Glauco Maggi per "La Stampa"
Questa volta Sacha Baron Cohen ha tirato troppo la corda e rischia grosso. Ha pizzicato con la sua solita satira politicamente scorretta il leader di una vera organizzazione terroristica palestinese, le Brigate dei Martiri di al-Aqsa, e il gruppo ha risposto con una minaccia così poco velata che l'attore ha rafforzato la squadra di guardie del corpo per sé e per la famiglia.
Sacha Baron Cohen in BrunoIl dissacrante attore inglese Baron Cohen, 37 anni, nel suo ultimo film è uno stilista gay austriaco, Brüno, sempre alla ricerca di confronti provocatori. In Palestina, Bruno ha avuto l'ardire di ridicolizzare nientedimeno che le Brigate, scherzando con il fuoco vero di militanti che non scherzano mai. Quando ha incontrato Ayman Abu Aita, che nel film viene presentato come il capo della fazione estremista di al-Aqsa, gli ha offerto di farsi sequestrare dalle Brigate: «Voglio essere famoso. Voglio che siano i migliori tipi oggi nel business a rapirmi. Al Qaeda è datata, fa tanto 2001».
sacha baron cohenE subito dopo, prima che il sorpresissimo Abu Aita potesse rispondere, Brüno gli ha suggerito di tagliarsi i baffi spiegando: «Perché, sai, il tuo re Osama sembra una specie di mago sporco o un Babbo Natale senza casa».
Le Brigate l'hanno presa malissimo. Abu Aita dice che è stato intervistato con l'inganno e che da tempo non è più direttamente coinvolto nelle operazioni dei Martiri: «Quest'uomo non è un uomo, io penso. Non sta dicendo la verità su di me, è un bugiardo». E il suo avvocato, Hatem Abu Ahmad, ha annunciato che sta preparando un'azione legale contro Baron Cohen e gli Universal Studios perché i riferimenti al terrorismo potrebbero procurare seri guai al suo cliente con gli israeliani, mentre la sua associazione con un omosessuale potrebbe spingere i palestinesi a cercare di ammazzarlo.
Sacha Baron Cohen e' Bruno«Questo scherzo è molto pericoloso - ha detto Abu Ahmad -. Non siamo negli Usa né in Europa; siamo in Medioriente, e il mondo funziona diversamente da queste parti».
Ma un conto, per Baron, è affrontare in tribunale le vittime delle sue gag, come è stato per Borat. Un altro è leggere il comunicato delle Brigate che recita: «Ci riserviamo il diritto di rispondere nel modo che riteniamo opportuno contro quest'uomo. Il film è parte di una cospirazione contro le Brigate di al-Aqsa».
Secondo gli estremisti palestinesi, che il Dipartimento di Stato Usa ha da tempo iscritto tra le organizzazioni terroristiche, «non ci sarebbe stato alcun incontro preparatorio sul reale contesto del film. Si è trattato dello sporco utilizzo del nostro fratello, Ayman Abu Aita, e noi non accettiamo che le Brigate dei Martiri di al-Aqsa siano parte della pellicola».