ne era geloso. Allora rivedevamo i film del mio amico e, alla fine, gli scrivevamo insieme. Magari per dirgli che, per la sua interpretazione in L'inglese di Steven Soderbergh, avrebbe meritato l'Oscar...».

gay pride 2019 asia argento 4 gay pride 2019 asia argento 4

 

IL RAPPORTO

easy rider peter fonda e dennis hopper easy rider peter fonda e dennis hopper

Nonostante il perdurante affetto, Asia non ha più avuto modo di lavorare con l'attore appena scomparso. Invece ha girato due film (The Keeper e La terra dei morti viventi) con l'altro protagonista di Easy Rider, Dennis Hopper, scomparso nel 2010. «Anche con lui ho vissuto una bella amicizia», racconta l'attrice e regista, «quando vivevo in California, a Venice Beach, eravamo vicini di casa. Ma scoprii presto che Peter e lui avevano rotto ogni rapporto. Anzi si detestavano, erano gelosi l'uno dell'altro e io dovevo stare attenta a non parlare di Fonda con Hopper e viceversa». Sospira, Asia: «La morte di Peter è per me una perdita irreparabile. Gli ho voluto molto bene. È stato un uomo speciale, di quelli che nella vita s'incontrano raramente».

PETER FONDA PETER FONDA henry, peter e jane fonda 1 henry, peter e jane fonda 1 peter fonda 4 peter fonda 4 henry jane peter fonda henry jane peter fonda peter fonda in easy rider peter fonda in easy rider PETER FONDA PETER FONDA gay pride 2019 asia argento 10 gay pride 2019 asia argento 10 gay pride 2019 asia argento 11 gay pride 2019 asia argento 11 ASIA ARGENTO ASIA ARGENTO bacio tra asia argento e vladimir luxuria 6 bacio tra asia argento e vladimir luxuria 6 bacio tra asia argento e vladimir luxuria 8 bacio tra asia argento e vladimir luxuria 8 bacio tra asia argento e vladimir luxuria 7 bacio tra asia argento e vladimir luxuria 7 gay pride 2019 asia argento 9 gay pride 2019 asia argento 9 gay pride 2019 asia argento gay pride 2019 asia argento gay pride 2019 asia argento 6 gay pride 2019 asia argento 6 gay pride 2019 asia argento gay pride 2019 asia argento gay pride 2019 asia argento 3 gay pride 2019 asia argento 3

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…