“'A MODO MIO'” È TROPPO PATINATO, TROPPO POSATO, TROPPO SMALTATO” – ALDO GRASSO SMONTA IL DOC DEDICATO ALLA RAGAZZA DEL PIPER: “PATTY PRAVO HA AVUTO UNA VITA COSÌ INTENSA CHE SI SAREBBE POTUTO EVITARE IL DESERTO, LA VENEZIA IN STILE CANALETTO, I COSTUMI DI SCENA: BASTAVA LA SUA FASCINAZIONE, L’IMPRONTA DELLA SUA VOCE, NELLA QUALE LE PAROLE SONO SOLTANTO STATI D’ANIMO PER SUGGESTIONI ETERNE…” - VIDEO
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Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
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A Nicoletta Strambelli, Rai3 ha dedicato A modo mio – Patty Pravo , prodotto da Rai Documentari e Ballandi con il contributo di Rai Teche, e diretto da Duccio Forzano.
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Il docufilm è costruito su una lunga intervista inframezzata da dichiarazioni di alcuni colleghi (le parole più schiette sono quelle di Vasco Rossi) e da materiale di repertorio, come al solito il più interessante (Luchino Visconti al Piper!). La sua storia si intreccia con quella di sessant’anni di musica italiana e internazionale e ripercorre i passi della ragazza del Piper e dell’impatto globale che il suo personaggio ha avuto nella storia della musica.
L’artista torna sui luoghi della sua infanzia e si racconta, attingendo ai ricordi legati alla sua vita privata (è stata allevata dai nonni, molto affettuosi e liberali) e professionale. Per fortuna si sentono anche le sue canzoni più famose, da Pazza idea a La spada nel cuore , da Il paradiso a La bambola , alle ultime partecipazioni a Sanremo (peccato non sia stata proposta Tripoli 1969 , la mia preferita).
A modo mio – Patty Pravo è un documentario troppo patinato, troppo posato, troppo smaltato come un servizio per una rivista di moda. Lo avrei preferito più «sporco», più umano, più vivido. Patty Pravo ha avuto una vita così intensa che si sarebbe potuto evitare il deserto, la Venezia in stile Canaletto, i costumi di scena: bastava la sua fascinazione, l’impronta della sua voce, nella quale le parole sono soltanto stati d’animo per suggestioni eterne.