“OGGI LA GENTE SI SCANDALIZZA FACILMENTE, VUOLE SOLO FILM OMOGENEIZZATI E PASTORIZZATI” - IL PRODUTTORE JEREMY THOMAS DENUNCIA IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE HA UCCISO LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE: “DAGLI ANNI SETTANTA AI NOVANTA, VIVEVAMO IN UNA SOCIETÀ MULTICULTURALE INFLUENZATA DAGLI EFFETTI DELLA CONTROCULTURA, MENTRE OGGI LA SOCIETÀ È MONOCULTURALE. NESSUNO FINANZIEREBBE PIÙ UN FILM COME "CRASH" DI CRONENBERG…”

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Marco Consoli per “la Stampa”

 

JEREMY THOMAS

«Io e Bernardo Bertolucci arrivammo nella Città Proibita a Pechino per la scena in cui l'Imperatore bambino esce dal palazzo e trova una folla di persone che gli rendono onore. Lui scese dalla macchina e quando vide le 5mila comparse le sue mani iniziarono a tremare. Poi si rivolse a me e mi disse: come faccio a girare questa scena in un solo giorno?».

 

Jeremy Thomas, 70enne produttore londinese di L'ultimo imperatore, e collaboratore di numerosi altri maestri del cinema come Wim Wenders, David Cronenberg, Nagisa Oshima e Takeshi Kitano, ricorda al festival di Marrakech uno dei momenti più delicati delle riprese del film che fruttò 9 premi Oscar.

 

Dal 1988 in poi nulla sarebbe stato più come prima: «È iniziata allora la mia straordinaria storia di amicizia con Bernardo, durata fino alla sua triste scomparsa di un anno fa: abbiamo viaggiato per il mondo, ci siamo divertiti, abbiamo litigato con chi non ci voleva finanziare i film, ma mai tra di noi, anche perché lui era un regista che aveva bisogno di un produttore al suo fianco. Mi mancano soprattutto il suo punto di vista sulle cose e sulla vita e il suo fiero pragmatismo di sinistra».

bertolucci (4)

 

Come fece Bertolucci a superare l' impasse di quella sequenza?

«Alla vista di tutte quelle persone era pietrificato. Ma poi come per magia salì sul dolly e quando il carrello e la gru iniziarono a muoversi fu come vedere un pittore che dava pennellate con la macchina da presa. Aveva questo straordinario potere di vedere le inquadrature con la sua mente prima di girare, ed era l' uomo più felice del mondo quando poteva fare una carrellata o salire sul dolly».

 

L ULTIMO IMPERATORE

Poi avete girato insieme Piccolo Buddha, Io ballo da sola e The Dreamers: sicuro di non avere mai avuto screzi con lui?

«Mai, anche perché quando mi metteva in difficoltà, sapeva come recuperare. A volte mi diceva: oggi non posso andare sul set. E io gli facevo presente che avremmo tardato sul piano di produzione. Ma quando uno o due giorni dopo, girava, comprimeva due o tre scene con un solo movimento delle cinepresa».

 

È stato difficile finanziare i suoi film?

«È sempre arduo trovare i soldi. Ma a volte avvengono miracoli. Ero al festival di Cannes quando fui invitato nella villa di Cap Ferrat da Francis Bouygues, tra gli uomini più ricchi di Francia. Il suo avvocato mi disse che voleva aprire un giardino dedicato alla settima arte e che il primo fiore sarebbe stato Piccolo Buddha. Gli chiesi 40 milioni di dollari e ce li diede senza difficoltà. Ma le cose non sono sempre così facili. A volte devi inventarti delle soluzioni».

martin scorsese foto di bacco (4)

 

Ad esempio?

«Una volta volevo girare un film su Darwin e i creazionisti. Chiesi a un amico se conosceva qualcuno molto ricco innamorato di Darwin. Me lo trovò, e dopo una settimana avevo 10 milioni in banca. Così girammo Creation».

 

Ha ragione Martin Scorsese a dire che è più difficile oggi girare film audaci?

«Condivido. Dagli anni Settanta ai Novanta, vivevamo in una società multiculturale influenzata dagli effetti della controcultura, mentre oggi la società è monoculturale.

Crash di Cronenberg

Nessuno finanzierebbe più un film come Crash di Cronenberg, perché la gente si scandalizza facilmente, vuole solo film omogeneizzati e pastorizzati».

 

All' epoca però il film creò grande scandalo.

«È vero, dissero che eravamo dei pornografi. Un giorno ero in un bar con Phillip Noyce (regista di Giochi di potere e Il collezionista di ossa, ndr.), tre donne mi videro e gridarono che dovevano impiccarmi. Eppure c'era lo spazio per quei film, mentre oggi i soldi non si trovano più».

 

crash di david cronenberg 3

Per fortuna avete trovato però quelli per Pinocchio di Matteo Garrone, che uscirà il 19 dicembre e di cui lei è coproduttore.

«Sono felice di tornare a lavorare con Matteo dopo Il racconto dei racconti e Dogman. Il libro di Collodi è molto italiano e Matteo, anche se è un regista internazionale, incarna una personalità molto italiana. È molto diverso da Bertolucci, perché è anche produttore, quindi ha il perfetto controllo del film. Che è bellissimo, perché come sempre Matteo è capace di infondere i suoi personaggi, positivi e negativi, di una grande umanità».

jeremy thomas

 

Pensa che il film potrà avere successo negli Usa? Persino Benigni dopo il successo di La vita è bella fallì col suo Pinocchio.

«Avere successo negli Usa è difficilissimo, soprattutto perché non esiste un vero mercato per i film in lingua originale con i sottotitoli. Ma è possibile, come dimostra l' ottimo box office di Parasite. Ci vuole fortuna, ma credo Matteo possa farcela. In ogni caso io non ho mai prodotto i film per incassare, ma per vederli realizzati sul grande schermo».

crash di david cronenberg
crash di david cronenberg
crash di david cronenberg
crash di david cronenberg
JEREMY THOMAS