Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1.AVVISI AI NAVIGATI
Per Silvio Berlusconi l’elezione del prossimo presidente della Repubblica è un salvagente al quale restare attaccato per non scivolare nell’irrilevanza. E oggi l’ex Cavaliere approfitta di una chiacchierata con “Repubblica” per lanciare messaggi a Renzie e a tutto il Pd.
Dopo aver detto fino a pochi giorni fa che l’elezione del capo dello Stato faceva parte del patto del Nazareno, Berlusconi si rende conto che è meglio smentire la faccenda per non gettare un’ombra impegnativa sui candidati comuni. Così, oggi si limita a dire che un’elezione condivisa è una “logica conseguenza” della collaborazione sulla riforma costituzionale e sulla legge elettorale. Dopo di che, ecco il messaggio chiave: Forza Italia è pronta a votare anche un personaggio del Pd, purché sia “un garante per tutti quanti”.
Si tratta di un’apertura importante, quasi una porta spalancata per Renzie, che a questo punto deve “solo” individuare la persona giusta nel suo partito e sottoporla al vaglio del capo di Forza Italia e dei suoi 150 voti (che se anche fossero solo 90, bastano lo stesso). Vietato fare nomi prima del tempo, in casa piddina, ma adesso è chiaro che un personaggio come Anna Finocchiaro ha sempre più chance di essere la prima donna eletta al Quirinale.
2. IL COLLE E IL METODO RENZIE
MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE
Pittibimbo sta bene attento a non fare nomi per il Quirinale, ma continua nelle aperture “programmatiche”. Corriere: “Renzi, ‘Maggioranza ampia per il Quirinale. Neanche il Pd ha il diritto di veto’. Un asse trasversale degli avversari del premier lavora per lanciare Prodi ai primi scrutini” (p. 9). “Bersani e il Colle: serve una figura autonoma. ‘Deve saper tenere il volante, no a soluzioni stravaganti. Il Pd sia il pivot, poi si confronti con tutti’. Ncd: si tratti con noi. La Lega cita Caprotti e Feltri, ma il segretario: fa tutto Renzi, non si elegga nessuno” (p. 10).
Repubblica intervista anche il desaparecido Alfano che reclama spazio per il suo micro-partito: “Il capo dello Stato non può essere eletto dal congresso del Pd, serve un patto a tre. Al Quirinale manca un cattolico” (p. 4). Sulla Stampa un Matteo Salvini in versione nichilista dice no all’ipotesi Romano Prodi: “Sicuramente meglio Franco Baresi. Al Quirinale farei un museo. Non c’è un bisogno di un presidente, tanto più che ormai fa tutto Renzi” (p. 5). Il Messaggero riporta i timori del premier: “L’incubo di una Santa alleanza contro il patto del Nazareno. Il premier insegue l’unità del Pd ma teme l’asse tra i dissidenti e la fronda Fi. Sul nome di Prodi insistono da sinistra i nemici dell’intesa siglata con Berlusconi” (p. 7).
3. L’OFFERTA DEL CAINANO
Giorgio Napolitano Gianni Letta
Come detto, Berlusconi con “Repubblica” offre i propri voti anche a un piddino che sappia garantire tutti (p. 2). Il Corriere gli fa i conti in tasca: “Berlusconi mette sul piatto 90 voti. Ma aspetta le mosse del premier. Il Cavaliere e l’incognita Fitto sulla scelta per il Quirinale: a rischio al massimo 40 dei miei” (p. 11). Sicuri che Fitto abbia la forza di giocare in proprio la partita del Colle? E per fare asse con chi? Con quel resta di D’Alema?
4. MA FACCE RIDE!
Il Messaggero intervista la Badante Maria Rosaria Rossi e le domanda: “Lei è stata spesso oggetto di critiche, dai suoi stessi colleghi. Soprattutto da quelli esclusi dal cosiddetto ‘cerchio magico’ dei consiglieri di Silvio Berlusconi”. Risposta da manuale: “Sono soltanto una persona di buona volontà che ricopre un ruolo certamente fiduciario” (p. 4).
5. PD, PASTICCIO DEMOCRATICO
Flavia Amabile, della Stampa, dimostra sul campo che il Pd romano è ancora un discreto bordello. La giornalista va a fare la tessera in un circolo con 20 euro, dà generalità rigorosamente false, nessuno le chiede un documento e se ne torna a casa regolarmente iscritta. Complimenti a tutti. Il buon Orfini, commissario del partito, avrà da lavorare (p. 7).
6. MARCIO SU ROMA
Bella figuretta per il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, troppo frettoloso nel prendere le distanze dalle coop di Buzzi nell’ansia di commissariare Marino. Il Corriere oggi lo sbugiarda così: “Anche la prefettura diede il via libera alle cooperative guidate da Buzzi. In gioco il servizio di accoglienza immigrati. La circostanza negata davanti all’Antimafia”. Ma risulta da una lettera del prefetto che il giornale oggi riproduce. Poco prima che partisse la lettera, Salvatore Buzzi si era incontrato con Gianni Letta (p. 5).
