“CARO BAGLIONI, ECCO I NOMI PER UN GRANDE SANREMO”: DA GHALI A BRUNORI SAS, DA CALCUTTA A COEZ. E POI "LO STATO SOCIALE", "THEGIORNALISTI", LEVANT, I CONSIGLI DI GINO CASTALDO AL DIRETTORE DEL FESTIVAL - LA DEBUTTANTE “IOSONOARIA” VERSO IL PALCO DELL’ARISTON: E’ FIGLIA DELLA STORICA VALLETTA DI MIKE SABINA CIUFFINI (CHE HA LAVORATO CON BAGLIONI A “ANIMA MIA”) - VIDEO

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Mario Luzzatto Fegiz per il Corriere della Sera

 

baglioni baglioni

«Claudio Baglioni? Una persona dolce, altruista. Alle audizioni stringe la mano di ogni artista e componente della band, si preoccupa dei dettagli, porta perfino l' acqua a chi è di scena. Per non parlare della qualità dell' impianto con cui ciascun giovane si esibisce davanti a lui: è perfetto». Parola di Ilaria Ceccarelli, nome d' arte Iosonoaria, 34 anni, laurea breve in Lettere alla Statale di Milano, poi altra laurea negli Usa come Ingegnere del suono.

 

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È arrivata in finale nel girone giovani di Sanremo con il brano «Il cerchio» una canzone dalla melodia ipnotica ma orecchiabile che è una sorta di loop, melodia che si avvita su se stessa con echi stilistici di Malika Ayane; non casuale visto che il produttore e co-autore Ferdinando Arnò ha tenuto a battesimo la cantante nel suo avveniristico studio. Ma la vera rivelazione è un' altra: Iosonoaria è figlia di Sabina Ciuffini (oggi 67enne, storica valletta di Mike) e di Franco Ceccarelli.

 

«Dopo un' infanzia e adolescenza all' ombra della Locanda Solferino di proprietà dei miei genitori - racconta Ilaria - ero ormai diventata americana. A New York infatti producevo canzoni e musiche per una serie di telefilm della rete Abc. Sono tornata a Milano per amore di un italiano. E questo è quello che io chiamo "Il mio piccolo grande errore".

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Pensavo di continuare a fare la tecnica del suono, e invece mi sono trovata a passare dai comandi della regia allo studio dove si canta».

 

Il momento della verità per Iosonoaria sarà il 16 dicembre su Rai1, quando i finalisti del girone giovani verranno ridotti da 16 a 8. Il video che illustra il brano è una strana combinazione fra le nebbie padane e le nuvole di Crozza-Lavazza, girato fra la casa del arredatore Fornasetti e il laghetto artificiale dell' Expo. Surreale, come del resto la canzone «Il cerchio». Colpisce nel video la straordinaria somiglianza di Ilaria con la madre Sabina.

 

Non solo nei lineamenti, ma nelle espressioni e negli atteggiamenti.

Ferdinando Arnò (che si dedica prevalentemente alla realizzazione di spot pubblicitari) teme molto la selezione del 16.

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«Tutti sono superorganizzati e strutturati, noi siamo dei cani sciolti e rischiamo di non superare la finale». E che ne pensa mamma Sabina? «Tutto il bene possibile. Anche se, come direbbe Mike Bongiorno "è un Rischioooo!"».

 

 

2. CARO BAGLIONI ECCO I NOMI PER UN GRANDE SANREMO

 

Gino Castaldo per la Repubblica

 

Caro Claudio Baglioni, ci rivolgiamo a lei col rispetto dovuto alla sua consolidata posizione nel firmamento della canzone italiana. Come lei certamente saprà, la decisione di accettare la direzione artistica del prossimo festival di Sanremo ha suscitato non poco stupore , ma vorremmo approfittare della storica occasione. Ci permettiamo umilmente di rivolgerle una preghiera. La canzone italiana sta dando negli ultimi tempi importanti segnali di cambiamento.

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Tornano a circolare belle canzoni, si percepisce nell' aria la voglia di riguadagnare un primato e una centralità a cui la melodia del nostro paese sembrava aver rinunciato. I nomi non mancano, anche solo parlando di nuove leve. I rapper?

 

Facciamo un nome per tutti: Ghali. La tradizione italiana dei cantautori? Oggi è più viva che mai grazie a artisti come Brunori Sas, Calcutta , Motta o Coez. A Sanremo servono anche le band come Lo Stato Sociale, o gli autori pop come Thegiornalisti, o le autrici come Levante.

 

Gino Castaldo Gino Castaldo

E sono solo alcuni esempi di una realtà in piena e felice evoluzione. Ma sappiamo anche che questi cambiamenti non sono mai semplici, hanno bisogno di sostegno e incoraggiamento, perché le difficoltà del mercato sono sempre lì, perché la deriva dell' abbassamento culturale è sempre in agguato. Tutto è utile, tutto è necessario, e siamo perfettamente consapevoli che se anche il festival di Sanremo desse un segnale di cambiamento, le implicazioni potrebbero essere molto grandi. E quando se non ora, quando se non in un' edizione curata da un cantautore?

GHALI GHALI

 

Sappiamo che il festival è un osso duro, le pressioni sono tante, il compito è più che arduo e molti, prima di lei, sono naufragati tra promesse non mantenute e difficoltà di navigazione. Sappiamo che il festival è il punto terminale in cui vanno a convergere aspettative discografiche, televisive, impresariali, pubblicitarie, che tutti sembrano puntare solo a Sanremo come se fosse la soluzione di tutti i mali. Noi pensiamo che la sua nomina abbia e debba avere il sapore della novità. È lecito coltivare la segreta speranza che lei, nella sua indipendenza, possa agire in favore della qualità, possa premiare l' eccellenza della canzone italiana, possa contribuire alla pacifica e creativa battaglia culturale in corso nel mondo della musica.

 

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Chiediamo troppo? Crediamo in lei, caro Baglioni, e nella sua fede artistica, nel suo amore nei confronti della storia del nostro patrimonio. Non ci deluda, ci faccia sognare.

 

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