IL POLITICAMENTE CORRETTO SI È PRESO PURE "CAPITAN AMERICA" - NELLA HOLLYWOOD OSTAGGIO DELL'INCLUSIVITÀ, IL PERSONAGGIO NATO NEL 1941 VERRÀ INTERPRETATO IN UN FUMETTO DA UN TEENAGER RIBELLE OMOSESSUALE: UN OMAGGIO UN PO' PARACULO AL MONDO LGBTQI - LE ISTANZE DEL #METOO E DEL #BLACKLIVESMATTER HANNO MOLTIPLICATO I RUOLI PER DONNE E AFROAMERICANI, ADESSO PERÒ SONO GLI ASIATICI A SENTIRSI DISCRIMINATI...

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Ilaria Ravarino per “Il Messaggero

 

captan america aaron fischer

Un Capitan America gay per celebrare gli 80 anni dalla creazione del personaggio, nato nel 1941 dalla penna di Joe Simon e Jack Kirby come strumento della propaganda militare americana.

 

In edicola e nei negozi di fumetti dal 2 giugno, la serie The United States of Captain America vedrà il Capitan America della tradizione, Steve Rogers, fare squadra con tutti i suoi eredi per attraversare gli Stati Uniti alla ricerca «degli eroi del quotidiano».

 

capitan america gay

Tra loro anche il teenager ribelle Aaron Fischer, piercing al naso, capelli rasati e identità sessuale apertamente dichiarata: sarà il primo personaggio Lgbtqi a indossare lo scudo del Capitano. Accorta la scelta della data, nel mese mondiale del gay pride, furbo il tempismo di Marvel: nella Hollywood dell'inclusività e del politicamente corretto, la corsa a non lasciare nessuno indietro si fa sempre più agguerrita.

 

LE VITTORIE

aaron fischer capitan america

La comunità Lgbtqi ha recentemente messo a segno alcune vittorie importanti: l'annuncio della prima commedia romantica tra omosessuali prodotta da una major, Bros della Universal («Levati Julia Roberts, c'è una nuova regina in città» il commento su Twitter del protagonista Billy Eichner), nel 2022 la prima supereroina lesbica, la regina di Asgard Valkyrie di Thor Love and Thundere ancora nel mondo dei supereroi la prima coppia omosessuale in mantello e calzamaglia di The Eternals, pronto entro quest'anno.

 

billy eichner

Spinte dal consenso, e da considerazioni di mercato, le istanze del #metoo e del #blacklivesmatter hanno moltiplicato i ruoli disponibili per donne e attori afroamericani, sempre più spesso richieste dietro alla macchina da presa.

 

asgard valkyrie

Ma per una parte sociale inclusa nel giro che conta, ne restano altre fuori: sotto tiro oggi c'è la cosiddetta cortina di bambù, espressione che indica la resistenza di Hollywood ad affidare ad attori asiatici ruoli di primo piano.

 

steven yeun

Dopo le critiche piovute sull'Academy per aver escluso l'anno scorso gli attori coreani dell'Oscar Parasite dalle rispettive cinquine, ecco che quest'anno in nomination come miglior attore ci sono sia Riz Ahmed che Steven Yeun, primo musulmano e primo asiatico nominati nella categoria.

 

riz ahmed

Per sfoltire la cortina di bambù - e magari agganciare il ricchissimo box office cinese si immola ancora la Marvel, pronta a maggio con il primo supereroe asiatico, Shang Chi. La speranza è quella di replicare il successo al botteghino di Crazy Rich Asians, fenomeno di tre anni fa (238 milioni di incasso) capace di lanciare la carriera della star sinoamericana Awkwafina.

 

awkwafina

LA BATTAGLIA

Ma la battaglia ormai quotidiana di percentuali e cifre sulla sottorappresentazione, combattuta in questi anni a Hollywood in nome di una presunta inclusività, rischia due pericolose derive. Da una parte emarginare chi non è ugualmente diverso, assegnando certi ruoli per predestinazione (come nel caso di Tilda Swinton, accusata nel 2020 di appropriazione culturale per aver interpretato il ruolo di un asiatico in Doctor Strange).

 

tilda swinton

Dall'altra favorire sempre e comunque il più forte, ovvero la lobby più capace di imporsi sul mercato. Una battaglia da cui si salvano, per ora, solo i pochi veramente trasversali, come la top model Leyna Bloom: sulla copertina della famosa rivista Sport Illustrated, è la prima trans afroasiatica a fare per davvero - la storia del giornale.

leyna bloom
shang chi