IL CINEMA DEI GIUSTI - IL FILM PIÙ CALDO DEL MOMENTO MI SEMBRA PROPRIO QUESTO BELLISSIMO E ASSOLUTAMENTE SPIAZZANTE E NON RICONCILIATO “I MISERABILI”, OPERA PRIMA DI LADJ LY, MALGRADO IL NOME NERO, MASCHIO E FRANCESE, FORTE DEL PREMIO DELLA GIURIA A CANNES UN ANNO FA, DELLA CANDIDATURA FRANCESE AGLI OSCAR, E DI BEN 12 NOMINATIONS AI CÈSARS CON QUATTRO VINTI, FRA CUI, OVVIAMENTE, MIGLIOR FILM…

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Marco Giusti per Dagospia

 

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Beh. Dopo i fatti di Minenapolis, anche se spostiamo l’azione dall’America di Trump alla Francia di Macron, il film più caldo del momento mi sembra proprio questo bellissimo e assolutamente spiazzante e non riconciliato “I miserabili”, opera prima di Lady Ly, malgrado il nome nero, maschio e francese, forte del Premio della Giuria a Cannes un anno fa, della candidatura francese agli Oscar, e di ben 12 nominations ai Cèsars con quattro vinti, fra cui, ovviamente, Miglior Film.

 

Lo trovate sulle piattaforme, anche su Sky, distribuito dalla Lucky Red. Girato nel quartiere di Montfermeil, vicino a Parigi, dove lo stesso regista, con genitori originari del Mali, è nato e cresciuto, e dove Victor Hugo ha messo in scena nel suo “I miserabili”, citato sia nel titolo che un po’ nella storia, la scena fondamentale del primo incontro fra l’ergastolano Jean Valjean e Cosetta, il film nasce da un documentario dello stesso titolo girato nel 2017 da Lady Ly e ispirato a veri fatti accaduti proprio lì nella giornata del 14 ottobre 2008.

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Ma, anche se la tentazione è quella di fare un film ultra-realistico all’americana, seguendo tre poliziotti, il duro e corrotto Chris di Alexis Manenti, anche cosceneggiatore, il nero Gwada cresciuto nel posto di Djebril Zonga e il nuovo venuto Stephane Ruiz di Damien Bonnard, che è poi il vero protagonista, il film è alla ricerca di qualcosa di più del solito film col quartiere che scoppia e i poliziotti, un po’ buoni un po’ cattivi che cercano di sistemare bene o male le cose.

 

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Puntando tutta l’azione su un ragazzino, novello Gavroche alla Victor Hugo, il piccolo Issa Percia, che dopo aver festeggiato a Parigi la vittoria della nazionale ha rubato un leoncino ai violentissimo zingari del Circo Zeffirelli (è così…) e su quel che ne segue, perché i tre poliziotti trovandosi circondati lo feriranno per errore, scatenando l’inferno, visto che un altro ragazzino ha filmato tutto con un drone, e i poteri adulti del posto iniziano a farsi sotto, Lady Lj apre un discorso molto preciso sulla composizione sociale e etnica del quartiere e sull’origine del male che può portare allo scontro a fuoco tra polizia e abitanti neri di Montfermeil. Boom! Come scrive Hugo, insomma, “Ricordate questo, amici miei: non esistono né piante cattive né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.

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Dopo aver costruito il suo film nell’arco di una giornata, dopo aver portato nelle loro case tutti i protagonisti e averci fatto vedere dove vivono poliziotti e abitanti del posto, Lady Ly chiude la sua storia con un terzo atto che riapre lo scontro in maniera feroce fra i ragazzini e il potere degli adulti. Mon siamo né dalle parti di “Police” di Maeween né da quelle di “Gomorra”, Lady Ly sembra cerca di parlare il linguaggio della strada per descrivere situazioni che nascono e si sviluppano lì.  Se cercate qualcosa che non sia il solito film, insomma, “I miserabili”, come “Atlantique” di Mati Diop, altra opera prima premiata a Cannes un anno fa, lo è.

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