Meo Ponte per \"la Repubblica\"
GIULIANO SORIA«Ho paura. So di essermi messo contro una persona molto potente. Me lo ha ripetuto tante volte: \"La legge sono io...\". Ho avuto paura per un anno e tre mesi ma poi non ce l´ho più fatta a sopportare la sua prepotenza: l´ho denunciato...». La voce di Nitish, 28 anni, originario di Mauritius, maggiordomo tuttofare di Giuliano Soria, arriva nello studio dell´avvocato Gianluca Vitale attraverso il vivavoce del telefono.
Dopo la tempesta giudiziaria scatenata dalla denuncia (corredata da video e registrazioni audio fatte con il cellulare) che ha presentato a settembre contro il patron del Grinzane Cavour accusandolo di maltrattamenti e molestie sessuali, Nitish non vuole incontrare nessuno. Accetta di parlare per la prima volta solo per telefono.
La sua denuncia ha dato il via all´inchiesta dei pm Valerio Longi e Stefano De Montis non solo sulle molestie e i maltrattamenti ma anche su presunte malversazioni dei fondi pubblici destinatati al Grinzane.
«Sono arrivato in Italia nel 2006 dopo un viaggio avventuroso da clandestino dalla Svizzera - racconta Nitish - Ho scelto l´Italia perché potevo contare sull´aiuto di uno zio che vive a Milano. E ho deciso di andare a Torino perché è una città grande ma tranquilla, meno caotica di Milano... «.
Quando ha conosciuto Giuliano Soria?
«Nel giugno del 2007. Cercavo lavoro tramite un´agenzia ed è stato lui a farmi il colloquio per l´assunzione. Lui mi pareva una brava persona e io ero contento. Avevo trovato un lavoro, 700 euro al mese per otto ore al giorno, e una casa in via Montebello (sede anche del Premio ndr). Dopo circa tre settimane però ha iniziato a insultarmi: mi chiamava \"idiota, bastardo, sporco negro\".
Mi diceva: \"Sei il mio schiavo, decido io quello che devi fare\". Non potevo mai uscire di casa, non c´era un giorno di riposo e facevo di tutto: cuoco, cameriere, archivista e autista. E per il minimo errore c´erano le multe: 50 euro per un cappuccino mal riuscito, 30 per le pulizie non complete. E mi faceva lavare le scale anche a mezzanotte. Cercavo di resistere perché avevo bisogno di un lavoro ed ero clandestino. Mi sfogavo con qualche impiegata ma tutti erano maltrattati lì».
Nessuno ha provato a difenderla?
«Si, una signora che lavorava con me. Ha chiesto a Soria perché mi trattasse in quel modo ma lui ha fatto finta di nulla. Pensare che a volte mi obbligava a mangiare gli avanzi o cibo scaduto. O addirittura la carne rossa che io non posso toccare perché sono di religione induista...».
Nella sua denuncia lei ha scritto che per tre volte il professore si è infilato nel suo letto tentando di abusare di lei...
«Mi sono difeso. Delle molestie sessuali però non voglio parlare. L´ho promesso ai magistrati. Posso dire che ho resistito per un anno e tre mesi, trattato come uno schiavo, anzi come fossi un animale e non un essere umano. A settembre non ce l´ho più fatta: ho deciso di denunciare quello che stavo subendo da tanto tempo.
Non per vendetta ma soltanto per avere giustizia. Tutto ciò che voglio è restare in Italia e lavorare. Ora faccio le pulizie in alcune case e mi trattano bene. A Torino ci sono tante persone buone che mi stanno aiutando. Solo il signor Giuliano Soria è un uomo veramente cattivo...».