“CREDO CHE SAREMMO STATI DAVVERO UNA BELLA BAND SE NON FOSSIMO DIVENTATI FAMOSI” – ALTRO CHE IL “BEATLE TRANQUILLO”, GEORGE HARRISON ERA LA VERA E PROPRIA ANIMA ATTIVISTA E RIBELLE DEI BEATLES – UN NUOVO LIBRO, “WHAT IS LIFE” CURATO DALLO STUDIOSO AMERICANO ASHLEY KAHN, RACCOGLIE UNA SERIE DI INTERVISTE ORDINATE CRONOLOGICAMENTE, PER RACCONTARE COM’ERA VERAMENTE IL CHITARRISTA DEI “FAB FOUR” – “LA SUA PRIMA LINEA DIFENSIVA ERA L'UMORISMO, ANCORA PIÙ DELLA FAMA O DELLA SPIRITUALITÀ”

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george harrison

Alba Solaro per “il Venerdì di Repubblica”

 

8 ottobre del 1962; a poche settimane dall'uscita del singolo Love Me Do, un'emittente ospedaliera chiamata Radio Clatterbridge intervista per la prima volta in assoluto i Beatles. Intervistatore: «E poi c'è George Harrison». Lui: «Piacere». Intervistatore: «Piacere. Qual è il tuo ruolo?». Lui: «Ehm, chitarra principale e canto. Più o meno». 

 

Ecco, in quelle tre parole, "più o meno", c'era già tutto George Harrison. Timidezza, understatement, ironia, umanità. E fuoco sotto la cenere: altro che "Beatle tranquillo", ha fatto più lui per spingere la band verso l'attivismo che non John Lennon. Ed è una delle tante cose a volte sorprendenti che si scoprono nelle 642 pagine di What Is Life. 

 

GEORGE HARRISON WHAT IS LIFE

Incontri e interviste (traduzione di Seba Pezzani, Il Saggiatore, dal 7 ottobre): un tomo poderoso curato dallo studioso americano Ashley Kahn che ha selezionato 43 interviste ordinate cronologicamente, fino alle ultime parole affidate alla moglie Olivia e al figlio Dhani prima di morire nel novembre del 2001. Non è tecnicamente una biografia, ma è meglio di una tradizionale biografia. 

 

Ci sono chicche come le rubriche che Harrison scrisse nel '64 sul Daily Express. E la prima intervista data a una testata americana; un giornalino scolastico dell'Illinois, dove George era andato in visita da sua sorella e aveva accettato di farsi intervistare, tra una partita a bocce e una visita al locale negozietto di dischi. 

 

«La sua prima linea difensiva era l'umorismo, ancora più della fama o della spiritualità» scrive Ashley Kahn nelle note introduttive; del resto era un grande amico (e produttore) dei Monty Phyton, e aveva l'istinto per la battuta. 

 

john lennon e george harrison a philadelphia

A David «Kid» Jensen della Bbc che nel '79 gli chiedeva della Apple, la casa discografica dei Beatles, replicava: «È più o meno una società che dà da lavorare agli avvocati». Dieci anni più tardi a Mark Rowland del magazine Musician, dichiarava: «Credo che saremmo stati davvero una bella band se non fossimo diventati famosi». Sapeva anche essere cattivo. 

 

A una goffa e nervosa intervistatrice di Mtv che doveva chiacchierare con lui, Tom Petty e Jeff Lynne (mancava solo Bob Dylan) per il progetto Travelling Wilburys, non fa nulla per nascondere la sua insofferenza: «Ci stavamo divertendo un sacco prima che tu arrivassi con la tua intervista». 

 

VACANZE DEI VIP GEORGE HARRISON CON RAVI SHANKER A LOS ANGELES IN AGOSTO

E tra le molte cose che colpiscono procedendo negli anni, c'è la sua tendenza a replicare spesso le stesse frasi, gli stessi concetti, specie su temi a lui cari come l'induismo, la musica orientale; non per pigrizia, al contrario, per una profonda e ingualcibile fede nelle proprie convinzioni. Un libro ricostruisce personalità e vita di george harrison attraverso 43 interviste. Per scoprire che non era lui il "beatle tranquillo", anzi. ma di sicuro il più divertente.

george harrison e patti boyd
george harrison nel backstage a philadelphia
george harrison
il testo di layla dedicato alla moglie di george harrison
LORY DEL SANTO CON GEORGE HARRISON
costume di george harrison
george harrison-and-his-wife-patti-boyd-1966
phil spector con george harrison
brierley, paul mccartney e george harrison
paul mccartney, john lennon e george harrison 2
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