“BOTOX” DI DISTRUZIONE DI MASSA – OUTING DI MARGHERITA BONIVER: “SETTE MESI DI CALVARIO PER CANCELLARE LE RUGHE” – IL RITOCCO LE HA SCATENATO SUL VOLTO ERUZIONI, BOLLE, GONFIORI E INDURIMENTI DELLA PELLE – “UN’ESPERIENZA DEVASTANTE”…

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Margherita De Bac per il \"Corriere della Sera\"

«Riemergo solo adesso, faticosamente, da un\'esperienza devastante. Sette mesi di calvario. E ancora non è finita. Se non sono piombata nella cupa depressione e non ho ceduto alla tentazione di chiudermi in casa per nascondere il viso deturpato è grazie alla mia forte personalità. Non auguro a nessuna altra donna di passare quello che ho passato io».

BoniverBoniver Prima

Proprio per questo, per evitare ad altre «lo scempio» compiuto su di lei, Margherita Boniver fa outing. E racconta la sua storia di vittima di un filler. Uno di quei filler utilizzati da centinaia di migliaia di italiane per cancellare i segni delle rughe e attenuare le tracce dell\'età. Non è del tutto chiaro quale sostanza abbia scatenato sul suo volto eruzioni, bolle, gonfiore, indurimento della pelle fino ad alterare i modo eclatante i lineamenti.

Fino a causare problemi estetici e funzionali molto seri specie per un personaggio pubblico, di grande visibilità. Costretta ad apparire in tivù, muoversi in Parlamento, incontrare gente, sorridere per non venir meno agli impegni istituzionali legati all\'incarico di presidente della Commissione bicamerale Schengen.

Ma cominciamo dall\'inizio dell\'incubo. Torniamo a quel giorno maledetto, quando l\'ex sottosegretario agli Esteri, ora deputata del Pdl, torna a casa dalla piscina. «Lo ricordo bene. Era il 31 luglio dello scorso anno. Poso la borsa. Mi guardo allo specchio e orrore. Scopro di avere la zona attorno alle labbra e al mento ricoperta di grosse bolle. Mi precipito dal dermatologo che mi tranquillizza e mi prescrive creme al cortisone che però, dopo due settimane di applicazione, risultano completamente inefficaci. Parto per le vacanze. E che vacanze! Con le bolle.

Di nuovo a Roma, cambio dermatologo. E per la prima volta il sospetto ricade su un prodotto iniettato all\'inizio di giugno. Altre volte mi ero sottoposta a un ritocco. Da almeno un anno facevo punture, anche di botulino, per migliorare l\'aspetto. Ho sempre salvaguardato la naturalezza, però. Trovo che le donne rifatte siano inguardabili. Ecco, ora mentre le parlo sono dal parrucchiere. Accanto a me c\'è una signora con labbra a canotto, tutta tirata. Ridicola. Lungi da me il desiderio di di essere un mascherone».

BoniverBoniver Dopo

I giorni passano. Non la bizzarra reazione cutanea. Lei consulta altri specialisti. Chi sospetta che il responsabile sia una sostanza semipermanente iniettata anni prima, presumibilmente a sua insaputa. Chi invece mette in dubbio la qualità dei trattamenti più recenti, compreso l\'ultimo di cui non possiede la certificazione perché il chirurgo che lo ha applicato non le ha consegnato l\'etichetta della confezione, come prevedono le buone pratiche.

Arriviamo a metà ottobre. «E comincia il vero calvario. La sostanza inoculata nelle rughe a parentesi, quelle che partono dalle pieghe delle narici e scendono giù, cala e si sistema sul labbro superiore fino a trasformarmi in una bambola con orribili labbra rigonfie. Lo specchio mi restituiva l\'immagine di un babuino. Deturpata, oltre che ingannata. E nessuno sapeva dirmi perché. Ho chiesto ai migliori specialisti. Collezionavo Tac, biopsie, ecografie. Mi imbottivo di cortisone senza assistere a miglioramenti. Mistero.

Chissà cosa pensavano le persone che mi hanno incontrata in questi mesi. Me lo posso immaginare. Ero un mostro. Mi intervistavano in televisione e non riuscivo a parlare per quanto le labbra erano paralizzate. Bevevo il caffè al bar e mi sbrodolavo. Non ero più io, insomma. Per settimane non mi sono specchiata più. Se ho avuto la tentazione di chiudermi in casa? No. Uscivo e via. Ho sempre reagito così nella mia vita di fronte alle situazioni difficili».

La salva il suo dentista che si documenta su internet e scopre l\'esistenza di casi di rigetto da uno dei filler più diffusi, trattati con iniezioni, a piccole dosi e ripetute, di un enzima comunemente usato dagli odontoiatri. Lentamente il gonfiore si attenua, i grossi grumi induriti si sciolgono.

Margherita Boniver torna se stessa, riacquista le sue sembianze: «Sto riconquistando la normalità. Sono rientrata in possesso della mia espressione, parlo senza incepparmi, bevo il caffè al bar poggiando bene le labbra sulla tazzina. Resto però terrorizzata dal ritorno del mostro. Un\'esperienza agghiacciante, mi creda. Se vivessi negli Stati Uniti mi sarei precipitata dall\'avvocato e probabilmente avrei vinto la causa e tanti soldi. In Italia è tutto inutile visti i tempi della giustizia ».

La denuncia vuole suonare da monito per le patite del ritocco: «State attente. Fatevi spiegare bene come tratteranno e con quali sostanze il vostro viso. Pretendete la consegna dell\'etichetta del prodotto che vi viene iniettato. E soprattutto, non esagerate. Le rughe possono diventare amiche, se vengono rispettate».

 

 

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