"CI CREDEVANO DEGLI IMBECILLI E I CRITICI CI SNOBBAVANO. IN REALTA' ERAVAMO AVANTI" - ASCESA, CADUTA E RINASCITA DI STEFANO RIGHI, CONOSCIUTO COME JOHNSON RIGHEIRA, CHE INSIEME A STEFANO ROTA FORMAVA  IL LEGGENDARIO DUO POP ANNI ’80 – “CI SIAMO CONOSCIUTI AL LICEO. ORA NON CI PARLIAMO PIÙ” - “QUANDO ‘VAMOS A LA PLAYA’ DIVENNE IN SUCCESSO NOI ERAVAMO IN SERVIZIO MILITARE. DISSI ALLO PSICOLOGO CIVILE CHE AVEVO BISOGNO DI 20 GIORNI PER PREPARARE LA FINALE DEL FESTIVALBAR” – “SANREMO 1986 È STATO IL NOSTRO CANTO DEL CIGNO, ARRIVAMMO TRA GLI ULTIMI” – LE ORIGINI DEL NOME “RIGHEIRA”, “L’ESTATE STA FINENDO” USCITA A MAGGIO E IL CARCERE PER… - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Renato Franco per www.corriere.it

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Righeira, Stefano Righi: «Ci credevano due imbecilli. Oggi non parlo più con  Michael»

Stefano Righi e Stefano Rota. Così due sconosciuti, ma famosissimi come Johnson e Michael Righeira, la coppia che con due canzoni è rimasta incisa nel bronzo del tempo della musica pop. Da «Vamos a la playa» a «L’estate sta finendo», una parabola eterna durata due sole stagioni. 

 

Liceo a Torino, Stefano più Stefano sono in classe insieme, diventano amici per la pelle, ma oggi non si parlano più. «Ex punk, ora venduto» è la scritta denigratoria che campeggiava su un muro e che lui ha fatto diventare una raccolta musicale: Johnson Righeira, 62 anni, oggi ha una sua etichetta, la Kottolengo Recordings & Wines. Musica e vino, altra coppia evergreen.

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[…]

Come si arriva da Righi a Righeira?

«Ero in prima liceo, non conoscevo ancora Michael. Avevamo un prof sessantottino che ci faceva giocare solo a calcio e per divertimento ci cambiavamo i cognomi alla brasiliana. […]. Johnson Righeira nella mia testa doveva essere un oriundo […]».

 

L’immaginario di «Vamos a la playa», anno 1983...

«[…]Vamos a la playa era sì una canzone da spiaggia ma postatomica, immaginava uno scenario apocalittico fatto di bombe, radiazioni, mare contaminato. I fratelli La Bionda divennero i nostri produttori, ci presero sotto la loro ala e intuirono il potenziale del brano. […] la resero molto piu solare, tanto che del testo non si è parlato per molti anni, nessuno ci ha fatto caso, è stato oscurato dalla melodia».

 

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Un successo travolgente, ma voi nel frattempo eravate a fare il servizio militare.

«[…] psicologicamente devastante perché eravamo primi in classifica ma dovevamo stare in caserma. Io usavo le licenze per andare a fare le prime ospitate in tv. A metà estate con il pezzo in testa alla hit sbroccai e mi feci mandare alla neuro per prendere la classica convalescenza da crisi depressiva[…] all’inizio mi rispedirono in caserma; nel corridoio però fermai lo psicologo civile: gli chiesi se conosceva Vamos a la playa e gli dissi che avevo bisogno di 20 giorni per preparare la finale del Festivalbar. […]».

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«L’estate sta finendo» (1985) fu pubblicata prima dell’estate, un controsenso...

«Infatti la casa discografica era preoccupata, temevano che la gente potesse prendere male questa incongruenza, ma un pezzo estivo non poteva uscire a settembre! […]».

 

[…] 

Quanto ha sperperato?

«Non ne ho la minima idea, anche perché non so neanche quello che ho guadagnato»

 

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Tre anni fantastici e poi?

«Sanremo 1986 è stato brutalmente il nostro canto del cigno, arrivammo tra gli ultimi […] Ci eravamo creati la fama di quelli che sfornavano tormentoni, da noi si aspettavano quello […] Avevamo idee deliranti e una pressione addosso non facile da gestire. Siamo entrati in un vortice negativo che via via ci ha fatto mollare il colpo».

 

Dal boom alla normalità, come l’ha vissuta?

«Con la stessa incoscienza e serenità. Non sono mai stato con le mani in mano, poi è arrivato il revival anni 80 e con quello la consapevolezza di aver segnato un periodo storico della musica pop italiana».

 

Vi sentivate incompresi?

«All’inizio eravamo snobbati, ritenuti due imbecilli sia come personaggi sia musicalmente. I critici musicali ci stroncavano e io pativo un casino, mi stava proprio sulle balle questa cosa. Non voglio sembrare presuntuoso ma eravamo avanti».

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Nel 1993 lei venne arrestato, assieme ad altre 37 persone, per spaccio. Rimase in carcere per 5 mesi, salvo poi essere completamente assolto.

«Fui messo in mezzo perché la solita notizia locale che avevano arrestato qualche pusher, con il mio nome diventava di rilievo nazionale. Mi crollò il mondo addosso, passai cinque mesi di merda in cui temevo mi potessero condannare. Vedevo tutto nero».

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Gli anni Novanta sono segnati da separazioni e reunion. La chiusura definitiva dei Righeira è del 2016.

«Con Stefano c’è stato un progressivo allontanamento culminato in una lite che ha sancito la separazione[…] e da tempo non ci sentiamo più».

 

L’ultima lite?

«[…] niente di specifico, […]non ci sopportavamo più».

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