7. BASTA CON IL VANILOQUIO DELL’ANTICORRUZIONE
Giulianone Ferrara si sfoga contro l’insopportabile melassa delle dichiarazioni anti-corruzione. “L’anticorruzione ha un suo marketing, una sua necessità commerciale e civile che tutto travolge, è una guerra di parole e di formule che penetra in Parlamento, crea partiti fasulli e li porta al 25%, alimenta lotte interne e dossieraggi, falsa lo stato di diritto e compromette l’habeas corpus (…), deturpa il volto di vera responsabilità e di controllo dei giornali e delle tv e della rete, che dovrebbero cercare induttivamente la verità empirica e invece parlano a nome di una verità dedotta dagli idoli demagogici” (Foglio, p. 1).
8. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
La manovra va in terza lettura alla Camera e nuove sorprese sono in agguato. Per il Corriere, “Aumento della benzina e più tasse. Ecco i rischi della manovra ‘in prova’. Verifica Ue su evasione, spesa e Lotto. Alla Camera rilievi su autonomi e sconto Irap. La legge è in terza lettura a Montecitorio per il sì definitivo, atteso oggi o domani” (p. 12). Il quotidiano diretto da don Flebuccio de Bortoli accende un faro sugli autonomi: “Il premier e le partite Iva sedotte ma deluse. Così monta la protesta per le stangate sui contributi Inps e sui minimi. Le soluzioni allo studio” (p. 13). La Stampa batte sul medesimo tasto: “I professionisti nuovi poveri. Redditi sotto i 30mila euro. Le giovani leve al palo, sotto i 40 anni guadagnano la metà dei colleghi anziani. E con la legge di stabilità arriva la stangata sui contributi Inps: salgono al 30%” (p. 2).
Repubblica esorcizza i rischi di variazioni per la legge di Stabilità: “Manovra ormai blindata, critici i tecnici della Camera. Padoan: ‘Ridotte le tasse’. Tra oggi e domani il via libera definitivo di Montecitorio. Il servizio bilancio: sconti Irap agli autonomi a rischio infrazione Ue. Il governo non accetta nuove modifiche ma cercherà di evitare di mettere la fiducia” (p. 6). Il Giornale punta il dito sulle tasse: “Altro che tagli, tasse per 50 miliardi. L’esecutivo abbassa la pressione fiscale solo a parole. Fino al 2017 la stangata è nei numeri ufficiali della manovra” (p. 3).
9. PRIVATIZZAZIONI AL PALO
Il CorrierEconomia fa il punto sulle privatizzazioni e si chiede: “Cessioni, quanti ritardi, sarà l’anno buono? Gli slittamenti hanno già fatto perdere un miliardo. Svolta sulle Ferrovie: trasferire la proprietà dei binari al Tesoro. Stm verso la vendita al Fondo Strategico. Pagani (ministero dell’Economia): ‘Vogliamo che Fs e Poste diventino i colossi della Borsa’. Nell’anno che si conclude lo Stato ha incassato un terzo del previsto dalle imprese cedute o quotate” (p. 8).
silvio berlusconi e maria rosaria rossi
10. TOGHE IN BELLA MOSTRA
Hanno in effetti bisogno di una nuova immagine, i componenti del sinedrio delle toghe. E allora vai con una bella ripittata, come racconta il Giornale: “La consulenza facile che imbarazza il Csm. Il restyling del sito web affidato per 20mila euro a un esperto di comunicazione. Ma è un amico del vicepresidente Legnini” (p. 4).
11. L’OMBRA DEL TERRORISIMO
Brutto episodio, ieri, alle porte di Firenze: “Attentato sulla Firenze-Roma, due molotov contro la Tav. ‘Volevano paralizzare i treni’. Bruciata una centralina, la seconda bottiglia incendiaria non è esplosa. Ritardi e disagi per tutta la giornata. Nell’ultimo mese due casi simili”. “L’ombra della Valsusa sui nuovi sabotaggi.’Sanno di non rischiare l’accusa di terrorismo’. Gli inquirenti che seguono la galassia No-Tav: “Dopo la sentenza di Torino è scattato il liberi tutti” (Repubblica, p. 10). Raramente, almeno su Repubblica, una sentenza della magistratura è stata contestata così duramente a colpi di veline della polizia.
12. ULTIME DA UN POST-PAESE
Colpo di genio a Bologna: “Le luminarie di Bologna col simbolo della P2, protesta anche la Curia. Lite sull’installazione di un artista vicino alla stazione della strage. L’assessore alla cultura: niente censure. La diocesi: inquietante” (Repubblica, p.20). Difficile spiegare che cosa c’entrano il triangolo e il grande occhio con il Natale.