CHARLIE "IL PAZZO" E’ TORNATO A CASA - IL ‘COWBOY’ DELLA COCA (GIA’ SOCIO DI ESCOBAR) SI RIFUGIA IN GERMANIA - CARLOS LEHDER, UNO TRA I PIÙ FAMOSI ESPONENTI DEL NARCO-TRAFFICO, E’ STATO RILASCIATO DA UNA PRIGIONE USA E SI È TRASFERITO NEL PAESE D'ORIGINE DEL PADRE. FU CATTURATO NEL 1987 (MA ESCOBAR HA SEMPRE NEGATO DI AVER VENDUTO L'EX PARTNER) - LE FESTE, GLI AMORI, L'AMMIRAZIONE PER HITLER, L'ODIO PER GLI EBREI, IL FASCINO VERSO JOHN LENNON, IL DEBOLE PER LA COCA COLA E QUELLA TESTIMONIANZA CONTRO NORIEGA…

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GUIDO OLIMPIO per il Corriere della Sera

 

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Charlie il pazzo è tornato a casa, anche se in Germania non ha mai vissuto. Ma questo ha riservato il destino a Carlos Lehder, uno tra i più famosi esponenti del narco-traffico: rilasciato da una prigione Usa si è trasferito nel Paese d'origine del padre.

 

Molto lontano dalla Colombia e dalle scorrerie che lo hanno reso noto. Scaltro, intelligente, ma anche «folle», Lehder è stato il protagonista della stagione dei Cocaine Cowboys. Dopo aver imparato molti trucchi dal suo compagno di cella, George Jung, è entrato nel grande giro estendendo la rete del contrabbando.

 

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Ha spedito tonnellate di droga verso gli Stati Uniti, ha agito al fianco del re, Pablo Escobar, e poi è stato probabilmente tradito da quest' ultimo. Carlos è stato un innovatore: ha acquistato una piccola isola alle Bahamas - Norman's Cay - ad appena 340 chilometri dalla Florida e l'ha trasformata in un punto d'appoggio per i suoi aerei. Velivoli carichi di mattonelle di polvere bianca, l'oro del cartello di Medellin.

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Una tattica usata dal signore dei cieli, il messicano Amado Carrillo Fuentes, e ancora oggi impiegata dalle organizzazioni clandestine. Figlio di un ingegnere tedesco emigrato in Sudamerica e di una colombiana, Lehder ha attirato l'attenzione per il suo genio criminale, le feste sfrenate, gli amori passionali, l'ammirazione per Hitler, l'odio per gli ebrei, il fascino verso John Lennon, il debole per la Coca Cola, per lui «la sola cosa buona dell'imperialismo».

 

Aneddoti veri o falsi a far da corona ad una vita oltre ogni limite all'interno di un mondo dove contano furbizia, crudeltà, determinazione e pistole. Come altri gangster ha costruito la narrazione difensiva: la droga - ha detto - serve per togliere denaro ai ricchi e distruggere la società decadente negli Stati Uniti. Un'interpretazione «rivoluzionaria» dell'illegalità, un modo per coprire gesti sanguinari.

 

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I «colombiani», quei colombiani cattivi, hanno messo in piedi un impero immenso, difeso da sicari e uomini collusi, tra belle donne, strisce di coca, residenze lussuose, arredate con stravaganze, zoo personale incluso. Un regno allora raccontato dai media e oggi rappresentato dalle serie tv, inesauribili perché alimentate da un archivio di cronaca nera gigantesco.

 

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Crazy Charlie ne è stato l'interprete massimo, fino alla sua cattura nel 1987, epilogo favorito dai contrasti con Escobar che ha sempre negato di aver venduto l'ex partner. Estradato in America, è condannato all'ergastolo, la pena sarà in seguito ridotta a 55 anni grazie alla sua testimonianza contro il generale panamense Manuel Noriega, altro personaggio finito in mille storie, tra agenti segreti, strategie e malavita. Lehder, 70 anni, non ha alcuna intenzione di rientrare in Colombia.

 

Secondo la figlia è malato di cancro e seguirà un ciclo di cure in un ospedale tedesco. Un ultimo capitolo ben diverso da quello di Escobar, caduto in un conflitto a fuoco con la polizia nel 1993. La battaglia finale per evitare l'estradizione negli Usa, la soluzione più temuta dai padrini. Purtroppo hanno fatto scuola, hanno indicato una strada ad altri «pazzi», dal Messico al Brasile.

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carlos lehder rivas pablo escobar e il cartello di medellin
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