Mai dire Mediaset - Scazzo clamoroso tra i Piersilvi: dopo i rinvii, cancellato definitivamente il reality ultra-trash “La Tribù” - L’azienda dà la colpa a Silvio Testi, ideatore del format e marito della Cuccarini - MOTIVO: INDIA ANTI-TRASH O CALCIO DEL BISCIONE ALL'ARROGANZA DI LUCIO PRESTA, IL MANAGER-FIDANZATO DELLA PEREGO?...

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Piersilvio Berlusconi - FOTO DI EFREM RAIMONDI/CONTRASTOPiersilvio Berlusconi - FOTO DI EFREM RAIMONDI/CONTRASTO

Luca Dondoni per "La Stampa"

La Tribù non si fa più. Il programma condotto da Paola Perego che avrebbe portato tredici vip o quasi tra le capanne della tribù Bhil vicino a Goa, in India, avrebbe dovuto debuttare su Canale 5 il 16 settembre. Ma, dopo svariate peripezie, è sparito dall'orizzonte televisivo.

Di chi è la colpa? Secondo Mediaset, di Silvio Testi, l'ideatore del format (che è originale, non importato) insieme a Paolo Taggia e proprietario della casa di produzione indipendente Triangle. Testi, marito di Lorella Cuccarini, non sarebbe stato in grado di ottenere i visti per tutti i concorrenti e questo avrebbe fatto slittare gravemente la messa in onda del programma.

Nei giorni scorsi, si erano rincorse delle voci che imputavano il ritardo nel rilascio dei visti a una certa insoddisfazione del Governo indiano, che avrebbe espresso forti dubbi sul format. Pareva brutto che l'immagine del popolo indiano nel nostro Paese fosse quella di gente che vive ancora all'età della pietra. Vero? Falso? Fatto sta che i visti non sono arrivati in tempo.

Però i beninformati sulle cose di televisione fanno altre ipotesi. C'è chi incolpa del flop la lite fra Barbara D'Urso e la Perego che aveva fatto dichiarare al manager-compagno di Paola, Lucio Presta: «Se Mediaset non prende posizione sulle battute infelici della signora D'Urso sui programmi presentati dalla mia assistita, la signora Perego rinuncerà alla Tribù».

Lorella  Cuccarini - Copyright PizziLorella Cuccarini - Copyright Pizzi

Qualcuno invece dice che la cassandra è stata Simona Ventura che, alla presentazione di Quelli che il calcio, aveva detto che «i cloni delle trasmissioni altrui (L'isola dei famosi, ndr) non partono mai bene. E questo pare proprio che non parta nemmeno».

Lucio Presta - Copyright PizziLucio Presta - Copyright Pizzi

Daniele Soragni è una firma di Tv Sorrisi e Canzoni che avrebbe dovuto essere uno dei tredici concorrenti, primo giornalista a partecipare a un reality. La notizia la commenta a caldo: «Sono amareggiato e anche un po' deluso perché questo programma l'avrei fatto proprio volentieri. Certo, se il problema sono davvero i visti, sarebbe stato meglio pensarci un po' prima!».

Sta di fatto che ieri, poco dopo le 20 e dopo una riunione del Comitato direttivo del Biscione, il comunicato-stampa definitivo tradiva l'imbarazzo e insieme l'arrabbiatura di Piersilvio Berlusconi e dei suoi uomini che, per non rischiare di mandare in onda in ritardo il programma (che così si sarebbe sovrapposto al Grande fratello) hanno scritto:

«Essendo stato superato ogni limite ragionevole di ritardo, Mediaset ha comunicato ufficialmente al produttore indipendente Triangle Production di essere costretta a rinunciare al programma e quindi a cancellarlo dal palinsesto di Canale 5». E poi via con una serie di ringraziamenti alla Perego, ai concorrenti (fra loro, anche Emanuele Filiberto di Savoia, Nina Moric, Eleonora Brigliadori, Federica Moro, Sergio Arcuri, fratello di Manuela), all'inviato Paolo Brosio, eccetera.

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Nel finale ecco la stoccata che minaccia, oltre la sensibilità, anche la borsa di Testi: «Alla luce del grave danno subito, Mediaset si riserva ogni iniziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti». Eh sì, il grave danno. Decine e decine di persone tra produttori, cameramen, autori e quant'altro ora devono tornare mestamente in Italia e, nel caso di qualche vip, con la voglia di andare dritto dall'avvocato per chiedere i danni di immagine e di denari persi in serate, sfilate e chi più ne ha...

 

 

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